Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Elogio della siesta
• Il riposo che, con o senza sonno, segue il pranzo (dal latino sixta, la sesta ora del giorno, cioè il mezzogiorno dei romani). Praticata da tutti i mammiferi e dalla maggioranza delle specie animali, fa parte dei nostri ritmi biologici fondamentali.
• Egiziani e Romani invitavano gli amici apposta per fare la siesta.
• In Cina il diritto alla siesta, chiamata ”xiu-xiu”, è sancito nell’articolo 49 della Costituzione del 1949 ("Chi lavora ha diritto al xiu-xiu").
• La sacralità del sonno nelle religioni animiste dell’Asia, che vietano di svegliare bruscamente chi dorme, per non provocargli una "frattura dell’anima". Gli dei Visnu e Siva, d’altra parte, sono spesso rappresentati in posizione allungata.
• Il ricercatore americano Lehman ha dimostrato che la curva dell’efficacia del lavoro cala nettamente all’inizio del pomeriggio, tra le quattordici e le sedici (anche negli individui che non hanno mangiato).
• Nei cento giorni passati completamente isolata in una grotta Veronique Le Guen verificò che il sonno le veniva comunque sempre in due momenti del giorno: la notte e il primo pomeriggio (si suicidò alcuni mesi dopo l’esperimento).
• La frequenza delle vibrazioni elettriche emesse dal cervello cambia in funzione della sua attività: dodici vibrazioni al secondo, quando è operativo (ritmo beta); tra le otto e le dodici vibrazioni quando l’individuo è cosciente, ma passivo (ritmo alfa); tra le quattro e le otto vibrazioni, durante il sonno profondo (ritmo thêta); tra una e quattro vibrazioni, durante il sonno profondissimo (ritmo delta). Il recupero del cervello durante una siesta deriva proprio da un rallentamento delle onde elettriche.
• Tra le posizioni ideali per la siesta, quella "del vetturale": seduti, con testa e dorso piegati, gambe leggermente divaricate, mani e braccia appoggiate sulle ginocchia. Per recuperare alla svelta in ufficio o a scuola basta chinarsi sulla scrivania o sul banco appoggiando la testa sulle braccia, in modo da distendere bene i muscoli del collo (posizione consigliata anche nel corso di esami lunghi qualche ora).
• Il delfino non si addormenta mai completamente, ma ricorre a frequenti sieste flash di pochi secondi. Allenandosi nel sonno ultrarapido l’uomo può imparare a fare la siesta anche in piedi, col vantaggio di poterla praticare sempre e ovunque.
• Salvador Dalì si sistemava in una poltrona, tenendo un cucchiaio tra pollice e indice, dopo aver messo un piatto di stagno per terra, proprio sotto il cucchiaio. Quando arrivava il sonno, dopo pochi minuti, le dita si rilassavano lasciando cadere il cucchiaio nel piatto e il pittore si svegliava.
• Il momento migliore per formulare le buone intenzioni (per esempio se si vuole smettere di fumare o si vuole dimagrire), durante la siesta. Si pensa al comportamento che si vuole tenere fino a sognarlo: allora entra in gioco il subconscio e sarà più facile mantenere i propositi.
• Nelle filosofie orientali il passaggio dal sonno al risveglio simboleggia il risveglio spirituale dell’essere. Budda, letteralmente ”Il risvegliato”, è proprio colui che ha saputo risvegliarsi bene. In Francia il risveglio del re Luigi XIV era l’evento mondano più importante della giornata a Versailles: Sua Maestà, ancora nel letto, riceveva i suoi cortigiani e, forte delle ispirazioni notturne, dava gli ordini per la giornata.
• Secondo recenti ricerche condotte nell’ospedale di Atene, una siesta quotidiana di mezz’ora diminuisce del trenta per cento il rischio di accidenti cardiocircolatori (le probabilità d’infarto diminuiscono con l’aumento della durata della siesta).
• Per una giornata di lavoro di otto ore, una siesta di venti minuti aumenta la resa del venti per cento. Tra i primi che hanno installato sale di rilassamento nelle aziende, i giapponesi.
• «Vivere è una malattia a cui il sonno porta sollievo ogni sedici ore» (Chamfort, 1700).
• Secondo una ricerca condotta dalla Società Americana di Cancerologia su un campione di un milione di persone con più di trent’anni di età, la mortalità naturale è inferiore tra coloro che dormono sette - otto ore per notte, rispetto a quelli che dormono più di otto ore o meno di sette
• «Il numero delle conoscenze sufficienti a mantenerci saggi è minimo, e si tratta di conoscenze semplicissime» (Louis Lavelle).
• «La siesta, bisogno cronobiologico innato, rafforza la capacità di lavoro e di concentrazione, scioglie la fatica, elimina le tensioni nervose e i cattivi umori» (Richard Belfer).
• Il sonno ottimale non è monofasico, cioè limitato alla notte, ma polifasico, cioè distribuito in diversi momenti della giornata: i nostri ritmi biologici, dunque, richiedono almeno una siesta al giorno.
• Col sonno profondo sopravviene una fase di sogno, chiamato "paradossale", perché l’encefalogramma registra il ritmo beta come se il soggetto fosse sveglio.
• Le tecniche di sonno frazionato messe a punto dalla Nasa: prima di una missione gli astronauti si allenano ad addormentarsi in qualsiasi circostanza e a praticare il sonno di breve durata per restare svegli e concentrati per un lungo periodo (analoghe tecniche sono adottate da camionisti e da navigatori solitari).
• Tremila anni fa i Persiani dormivano sul materasso ad acqua, contenuta in pelli di capra, cucite tra loro e chiuse ermeticamente (strumento di isolamento sensoriale, favorisce quel senso di pesantezza che induce alla siesta e al sonno).
• La siesta è particolarmente consigliata ai ragazzi, perché durante il sonno secernono un ormone della crescita che facilita la maturazione del sistema nervoso e il ristabilimento delle cellule usate.
• Tra i metodi per rilassarsi in vista della siesta, concentrarsi sulle sensazioni di caldo e di pesantezza (consigliato dal dottor Schultz).
• Le focene sembrano sempre sveglie: in realtà dormono alternativamente con l’emisfero destro e sinistro del cervello.