Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
L’ultimo dei Gucci
• Rodolfo Gucci, detto Foffo, padre di Maurizio, nacque a Firenze nel 1912, ultimogenito di Guccio e Aida Calvelli. Nel 1928, di nascosto, partecipò a "Ragazze non scherzate", una pellicola girata negli studi cinematografici di Rifredi, periferia di Firenze. Sul set venne notato da Mario Camerini che lo chiamò a Roma per farlo recitare in "Rotaie". Rodolfo non aveva pantaloni lunghi, per presentarsi sul set se ne fece prestare un paio dal fratello maggiore Aldo. La moglie di Rodolfo, Alexandra Winkelhausen (anche lei attrice, nome d’arte Sandra Ravel, conosciuta sul set di "Al buio insieme" e sposata nel 1944), morì di polmonite nell’agosto del ’54. Il piccolo Maurizio (nato il 26 settembre 1948) venne affidato alle cure della tata Tullia. Rodolfo Gucci era terrorizzato dai rapimenti e faceva seguire il figlio anche quando risiedevano in Svizzera, nella tenuta di Sant Moritz: l’autista lo tallonava con la macchina mentre passeggiava o andava in bicicletta.
• Maurizio Gucci conobbe Patrizia Reggiani la sera del 23 novembre 1970 a una festa. Lei era vestita di rosso e indossava molti gioielli.
• ll vero cognome di Patrizia è Martinelli: Fernando Reggiani, titolare di una importante ditta di trasporti era il padre adottivo. La madre, Silvana Barbieri, faceva la lavapiatti in un bar. Madre e figlia, nata nel dicembre del 1948, vivevano in un bilocale vicino al locale. Nel ’50 Silvana, che ha 22 anni, incontra Fernando, 55. Lui resta vedovo nel febbraio del ’56. Nel settembre di quell’anno Silvana e Patrizia vanno a vivere da lui. A 15 anni la ragazza riceve dal padre un visone bianco. A 18 una Lancia Fulvia Zagato. Patrizia aveva l’abitudine di cotonarsi i capelli per sembrare più alta.
• Maurizio Gucci frequentò Patrizia di nascosto dal padre; andavano a cena al ristorante Santa Lucia, un locale tappezzato di foto di attori a due passi dal Duomo di Milano e spesso lui non mangiava perché aveva appena cenato col padre. Per evitare il matrimonio del figlio con Patrizia, che secondo lui "correva dietro i soldi dei Gucci", Rodolfo Gucci chiese aiuto perfino al cardinale Giovanni Colombo (settembre 1972).
• Maurizio e Patrizia si sposarono il 28 ottobre 1972 nella chiesa dei Cavalieri del Santo Sepolcro a Milano. La sposa venne criticata dalle amiche per il suo enorme bouquet. Lo sposo aveva sei garçons d’honneur, la sposa sei damigelle, gli invitati erano 500, non era presente nessuno dei Gucci. Solo lo zio Vasco mandò al nipote un regalo: un vaso d’argento.
• Per la nascita della prima nipote, Alessandra (1976) Rodolfo, che nel frattempo aveva fatto pace col figlio, comprò alla coppia un attico di 500 metri quadri nella Olympic Tower, un grattacielo costruito da Onassis nel centro di Manhattan. Venne arredato con mobili ipermoderni e pezzi stile impero, in una profusione di pelli di giaguaro e leopardo. Segreto il prezzo sborsato, ma quando, nel 1989, Kashoggi vendette il suo appartamento, qualche piano più in basso, ottenne 30 milioni di dollari.
• Nella tenuta di Sankt Moritz i Gucci hanno quattro ville: Chesa Murézzan (casa Maurizio), costruita da Rodolfo in pietra rosa e legno, due sole camere da letto, venne destinata a casa dei custodi e a sala di proiezione quando venne terminata la seconda villa, Chesa d’Ancora (nome d’arte di Rodolfo attore); Oiseau bleu, uno chalet costruito nel 1929 dalla vecchia proprietaria; infine Casa Heidi, voluta da Patrizia: una ricostruzione in pietra della baita dell’omonimo film, veniva usata solo d’estate.
• A Milano Patrizia Gucci aveva voluto un attico più superattico più terrazza in piazza San Babila. C’erano la piscina e un giardino pensile con piante di banano.
