Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 25 settembre 1999
In base alle statistiche, un ventenne con un impiego stabile, lavorando fino ai fino a 60 anni, utilizzerà 2 mila ore l’anno, in totale 80mila ore della sua vita
• In base alle statistiche, un ventenne con un impiego stabile, lavorando fino ai fino a 60 anni, utilizzerà 2 mila ore l’anno, in totale 80mila ore della sua vita. Alla cura del corpo, alle faccende domestiche e al sonno, in
media, dedicherà 219 mila ore. Gli restano 226 mila ore di tempo libero. Il
rapporto tra lavoro e ore di vita è di uno a sette, lavoro e tempo libero 1
a 3.
• Secondo Aris Accornero, non si è mai lavorato tanto e tanto intensamente quanto nell’età industriale: né gli schiavi né i servi della gleba avevano un orario regolare e rigido, nel medioevo c’era molto più tempo libero di oggi, nel Seicento non si lavorava più di 3-4 ore al giorno.
L’industria ha trasformato in "dipendenti" sottoposti a una disciplina paramilitare milioni di lavoratori autonomi, artigiani e contadini.
L’industria ha cambiato il concetto di lavoro identificandolo in un’attività eteroprogrammata ed eterodiretta prestata ad un estraneo in cambio di un salario.
• Graduatoria etico-pratica delle professioni fornita dal Fedro di Platone: il filosofo, il buon re, l’uomo politico, lo sportivo, l’indovino, il poeta, il coltivatore e l’artigiano, il demagogo e il tiranno. Qualsiasi produzione di oggetti materiali, anche le opere d’arte, rappresentava un’attività di second’ordine rispetto alla produzione delle idee.
• Da un’indagine voluta nel 1914 da Henry Ford (l’inventore della catena di montaggio) risultò che i lavoratori potevano essere "raggruppati" in 7.882
mansioni diverse. Meno della metà di queste mansioni richiedeva lavoratori in condizioni fisiche perfette, 670 mansioni potevano essere svolte da persone senza gambe, 2637 da persone prive di una gamba,
2 da persone prive di entrambe le braccia, 715 da persone prive di un braccio, 10 da persone prive della vista.
• Fin dal 1914 Ford stabilì il minimo salariale a 5 dollari al giorno (il più
alto del settore) e l’orario giornaliero in 8 ore (il più breve del settore).
• Quindici anni fa il rapporto tra salari più bassi e più alti, in America,
era di 1 a 41. Oggi la forbice si è così allargata: il rapporto è di 1 a 200. Il
presidente del Travelers Group guadagna 413 miliardi di lire l’anno, più di
un miliardo al giorno. Il presidente della Coca Cola Company 201miliardi.
Nello stesso paese vivono 30 milioni di persone sotto la soglia
di povertà. Sette milioni sono senza fissa dimora. Un milione e 700mila
persone sono in carcere.
• «Il comunismo ha perso, ma il capitalismo non ha vinto» (Vaclav Havel, presidente dell’allora Cecoslovacchia, poco dopo la caduta del muro di Berlino).
• I paesi dell’Ocse (tra i quali c’è l’Italia) godono di una ricchezza che
aumenta del 2 per cento l’anno: questa ricchezza dipende sempre meno dal loro lavoro e sempre di più dagli impianti automatizzati e dal lavoro
sottopagato dei cittadini del Terzo mondo. I cittadini dell’Ocse, tuttavia, non riescono ad uscire dalla logica secondo cui la qualità della propria
vita dipende dal proprio lavoro e non riescono a riprogettarla basandola
anche sulle attività che escono dai consueti criteri di definizione del
"lavoro". Poiché il lavoro diminuisce, per continuare a usarlo come parametro per la distribuzione della ricchezza (che peraltro aumenta) bisogna allargare il concetto di lavoro e remunerare le attività finora svolte gratis. Per esempio: se una casalinga cresce ed educa i suoi figli non viene pagata, se svolge lo stesso compito in un asilo con i figli di un altro riceve un salario. Se gli universitari ricevessero uno stipendio mensile, potrebbero essere incentivati a studiare con regolarità e le loro famiglie non dovrebbero fare salti mortali per mantenerli agli studi. In questo modo viene valorizzata la formazione, che porta ricchezza e sviluppo a tutta la società: «In un mondo in cui la ricchezza cresce ma è sempre meno prodotta dall’uomo, è impossibile ridistribuirla in base al lavoro umano: occorre trovare nuovi criteri, capaci di coniugare i meriti con i bisogni».
• Durante una recente crisi, la Volkswagen evitò i licenziamenti riducendo
l’orario dei dipendenti a 28 ore settimanali e modulandolo in oltre 100
diverse possibilità.
• Quindici anni fa la Fiat fabbricava 10 vetture l’anno per ogni addetto,
oggi la produzione è salita a 70 per ogni addetto. Le aziende italiane con
più di 500 dipendenti, negli ultimi dieci anni hanno ridotto la forza
lavoro del 22 per cento e aumentato la produzione del 18 per cento.
