Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Bene/Male - "Dunque chi sei? Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera il bene" (Goethe, Faust)
• Bene/Male. "Dunque chi sei?
Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera il bene" (Goethe, Faust).
• Il diavolo compare agli Stagni del Patriarca a Mosca. "Per quanto riguarda i denti aveva delle capsule di platino dalla parte sinistra, mentre a destra erano d’oro. Indossava un costoso abito grigio e scarpe in tinta di foggia straniera. Aveva il berretto spavaldamente calato su un orecchio e sotto il braccio portava un bastone con l’impugnatura nera a forma di can barbone. Dall’aspetto aveva poco più di quarant’anni. La bocca era alquanto storta. Era assai ben rasato. Capelli neri. L’occhio destro era nero, il sinistro, chissà perché, verde. Aveva le sopracciglia nere ma una più alta dell’altra. In una parola era uno straniero".
• Descrizioni di uno dei suoi tre assistenti, Behemot: "Il terzo di quella compagnia era una specie di grosso gatto spuntato non si sa da dove, enorme come un maiale, nero come la pece o come un corvo e con spaventosi baffi da cavallerizzo.
• Massime sullo storione. "La seconda freschezza, ecco dov’è l’assurdità! Di freschezza ce n’è una sola – la prima, ed è anche l’ultima. Se lo storione è di seconda freschezza vuol dire che è marcio".
• Galateo. "Mi potrei permettere di versare della vodka a una signora? alcool puro!"
• Antico rimedio russo. Contro il malessere da sbronza: bere il giorno dopo un paio di bicchieri di vodka.
• Hella, la cameriera del diavolo. "La porta era stata aperta da una ragazza che portava addosso soltanto un civettuolo grembiulino di trine e una crestina bianca sul capo. Ai piedi però aveva pantofole dorate. L’aspetto della fanciulla era perfetto, l’unico difetto nella sua figura era forse una cicatrice rossa sul collo".
• Fuoco. "I manoscritti non bruciano" (il diavolo, nel restituire al maestro il manoscritto che questi aveva buttato nel fuoco).
• L’incontro con Margherita 1: "Ella aveva tra le mani degli orribili e inquietanti fiori gialli. Il diavolo sa che fiori sono, come si chiamano, ma chissà perché sono i primi che spuntano a Mosca. E questi fiori si distinguevano nettamente sul suo cappottino primaverile nero. Portava fiori gialli! Un brutto colore. Svoltò dalla Tverskaja nel vicolo e qui si rigirò. Lei conosce via Tverskaja? Lungo la Tverskaja passavano migliaia di persone ma, lo giuro, vide solo me e mi guardò non con timore ma in un modo, direi, morboso. E mi turbò non tanto la sua bellezza quanto la solitudine straordinaria, senza confronti, nei suoi occhi!".
• L’incontro con Margherita 2: "L’amore ci si parò davanti come l’assassino spunta da sotto terra nel vicolo, e ci colpì entrambi all’improvviso".
• Cappello del maestro: sudicio, nero e con la M di seta gialla cucita sopra da Margherita.
• Lamenti di un assistente del diavolo: "Colpire l’amministratore sul muso, cacciare via lo zio da casa, sparare a qualcuno, o altre stupidaggini del genere, va bene... ma chiacchierare con le donne innamorate è cosa da schiavo sottomesso".
• Effetto della pomata miracolosa: "Ritornata seria Margherita venne fuori dall’accappatoio con un saltello e, presa una abbondante quantità di crema grassa e leggera, cominciò a spalmarla con massaggi vigorosi sulla pelle del corpo che diventava roseo e caldo. Poi all’improvviso, come se avessero estratto un ago dal suo cervello, scomparve il dolore alle tempie che l’aveva torturata tutta la sera dopo l’incontro nel giardino Aleksandrovskij, i muscoli delle braccia e delle gambe si rinvigorirono e il corpo di Margherita perdette peso".
• Addii. Biglietto che Margherita scrive al marito, mentre sta per lasciarlo e volarsene via su una scopa: "Scusami e dimenticami al più presto. Ti lascio per sempre. Non cercarmi, è inutile. Sono diventata una strega per il dolore e le sciagure che mi hanno colpito. ora. Addio".
