Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 6 luglio 2002
ìInterismi. Il piacere di essere neroazzurriî
• Beppe, Interismi. Il piacere di essere neroazzurri, Rizzoli, Milano 2002
1000 Coll. 13F24
• Avverbi. "Razionalmente? Sono interista. E’ un avverbio che non conosco".
• Ottimismo. "Qualcuno dice che il futuro è più nero che azzurro? Sbagliato. Tutto andrà per il meglio".
• Cani e gatti. "La Juventus, solida come un labrador, certamente vincerà ancora. L’Inter, matta come una gatta, vincerà ancora – probabilmente. La differenza è negli avverbi. Come dire: la Juve è un investimento, l’Inter una forma di gioco d’azzardo – l’unica che pratico, da trentasette anni. Ho perduto molto, è vero. Ma mi sono divertito. Non dicono così, i giocatori, guardando l’alba dalla finestra del casinò?".
• Bandiere. In casa Severgnini, una bandiera dell’Inter viene conservata da anni e riposta in una cassapanca dopo ogni campionato. Verrà sventolata solo in occasione di uno scudetto ("L’ultima volta, mia moglie ha chiesto se poteva farci una gonna").
• Fantasisti. "Adoro scoprire i modi diversi e geniali con cui Del Piero sbaglia gol fatti (ora capisco perché lo chiamano ”il fantasista”)".
• Impiegati. "Conceiçao, impiegato di concetto nella Lisbona di Pessoa. Un giorno toglie la giacca e scatta lungo il corridoio, entusiasmando tutti. E’ l’unico uomo di destra per cui lo scrittore Antonio Tabucchi potrebbe spendere una buona parola".
• Agenti. "Gresko, giovane agente della Spectre in un’avventura firmata Ian Fleming. Quando non sa cosa fare, si spara in un piede".
• Genio e aritmia. "Per me le partite sono lunghe apnee. Se c’è di mezzo Ronaldo, poi, l’esperienza assume contorni allucinogeni. Non capisco come faccia a fare le cose che fa: ma devo ammettere che le fa. Non riesco ad apprezzare fino in fondo la sua aritmia sudamericana. A me, lombardo, sembra indolenza. Invece è chiaramente genio, spostato verso la parte bassa del corpo".
• Marilyn. "Ronaldo, sfortunato e imprevedibile, è come Marilyn Monroe: produce capolavori sovrappensiero. Qualcuno si chiede se Massimo Moratti l’ha capito. Certo che l’ha capito. Perché se Ronaldo è Marilyn, il presidente è Arthur Miller. Con metà cervello l’adora, con l’altra l’amministra".
• Tipi. "Il giocatore interista di Tipo C: volonteroso e inadeguato. C’era poi il giocatore interista di Tipo B: il campione che, appena mette piede a Milano, imbrocchisce fulmineamente".
• Classe. "A San Siro, la prima volta, ho assistito a Inter-Lazio. Degli avversari ricordo il portiere Idilio Cei, che aveva un nome e un volto rubicondo da bidello. Gli interisti erano invece alteri e affascinanti. E tra Aristide Guarneri (1967) e Taribo West (1997) c’è la differenza di classe che corre tra il duca di Windsor e Vittorio Emanuele di Savoia".
• Fenomeni. "Il Milan mi è simpatico: lo trovo un interessante fenomeno naturale. E’ una squadra di Milano, per cominciare, ed è piena di tifosi gioviali. Vince gli scudetti senza accorgersene, ma ogni tanto gioca bene (è una classe preterintenzionale, ma esiste)".
• Patroclo. "Se l’Inter è Ettore (bello, valoroso e masochista) e la Juve è Achille (forte, permaloso e furbetto) il Milan può essere, al massimo, Patroclo. Bravo ragazzo, ma perfino Omero dopo qualche verso l’ha mollato".
• Psycho. Quel tifoso che ha proposto di cambiare la scritta sulle maglie dell’Inter: da ”Pirelli” a ”Psycho”.
• Grandezza. "Noi non anneghiamo: naufraghiamo. Noi non scivoliamo: stramazziamo al suolo. Noi non cadiamo: crolliamo come le mura di Gerico. Solo le grandi squadre perdono in maniera grandiosa".
• Sentimenti. L’ottimismo, secondo Severgnini "il meno interista dei sentimenti".
• Caffettiere. La ”caffettiera per masochisti”, con beccuccio e manico (di plastica) dalla stessa parte. La ”caffettiera Gresko” ha il manico d’acciaio, "per ustionarsi ogni mattina. Pardon: ogni partita". Entrambe consigliate ai tifosi interisti.
• Sicurezza. "Lentamente, gli juventini hanno acquistato la sicurezza dei vincitori (è capitato anche agli americani e a Gerri Scotti)".
• Positivismo. "Gli interisti sono romantici, con una punta di decadenza. Gli juventini, neoclassici. Noi siamo idealisti, loro positivisti. Gli interisti sono una nazione dolente (tre scudetti in trent’anni, e un Helsingborg quando non te l’aspetti); gli juventini credono nelle magnifiche sorti e progressive (e spesso vengono accontentati)".
• Fidanzate. "L’intera iconografia bianconera è una delicata provocazione. C’è un understatement tutto piemontese, nella scelta dei simboli. Noi abbiamo un drago; loro una zebretta. L’Inter è la Beneamata (tutti ci vogliono bene), la Juve la Fidanzata d’Italia (in sostanza, non se la sposa mai nessuno)".
• Amore. "Sappiamo di aver scelto un amore difficile. Ma questo è il bello".
• Dicotomie. "Il mondo si divide in due. Ci sono quelli che amano i gatti, Londra e l’Inter. E quelli cui piacciono i cani, Parigi e la Juventus".