Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Nomadi e sedentari
• Nomadi e sedentari. La suddivisione dell’Asia centrale in repubbliche voluta da Stalin nel periodo sovietico è uno dei rari successi del dittatore georgiano. Creò delle entità statuali in base alle caratteristiche etniche: per i nomadi delle steppe il Kazakhstan, per i nomadi del deserto il Turkmenistan, per i nomadi delle montagne il Kirghistan, per i sedentari iranofoni il Tagikistan, per i sedentari turcofoni l’Uzbekistan.
• Particolare non trascurabile. Il leader nazionalista russo Vladimir Zirinovski, è nato ad Alma Ata, capitale del Kazakhstan, dove forte è la tensione, dopo la fine dell’Urss e della conseguente tutela moscovita, tra russi (39,7 per cento della popolazione) e kazakhi (37,8).
• Eliminazioni. Proteste della comunità internazionale per le modalità di voto delle elezioni in Kazakhstan: si devono cancellare tutti i candidati, tranne quello prescelto.
• Laghi. In Kazakhstan, terra di esperimenti nucleari durante il periodo sovietico, negli anni Ottanta e Novanta si sono formati i cosiddetti "laghi atomici", cioè laghi ormai consolidati e duraturi nei crateri dov’era esplosa la testata.
• Dimensioni. "Kazakhstan tu sei immenso, Cinque France
Senza Louvre, né Monmartre" (Oljas Omarovic Sulejmenov).
• Papaveri e boss. In Uzbekistan, come altrove nell’Asia Centrale, l’attuale coltivazione del papavero da oppio deriva da quella sovietica introdotta per fini farmaceutici, sui cui oggi ha messo le mani la mafia russa.
• Pellicce in Africa. Le pecore che danno la famosa pelliccia di Astrakan sono nere o grigie e si chiamano "karakul" (in uzbeko "lago nero") dal nome della cittadina a 60 km a sud di Bukhora. Le pellicce venivano usate in passato per i copricapi più pregiati, come quelli dei sovrani. Nel 1902 Roosvelt riuscì a ottenere dall’emiro di Bukhora alcuni esemplari di pecora che cercò di far acclimatare negli Stati Uniti e nel Canada. Il tentativo fallì. Fuori dal loro habitat, le bestie morirono senza riprodursi. Ebbe successo invece un commerciante di pelli della Namibia che stabilì una produzione non solo florida da decenni ma anche superiore alla uzbeka come qualità. Tale pelliccia è denominata "swakara" (South West Africa seguite dal nome "kara", "nero" in turco).
• Made in. Qualcuno in Occidente, sapendolo o senza saperlo, guida auto Daewoo prodotte in Uzbekistan e beve Coca Cola prodotta in Uzbekistan.
• Cotone, camion e canto. "In campo musicale i maquams, cioè i motivi musicali tradizionali della regione uzbeka di Fergana poi estesisi al resto del paese e assi simili ai raga indiani, sono ripresi dalla tradizione sufica e spesso ispirati al deserto. Tra gli interpreti più famosi di maquams vi è Monajat (che in uzbeko significa "supplica, implorazione") Jultchieva. Nata nel 1960 in un kolkohz cotoniero dove il padre faceva il camionista, imparò a cantare dalla radio e dalla televisione".
• Parlo turco. Gli uzbeki sono la seconda comunità turcofona del mondo.
• I tappeti del presidente. "In questi anni Nyazov ha sviluppato una sorta di culto della personalità: dai suoi collaboratori si fa chiamare serdan ("condottiero"), mentre i turkmeni gli si rivolgono con l’appellativo ufficiale di Turkmenbashi ("guida di tutti i turkmeni"), che è anche il nuovo nome della città di Krasnovodsk. Inoltre la data del suo compleanno, il 19 novembre, è stata trasformata in festa nazionale, la "festa della bandiera". La sua effige troneggia sui muri, nelle piazze, sulle nuove monete, perfino sui tappeti".