• Veduta di Mosca dalla scopa su cui vola Margherita: "Margherita fece un altro balzo e allora tutto l’insieme dei tetti scomparve sotto terra e al suo posto apparve in basso un lago di luci elettriche tremolanti e questo lago a un tratto si sollevò verticalmente poi comparve sul capo di Margherita e sotto i suoi piedi luccicò la luna. Margherita comprese che era a testa in giù e riprese la posizione normale, girandosi vide che il lago non c’era più e che là, dietro di lei, c’era soltanto una luce rosata all’orizzonte".
• Gioco fatto da un assistente del diavolo: "... estrasse dal cassetto del tavolo un sette di picche, lo offrì a Margherita chiedendole di fare un segno con l’unghia su uno dei semi. Margherita segnò quello in alto a destra. Hella nascose la carta sotto un cuscino... Azzazello, che stava seduto dando le spalle al cuscino, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni del frac una pistola automatica nera, appoggiò la canna sulla spalla e, senza voltarsi verso il letto, sparò suscitando un allegro spavento in Margherita. Da sotto il cuscino attraversato dalla pallottola venne estratto il sette. Era perforato nel punto indicato da Margherita".
• Considerazioni sul radiogiornale. "Io, per dirla con sincerità, non amo le ultime notizie alla radio. Le comunicano sempre delle ragazze che pronunciano in modo confuso i nomi delle località. Inoltre una su tre soffre un poco di balbuzie, è come se le scegliessero apposta".
• Luoghi incantati. "...le torri di marzapane del monastero delle Vergini".
• Su Mosca. "Monsieur, a me piace più di Roma!".
• Case e piedi nudi. "’Ascolta il silenzio”, disse Margherita al maestro, e la sabbia frusciò sotto i suoi piedi nudi, ”ascolta e assapora ciò che non ti è stato dato nella vita: la tranquillità. Guarda davanti a te la casa eterna che ti hanno assegnato in premio. Già vedo le trifore e la vite rampicante che si inerpica fin sul tetto. Ecco la tua casa, la tua casa eterna. Io so che la sera verranno da te solo coloro che ami, che ti interessano e che non ti mettono in ansia. Giocheranno con te, vedi quanta luce c’è nella stanza quando ardono le candele. Dormirai col tuo eterno berretto sporco in testa, con un sorriso sulle labbra”".
• Michail Bulgakov nasce a Kiev, attuale capitale dell’Ucraina, nel 1891, e si laurea in medicina. figlio di un teologo. Verso al fine della rivoluzione, mentre presta opera di medico, conosce il poeta Osip Mandel’stam che lo convince a trasferirsi a Mosca per esercitarvi la carriera di giornalista e dare sbocco alle sue attitudini letterarie. Mandel’stam verrà eliminato nelle purghe staliniane. Bulgakov, dopo avere scritto alcune commedie e vari racconti per i giornali, viene messo da parte e solo il debole di Stalin per lui lo salva dalla morte. Amorevolmente assistito dalla seconda moglie Elena Sergeevna, dedica gli ultimi dodici anni della sua vita alla scrittura del Maestro e Margherita, muore nel ’40 avendolo finito ma non rifinito. Essendo considerato eversivo, il libro viene pubblicato solo nel ’67 (ma non tutto), sulla rivista Mosca. Nel ’73, dopo il grande successo all’estero, viene stampato anche in Russia.
Master i Margarita (questo il titolo originale) è considerato il capolavoro di Bulgakov. Narra dell’apparizione a Mosca del diavolo, sotto forma del professore di magia nera Woland e di tre suoi assistenti, di cui uno è un enorme gatto con sembianze umane, di nome Behemot. Tra incantesimi e tiri mancini magici, il pittoresco gruppo semina scompiglio nella città comunista dove tutto è organizzato dalla burocrazia totalitaria e imperversa l’ateismo materialista di stato. Ma la missione vera è fare giustizia. Il maestro e Margherita (lei sposata, lui solo e dedito a scrivere un libro su Pilato) dopo essersi incontrati e amati vengono subito separati dalle circostanze. Il maestro si vede infatti rifiutato il manoscritto e, attaccato sulla stampa, cede alla disperazione, esce di senno e finisce in una clinica psichiatrica. Margherita torna dal marito che non ama. Ma lo zampino del diavolo... Un romanzo di grande forza dirompente, anche comica, rispetto alla società sovietica, la rivincita dello spirito sulla mediocrità meschina cui il regime vuole ridurre l’uomo.