Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Date - L’ultimo numero dell’Unità compare in edicola venerdì 28 luglio 2000, 76 anni e sei mesi dopo la comparsa del primo (12 gennaio 1924)
• Date. L’ultimo numero dell’Unità compare in edicola venerdì 28 luglio 2000, 76 anni e sei mesi dopo la comparsa del primo (12 gennaio 1924).
• L’Unità. La testata viene chiamata così da Gramsci per sottolineare l’esigenza di unità tra le varie forze politiche della sinistra, tra Nord e Sud d’Italia e tra operai e contadini.
• Titoli storici. ”Addio” (quando muore Berlinguer), ”Il giorno più bello per l’Europa” (quando cade il Muro), ”Scusaci Principessa” (quando Lady D muore inseguita dai paparazzi).
• Paradossi. ”Repubblica è il secondo giornale dei comunisti, che però lo leggono per primo” (Giancarlo Pajetta).
• Scoop e dimissioni. Il direttore Giuseppe Caldarola si dimette il 23 agosto scorso dopo che il Tg 1 di Lerner dà la notizia che il giornale tornerà in edicola firmato da Furio Colombo.
• Fantasmi e finanziamenti. ”Ora che avete cambiato la testata da ”giornale del Pci” a ”giornale fondato da Antonio Gramsci” i soldi li chiederete a Gramsci?” (Achille Occhetto).
• Videocassette. D’Alema è direttore dall’88 al ’90, Veltroni dal ’92 al ’96 (si dimette per fare il vice nel governo Prodi che ha appena vinto le elezioni). Durante la direzione veltroniana, impennata delle vendite. Ma solo il sabato, quando c’è la videocassetta.
• Incartamenti. Durante un sabato di sciopero del sindacato giornalisti, l’Unità esce lo stesso: quattro pagine con la sceneggiatura di "Novecento" a incartare la cassetta col film di Bertolucci. Decisione storica presa da Caldarola (’I mancati introiti – mi venne spiegato - mettevano a rischio la sopravvivenza del giornale”).
• Nel 1981 l’Unità aveva 1.158 dipendenti, tra giornalisti e poligrafici, e due tipografie di proprietà.
• Il costo medio lordo annuo di un giornalista dell’Unità è 22 milioni nell’81 e 100 milioni nel ’90 (aumento causato dall’inflazione e dall’agganciamento al contratto nazionale di categoria che prima non veniva applicato).
• «Se ho una colpa è quella di non aver pensato neppure un momento di fermarmi a combattere. Ho reagito infantilmente. Vedevo di fronte a me un insuccesso certo e non volevo che prima o poi dell’Unità si dicesse: giornale fondato da Gramsci e chiuso da Fuccillo» (Mino Fuccillo, uno degli ultimi direttori).
• Slogan proposti per eventuali rilanci: ”Foglio della sinistra”, ”Sole-24 Ore della politica”, ”Repubblica dei poveri”.
• «’Veramente 400 milioni lordi l’anno mi sembravano giusti per un ruolo manageriale. Se non li valevo non dovevano darmeli» (Claudio Velardi, dirigente Ds, nominato consulente editoriale dell’Unità).
• «Si sono affannati al capezzale dell’Unità (per anni, i lunghi anni dell’agonia) le centinaia di dirigenti che non leggevano più l’Unità [...]. E le decine di migliaia di ex lettori ancora affezionatissimi, pronti magari all’ennesima sottoscrizione straordinaria, ma che da tempo facevano mancare il pane quotidiano dell’acquisto in edicola» (Michele Serra).
• Negli anni ’50 e 60 Turi Bonifiglio, bracciante agricolo, per comprare una copia dell’Unità faceva una colletta tra lavoratori e poi a turno uno la leggeva e gli altri ascoltavano.
• «Molti miei colleghi, vendendomi sfogliare le pagine dell’Unità mi deridono, pensandomi portatrice di ideali anacronistici e fuori dalla realtà» (Federica Panebianco, studentessa universitaria di Tarquinia).
• Nell’estate 2000, a Rosignano Solvay, Valenzano, Montepulciano, Carovigno, Formello, Alessandra e Chiusi vengono fatte feste per l’Unità in luogo di quelle dell’Unità, essendo scomparso dalle edicole il festeggiato.
• «Siete troppi; avete un organico sovradimensionato: ci vuole un giornalista ogni mille copie vendute» (Paolo Mieli).
• «Ci deve essere un progetto editoriale chiaro che identifichi i lettori» (Eugenio Scalfari).
• «La storia di un giornale è una corsa a staffetta. Passa attraverso fasi diverse di fronte alle quali si deve avere il coraggio e la capacità di rinnovarsi per rispondere a problemi nuovi» (padre Bartolomeo Sorge).
• «Siate più cattivi. Il buonismo non fa vendere copie» (Giampaolo Pansa).
• Il 20 settembre 2000 i liquidatori tagliano i telefoni e sul sito che sostituisce l’edizione cartacea compare una grande X rossa.
• «L’incredibile fine dell’Unità viene accolta dai quadri più disincantati e cinici con un sospiro di sollievo: ora finirà il salasso dei debiti per un giornale che serve poco» (Letizia Paolozzi e Alberto Leiss).
• «Il passato non illumina l’avvenire, così lo spirito cammina nelle tenebre» (Alexis de Toqueville).