• Per la nascita della seconda figlia, Allegra, Maurizio regalò alla moglie "Apple blossom farm", una tenuta agricola con decine di ettari di terra nel Connecticut. Altro regalo per la nascita di Allegra: lo yacht Creole, tre alberi in legno, 63 metri, tutto nero. La barca era stata commissionata nel 1925 da Alexander Cochran, fabbricante di tappeti americano. Quando vide il lavoro fatto dal cantiere Camper & Nicholson, trovò gli alberi troppo alti e li fece sbassare. La barca venne varata il 14 settembre 1927 con il nome Vira. Alla morte di Cochran la barca venne comprata dal maggiore inglese Edward Popo, che la trasformò in una imbarcazione a motore, poi l’imbarcazione passò a sir Conner Guthrie, appassionato di regate, che la fece restaurare. Ma scoppiò la guerra e il Vira venne requisito e usato per salvare i soldati bloccati a Dunquerque. Usata anche per la ricerca di mine, cambiò nome in Magic Circle. Nel 1953 venne comprata dall’armatore greco Stavros Niarchos. Nel maggio del 1970 la prima moglie di Niarchos, Eugenia Livanos, si uccise a bordo della barca, ribattezzata Creole, ingerendo barbiturici. Quattro anni dopo, Tina, sorella di Eugenia, seconda moglie dell’armatore, si suicidò, sempre sul Creole. Per cacciare lo spirito di Eugenia dalla barca, che rischiò di affondare già nel viaggio di trasferimento, Patrizia Gucci fece fare un esorcismo alla sua maga Frida.
• Personale in servizio nell’attico di San Babila: 2 maggiordomi, 4 cameriere e un cuoco francese che, negli anni Ottanta, riceveva uno stipendio di 6 milioni al mese. Per i pranzi di Capodanno a Chesa Murézzan Patrizia faceva ricamare a mano tovaglie con scritte di auguri e con la data dell’anno che terminava. Dopo l’uso venivano buttate. Per far ballare gli ospiti i Gucci chiamavano musicisti famosi come i Gipsy King e, al momento del commiato, per gli ospiti c’era sempre un ricordo in oro o in argento.
• Patrizia, innamorata delle pellicce, aveva 4 visoni, dal miele al lilla, manti di zibellino, lontra ed ermellino. Nell’inverno 1982 Patrizia decise di fare la stilista per la Gucci e creò delle trousse da sera piatte e squadrate usando metalli preziosi stampati come pelle di coccodrillo. Si chiamavano "Orococcodrillo" e vennero messe in vendita a 29 milioni l’una. Il pomeriggio del 22 maggio 1985 Maurizio riempì una piccola valigia e annunciò alla moglie che partiva per qualche giorno. Il 25 maggio un suo collaboratore chiamò Patrizia per avvertirla che il marito aveva deciso di non tornare più a casa.
• Venerdì 23 febbraio 1990, al Club Privé di Sankt Moritz, Maurizio incontra Paola Franci, sposata - in crisi - con l’industriale del rame Giorgio Colombo. Paola, arredatrice, era presente al matrimonio di Maurizio e Patrizia: vestita completamente di rosso, compresi il lungo boa di struzzo e il cappotto, di velluto. Bionda, alta, portava un braccialetto d’argento alla caviglia sinistra. Anche Maurizio, come Patrizia, ricorreva ai maghi, convinto di essere minacciato dalle fattucchiere della moglie. Una notte in cui venne colpito da un forte mal di testa chiamò la sua maga Anna che gli suggerì di guardare dentro al cuscino e in giro per la stanza: aveva trovato 13 spilli, li aveva legati con un nastro rosso e poi se ne era liberato.
• Nel settembre 1994 Patrizia organizzò un gran ballo per i 18 anni della figlia Alessandra. Affittò la vialla settecentesca dei Borromeo, a Cassano d’Adda. Gli invitati erano 400, sul palcoscenico si esibirono i Gipsy King, Alessandra, vestita di bianco e rosa, aprì le danze con un valzer. Il suo cavaliere non era il padre, come vorrebbe la tradizione: Maurizio era stato esplicitamente invitato a non presentarsi alla festa. Alessandra ballò con Maurizio Vanadio, primo ballerino della Scala scritturato per l’occasione.
• f??B,vembre 1994, lunedì, la Corte d’Appello di Milano ratificò la sentenza di divorzio di Patrizia e Maurizio, pronunciata qualche tempo prima dal tribunale svizzero di Maloggia. Paola (41 anni) e Maurizio (46) vivevano insieme da sei mesi e decisero di sposarsi in inverno, nella tenuta di Sankt Moritz. Tra le idee di Maurizio dopo la sua uscita dalla Gucci: aprire piccoli negozi "culturali" nei musei italiani; produrre biciclette con motore elettrico, rilevare il bar Cova, a Milano, e vendere cioccolatini con il marchio Gucci, creare una nuova Capalbio in Umbria, ristrutturando un intero borgo abbandonato; aprire la Cambogia al turismo d’élite; realizzare un parco giochi con tema le meraviglie del mondo. Infine decise di mettere in piedi un casinò.
