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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Terremoti d’Italia

• I sismologi dicono che ad uccidere non è il terremoto, ma la casa che crolla.
• In Italia per poter progettare case non è necessario essere laureati in Ingegneria edile. Vanno bene anche una laurea in ingegneria elettronica, elettrotecnica, informatica.
• Il rischio sismico riguarda il 45 per cento del territorio italiano (un’area abitata da 23 milioni di persone). Il 65 per cento delle case edificate in queste zone può crollare per una scossa neanche troppo forte. Solo negli ultimi cinquant’anni, per ricostruire, sono stati spesi oltre 100 mila miliardi
• Nel nostro secolo i terremoti hanno causato un milione di senzatetto.
• L’unica zona d’Italia i cui abitanti non hanno memoria storica del terremoto è la Sardegna.
• In Italia, negli ultimi 3500 anni, i sismologi hanno catalogato oltre 30 mila terremoti. Di questi, quattromila hanno raggiunto un’intensità tra il quinto e il sesto grado della scala Mercalli (in media uno ogni 13-14 mesi).
• Francesco Petrarca racconta in una lettera che il 25 gennaio 1348, nella sua casa dei Colli Euganei gli si rovesciarono addosso gli scaffali della biblioteca (si trattava di un sisma che devastò l’area tra la Carinzia e l’Alto Veneto causando tra i 10mila e i 40mila morti).
• Ogni anno, da dieci anni, la protezione civile manda ai comuni delle zone sismiche circolari che spiegano come attrezzare aree per eventuali roulotte e prefabbricati. Dopo il terremoto di Marche e Umbria si è scoperto che nessun comune di quelle zone ne ha tenuto conto.
• I topi, ma talvolta anche gli uccelli e i vermi, possono essere complici del terremoto nelle distruzioni. I muri delle vecchie costruzioni sono in genere formati da due spallette in pietra riempite con pietre più piccole legate da malte argillose. Le tane degli animali creano vuoti e quindi zone deboli (per effetto del sisma si possono aprire brecce lunghe fino a un metro). I muri, trattentui all’interno della casa da solai e tramezzi, crollano di solito verso l’esterno. Per questo numerosi morti e feriti, specie nei centri storici, si trovano tra coloro che al momento della scossa erano in casa.
• Il 6 settembre 1962, durante il dibattito parlamentare per il terremoto dell’Irpinia, verificatosi 2 settimane prima (9° grado, 17 morti, 80 centri danneggiati) il ministro dell’Interno riferì che la lentezza dei soccorsi era dovuta alla mancanza di un organizzazione per la protezione civile. Nel 1968, 4 giorni dopo il terremoto del Belice (400 morti, 100 mila senzatetto, 3 centri totalmente distrutti) il vicepresidente del Consiglio Pietro Nenni chiedeva "baracche, baracche, baracche". Nel 1976, anno del terremoto in Friuli (decimo grado, mille morti, 200mila senzatetto) i soccorsi furono rapidissimi perché nel raggio di un centinaio di chilometri erano concentrati due terzi dell’esercito italiano, basi Nato e organizzazioni di soccorso austriache e tedesche. Nel 1980 ci vollero tre giorni per capire quanto fosse estesa l’area colpita dal terremoto dell’Irpinia (decimo grado, 3mila morti, 350 mila case distrutte). Si scoprì poi che le strutture che avrebbero dovuto dare l’allarme e organizzare i soccorsi facevano orario ministeriale. In altre parole: per dare modo alla macchina dello Stato di intervenire con prontezza il terremoto avrebbe dovuto verificarsi entro le 14.
• Secondo il giornalista Peter Hadfield il terremoto che nel 1923 distrusse Tokio uccidendo 140 mila persone sta per ripetersi. Previsioni: il Giappone dovrà ritirare tutti i suoi investimenti all’estero per ricostruire, e ci sarà un crollo dell’economia mondiale.
• Gli stranieri che si trasferiscono in Giappone vengono sollecitati ad acquistare il kit di sopravvivenza, uno zainetto che contiene cibi e bevande in scatola. Ricevono anche informazioni sui punti di raccolta e sulle procedure di salvataggio che saranno diramate in caso di terremoto da radio e televisione.
• La scienza che studia i movimenti della crosta terrestre si chiama tettonica, dal greco "tektoniké", "l’arte di costruire": infatti indica il modo in cui la crosta terrestre si autocostruisce.