• Verde. Nei musulmani vige il divieto di tessere tappeti col verde perché è il colore del mantello di Maometto e sarebbe empio calpestarlo.
• Scale. La capitale del Turkmenistan, Ashgabat, 450.000 abitanti, è stata distrutta negli ultimi due secoli quattro volte dai terremoti, nel 1893, 1895, 1925, 1948. L’ultimo provocò oltre 100.000 vittime e raggiunse la magnitudo 9 nella scala Richter.
• Bucefalia. "Secondo lo storico Arnold Toynbee si deve ai turkmeni la domesticazione del cavallo nel XVIII secolo a. C. e in seguito quella del cammello. Secondo altri storici era della razza turkmena Akhal Tekè anche il cavallo favorito di Alessandro Magno, il famoso "Bucefalo". Alla sua morte il conquistatore macedone gli dedicò grandi onoranze funebri, fece costruire un monumento e in suo onore fondò la città di Bucefalia (oggi Jalapur, in Pakistan) nel luogo dov’era morto".
• Anima. "L’anima è un ospite passeggero nella carogna del corpo" (Makhtimguli, poeta turkmeno del Settecento).
• Sorte. "Quando tutto va bene si hanno molti amici. Ma quando va male non si hanno più nemmeno i fratelli" (ancora Makhtimguli).
• Asili e Asia. In Tagikistan, come in altre repubbliche centroasiatiche ex sovietiche, la media dei posti negli asili può soddisfare solo il 20 per cento del fabbisogno, di qui la necessità per le donne di badare tutto il giorno ai bambini e alla casa e di dare una mano nei campi.
• Riso. La leggenda vuole che la Zoroastro appena nato si fece una risata per simboleggiare il carattere ottimistico della sua dottrina.
• Ali. Il simbolo dello zoroastrismo è l’uomo alato.
• Torri. "Il rito funebre tradizionale dello zoroastrismo possiede una peculiarità: poiché i cadaveri sono considerati impuri (in preda a entità malefiche) e non devono contaminare l’acqua, la terra, ma soprattutto il fuoco, essi non possono essere abbandonati ai fiumi, né sepolti, né bruciati. Il distacco dell’anima dal corpo avviene in tre giorni e tre notti, dopo i quali le salme venivano esposti agli avvoltoi che ne scarnificavano i corpi nei dakma, costruzioni circolari aperte in alto, note come "torri del silenzio". Le ossa, che restavano incontaminate, venivano raccolte in particolari "osteoteche", mentre l’acqua piovana che dilavava veniva filtrata e incanalata verso il mare, tramite un foro posto al centro della costruzione".
• Montagna. Il 93 per cento del territorio kirghiso è montagna.
• Svizzera sovietica. Per la bellezza dei pascoli e delle foreste, il Kirghistan è stato soprannominato la Svizzera sovietica.
• Vetta della vittoria. I sovietici denominarono la montagna più alta del Kirghistan (7439 m.) "pik pobeby", la vetta della vittoria.
• Sola. Uno dei tipici piatti kirghisi è la "sola sola", riso bollito.
• Kuygab opko. Nel corso delle feste kirghise, in modo proporzionato ai mezzi di ciascuno, vengono offerte agli ospiti le kuygab opko, mammelle di pecore cotte nel latte.
• Un libro schematico, articolato e completo, ricco di aneddoti e notizie di varia natura, tra Kazakhstan, Turkmenistan, Kirghistan, Tagikistan e Uzbekistan. Ovvero la terra incognita delle repubbliche centroasiatiche. Da Alessandro Magno che intitolò una città al suo cavallo Bucefalo al presidente turkmeno che l’ha intitolata a se stesso
Giampaolo R. Capisani, specializzato in storia sovietica alla Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali di Parigi, collabora con riviste italiane e estere. Piedi neri e piedi rossi. Così come i coloni francesi dell’Algeria erano chiamati pied noirs quelli sovietici dell’Asia Centrale sono chiamati pied rouges.