• Il 26 marzo 1995, domenica, Paola e Maurizio andarono al mercatino sui Navigli e comprarono sue telefoni neri anni Quaranta. La sera andarono a cena con gli amici. Il mattino seguente, appena entrato nell’ingresso del palazzo al numero 20 di via Palestro, dove aveva il suo ufficio, venne colpito da quattro colpi di pistola: il primo lo raggiunse alla spalla sinistra, il secondo al braccio destro, il terzo al gluteo destro, il quarto colpo venne sparato dal killer quando Maurizio era già a terra e lo colpì ala tempia sinistra, trapassandogli il cranio. Uscendo l’assassino sparò anche al portiere, Pino. Alle 11 mattina dello stesso giorno le eredi di Maurizio Gucci presentarono una richiesta di sequestro. L’ufficiale giudiziario mise i sigilli alla casa dove Maurizio viveva con Paola e il figlio di lei. Il funerale di Maurizio Gucci si svolse il 3 aprile nella basilica di San Carlo. La bara era ricoperta di velluto grigio, sopra erano deposte tre corone di rose e gigli bianchi. Patrizia, in prima figlia, portava un tailleur nero spigato, lunghi guanti di pelle nera, cappellino con veletta e occhiali neri. Paola non partecipò alle esequie. (pubblicato su ”Io Donna” di novembre)
• Alle 4.30 del 31 gennaio 1997, Patrizia Gucci è stata arrestata con l’accusa di aver commissionato l’omicidio dell’ex marito.
• Grace Kelly, affezionata cliente del negozio Gucci di via Condotti, una volta chiese un foulard a disegni floreali. Il modello non c’era, venne fatto apposta per lei, allora diva di Hollywood. Quando, nel 1956, Grace sposò il principe Ranieri di Monaco, tutte le invitate ricevettero un foulard Gucci.
• Durante un viaggio in Giappone, l’allora presidente della Repubblica Pertini venne accolto da una piccola folla che sventolava bandierine tricolori e urlava "guc-ci guc-ci". Chiese cosa significava "gucci" in giapponese, gli fu risposto: «Nulla, è la sola parola italiana che conoscono».
• Quando l’attore Sidney Poitier fece un viaggio in Africa, una giornalista sprovveduta gli chiese cosa provasse a calpestare la terra dei suoi antenati. L’attore, caustico, rispose: «Una magnifica sensazione, dal momento che porto ai piedi scarpe Gucci».
• A Washington il salone del Senato adibito al passeggio dei parlamentari (l’equivalente del nostro Transatlantico) venne ribattezzato "Gucci Gulch", cioé valle dei Gucci.
• John Fitzgerald Kennedy venne pubblicamente definito da Aldo Gucci "il miglior ambasciatore italiano in America".
• Nel negozio Gucci sulla Fifth Avenue un ascensore portava al piano superiore dove i clienti importanti venivano fatti accomodare per scegliere con calma bevendo un drink e ammirando i quadri di una piccola ma eccellente galleria privata: Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani, Vincent Van Gogh e Paul Gaugin. I clienti ricevevano in dono una piccola chiave d’oro che apriva l’ascensore, un gadget che in pochissimo tempo diventò un must tra i vip di New York.
• Alla fine dell’aprile del 1983 la Gucci inaugurò un nuovo negozio in via Montenapoleone, a Milano. Per subentrare nei locali precedentemente occupati da Elizabeth Arden, secondo le voci, i Gucci avevano pagato più di un miliardo. Per la festa dell’inaugurazione la strada venne chiusa al traffico , addobbata con gardenie e trasformata in un ristrorante all’aperto: sui marciapiedi tavoli coperti da vassoi d’argento, a chiunque passava le hostess (fra loro molte fanciulle della Milano-bene) venivano offerte ostriche, champagne e caviale. (pubblicato su ”Io Donna” di novembre)
• Nell’84 Maurizio Gucci decise di tentare la sfida della Coppa America (la più prestigiosa competizione velistica del mondo) sponsorizzando una barca italiana. Al progetto presero parte 12 società italiane, tra cui Montedison e Buitoni, ognuna versò 1 miliardo. La barca, chiamata Italia, affondò a Perth (in Australia, dove si sarebbero svolte le prime regate della Coppa) non appena calata in acqua.
• Maurizio Gucci acquistò per oltre 4 miliardi Villa Bellosguardo, a Firenze. Nel palazzo, costruito nel Cinquecento per la famiglia Pucci, nel 1906 diventò la residenza del tenore Enrico Caruso. Maurizio voleva trasformarla nell’Università Gucci, per l’addestramento degli artigiani e del personale dell’azienda. Il progetto fallì: per ristrutturare l’immobile servivano almeno 30 miliardi.