• Tsunami: dal giapponese tsu (porto o costa) + nami (onda), maremoto. Si pensava fosse un fenomeno assente nel Mediterraneo, ma il 9 luglio 1956 a causa di un terremoto nel mar Egeo onde alte più di 20 metri arrivarono sulle coste di molte isole greche e turche. La notte del 6 febbraio 1783 tre ondate alte una decina di metri si rovesciarono sulla spiaggia di Scilla, in Calabria. Il 23 febbraio 1887 un terremoto del 10° grado colpì la Liguria occidentale: il mare si abbassò di 1 metro da Antibes a Santa Margherita Ligure. In alcuni punti, come Loano e Porto Maurizio il livello non è mai più risalito. Poco prima della scossa il mare davanti a Oneglia si ritirò di 4 metri, tornò alla normalità solo 5 mesi dopo. Il terremoto di Messina del 1908 fece abbassare di un metro il fondale delle Stretto provocando una serie di onde alte 8 metri su entrambe le coste.
• Si calcola che in Italia ci siano stati una cinquantina di "big one", eventi superiori al 10° grado della scala Mercalli, capaci di radere al suolo qualunque edificio non sia costruito con i più avanzati sistemi antisismici. La Calabria (da un punto di vista sismologico appartiene a questa regione anche la punta nord-orientale della Sicilia) è la regione più sismica d’Italia. In appena 125 anni vi si sono verificati ben 7 "big one": nel 1783, nel 1832, nel 1835, nel 1836, nel 1870, nel 1905 e nel 1908.
• La litosfera, lo strato di crosta terrestre che "contiene" la Terra, è spessa fino a quasi 200 chilometri sulla terra emersa, appena 10 chilometri sotto gli oceani.
• La linea di congiunzione tra il continente africano e quello europeo è segnata da una lunghissima spaccatura nella crosta terrestre denominata Gloria fault, faglia Gloria, che attraversa la Sicilia orizzontalmente e sale poi attraverso tutta la penisola seguendo gli Appennini. Piega poi verso la Liguria, compie un arco e raggiunge il Veneto e il Friuli per ridiscendere lungo la penisola istriana.
• Il primo ad affermare che la crosta terrestre fosse "frantumata" in più parti fu, all’inizio del secolo, lo scienziato tedesco Alfred Wegener. La sua teoria venne confermata negli anni Cinquanta grazie alla guerra fredda: gli strumenti dei sottomarini che si fronteggiavano negli oceani rivelarono sempre più con esattezza la conformazione dei fondali e i tecnici militari chiesero la ocllaborazione dei geofisici.
• Teoria tettonica a placche: La litosfera è separata dagli altri strati della Terra e rispetto ad essi, molto più fredda. Cominciò a formarsi circa 3 miliardi di anni fa. La litosfera non è un involucro compatto ma è divisa come un grossolano puzzle in 12 enormi placche o zolle maggiori più un numero imprecisato di placche minori I vulcani si trovano quasi tutti dove c’è o c’è stato in passato un contatto tra le placche: è nelle fenditure tra i blocchi che il magma trova la via per risalire in superficie. I blocchi si muovono l’uno rispetto all’altro anche alzandosi e abbassandosi. Dagli anni settanta la deriva dei continenti è studiata grazie ai satelliti artificiali I terremoti avvengono quasi tutti a causa dei movimenti delle zolle lungo i loro bordi. Non avvengono nel cuore delle zolle, compatte e solide, che gli studiosi chiamano infatti "scudi continentali".
• Le due placche che si incontrano lungo la faglia Gloria si muovono lungo la fascia di contatto alla velocità di 4 millimetri l’anno nell’oceano tra le Azzorre e Gibilterra, 5/6 millimetri l’anno lungo le coste nord-africane, ben 7 millimetri nella zona della Sicilia Orientale e 1 centimetro all’altezza dell’isola di Creta.
• Onde "P", le prime registrate dai sismografi: comprimono la materia come una molla. Onde "S" arrivano dopo agli strumenti e fanno oscillare la materia. Nella massa terrestre viaggiano a velocità diversa.
• Uno degli edifici ritenuti a maggior rischio sismico è quello "a pilotis", a palafitta, sullo stile proposto da Le Corbusier negli anni Trenta, copiato dai nostri progettisti dopo il dopoguerra un po’ ovunque. L’edificio poggia su pilastri di cemento armato in mezzo al quale c’è solo il vuoto degli androni e dei cortili. Per gli esperti di costruzioni antisismiche questi palazzi sono "vere e proprie trappole".
• Studiando oltre 30mila descrizioni storiche gli scienziati hanno scoperto che in epoca pre-cristiana ci furono terremoti dannosi in oltre 11mila località, in 200 casi sono descritti effetti riportati sull’ambiente naturale.