• Nylon. Il nome della fibra sintetica è una sigla: "Now You Are Loose Old Nippon" (Ora sei fregato, vecchio Giappone). Deriva dal fatto che il Giappone aveva scaricato sugli Stati Uniti una valanga di seta a basso costo mettendo in crisi molte industrie tessili. Ci vollero più di dieci
anni di lavoro prima che i ricercatori scoprissero una fibra in grado,
appunto, di "fregare il vecchio Giappone".
• Sindrome di Vespasiano. Svetonio racconta che mentre Vespasiano ricostruiva il Campidoglio devastato dalle guerre civili, un artigiano escogitò un sistema per trasportare le colonne di marmo sul colle senza troppa fatica umana. L’imperatore lo premiò ma non applicò il suo metodo perché avrebbe causato disoccupazione: «Mi si lasci sfamare il popolo minuto».
• Overtime. Italia e Giappone sono i paesi dove è più praticato: praticamente manager che credono (o ai quali viene fatto credere) di essere indispensabili all’azienda impiegano 10 ore per fare cose che ne
richiederebbero 5 pur di protrarre la loro presenza in ufficio. La Fuji
Bank ha reso noto uno studio dal quale risulta che il 4 per cento dei suoi
dipendenti trascorre tutto il giorno in ufficio senza fare assolutamente
nulla.
• Andy Grove, patron della Intel, stipendio da 94 miliardi l’anno, ha dichiarato: «Solo la paura può salvare le imprese». In questi termini, il
senso di smarrimento e di incertezza dei dipendenti per la mancanza di un vero "posto sicuro" sarebbe addirittura proficuo per l’azienda.
• Henry Ford, inventore della catena di montaggio, ha scritto nella sua
autobiografica che la cosa «da combattere più duramente nel tenere insieme un gran numero di persone in modo che svolgano il loro lavoro è un eccesso di organizzazione e la conseguente burocratizzazione dell’impresa».
• Nel 1956 in Usa, per la prima volta nel mondo, i "colletti bianchi"
superarono in numero i "colletti blu". Da allora il fenomeno si è esteso a
tutti i paesi avanzati.
• "Cultural gap": resistenza alle innovazioni, anche a quelle palesemente
vantaggiose. E’ un rifiuto psicologico e culturale dovuto al fatto che i circuiti logici del nostro cervello si strutturano, nel corso della nostra vita, in base all’esperienza creando una rete sinaptica sufficientemente solida da consentire grandi risparmi di energia attraverso la coazione a ripetere. Ripetere gesti, azioni, pensieri, insomma, compiere gesti abitudinari, produce un risparmio che conduce a impostare anche altre fasi della vita con la mentalità che ha strutturato la fase precedente.
• Nel V secolo Atene aveva 60mila maschi liberi, di cui 20mila meteci
(stranieri). Con mogli e figli si arrivava a una popolazione di
200mila persone. I 40mila maschi liberi, cittadini a tutti gli effetti, si
dedicavano esclusivamente a politica, studio, ginnastica. Il lavoro pratico
era delegato alle donne di casa, ai meteci e ai 300mila schiavi.
• In Italia, alla fine del I secolo avanti Cristo, si stima vivessero 2 milioni di schiavi su una popolazione totale di 6 milioni. Durante l’epoca imperiale, tra il 50 a.C. e il 150 d.C. nei territori romani gli schiavi erano diventati 10 milioni su una popolazione di 50 milioni. A Roma la vita media era di 25 anni, la metà dei bambini moriva nei primi 10 anni di vita, tra coloro che arrivavano all’età "matrimoniale" (tra i 20 e i 30 anni), morivano 2 uomini su 10. Poiché gli uomini erano soliti sposare donne molto più giovani, un quinto della popolazione femminile adulta era composto da vedove.
• A Firenze, nel 1354 viene installato il primo orologio pubblico della città: scandisce le ore per le botteghe e indica la "mezza giornata" lavorativa che fino a quel momento non esisteva.
• Legge di Moore. Nel 1965 Gordon Moore (attualmente presidente onorario di Intel) formulò la legge secondo cui la potenza dei
processori tende a raddoppiare ogni 18 mesi. Per dare un’idea di questa
accelerazione, si pensi che le auto per eseguire questo "raddoppio" hanno avuto bisogno di 60 anni.
• Nel 1971 la corsa alla miniaturizzazione ha una nuova impennata grazie alla costruzione di un microprocessore di seconda generazione chiamato 8080. Questo microchip condensava in uno spazio di 3 millimetri per 4 ben 2250 transistor capaci di realizzare 60mila operazioni al secondo. Ventisette anni dopo, con Pentium II, si condensano 9 milioni di transistor. Entro il 2011 si dovrebbero produrre microchip in grado di condensare un miliardo di transistor che compiono 100 miliardi di operazioni al secondo con una velocità di elaborazione che non può più essere misurata neppure in nanosecondi. Per avere un’idea, il cuore umano per effettuare un miliardo di battiti impiega circa 30 anni.