Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 29 Sabato calendario

Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo

• Dotto di Botallo. Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Guerrini, nasce il 29 aprile 1923 a Bologna da padre professore di musica (figlio di un fattore e di una contessa) e madre (Emilia Putti) appartenente all’alta borghesia bolognese. Il dotto di Botallo, canale che collega i ventricoli del cuore e che si chiude alla nascita, per una malformazione congenita le resterà aperto.
• Serpenti d’oro. Infatuazione giovanile per il fratello della madre, uno degli ortopedici più famosi del mondo, Vittorio Putti: alto, slanciato, scapolo, mani lunghe e sottili, al mignolo un serpente d’oro dall’occhio di smeraldo.
• Servi e cani. "Servi e cani fanno quello che possono per farmi credere d’essere fra una popolosa famiglia" (Vittorio Putti).
• Bastoni e insegne. Imparò a leggere seguendo con lo sguardo il bastone del padre che, per le vie di Parma, le indica le insegne dei negozi.
• Russi a parte. Autodidatta da quando, a dodici anni, il medico le vieta la scuola per via del cuore, il padre le impone la regola del Croce: russi a parte, i classici si leggono in lingua originale.
• Personalità: nervi fragili come la madre, volitiva come il padre.
• I progetti e le bombe. A Firenze, dove si è trasferita la famiglia e il padre è direttore del conservatorio, allaccia una profonda amicizia con Anna Cavalletti. Progettano di fare critica in modo lieve ("come in una conversazione"), scrivere racconti e un viaggio in treno in Germania a Natale (quando i finestrini sono gelati e ci si può scrivere sopra col dito). Ma il 25 settembre del ’43 Anna Cavalletti muore sotto un bombardamento insieme alla madre.
• Primi amori. A Firenze, dopo la guerra, fa coppia con Leone Traverso, germanista, figura chiave dell’ermetismo toscano, cappello nero perennemente in testa, soprannominato "Gran Khan" dagli amici, per la corporatura imponente e il viso largo. Quando lui lascia la città lo sostituisce col poeta Mario Luzi. Infine col poeta spagnolo don Rafael Lasso de la Vega, marchese di Villanova, lungo bocchino d’avorio, calvo, maculato per un problema di pigmentazione, 25 anni più vecchio, il suo primo Maestro
• Chiatte, isole. Trasferita a Roma, dove il padre dirige il conservatorio, i suoi luoghi preferiti sono: l’isola Tiberina, la Passeggiata di Ripetta, il Tevere con le sue chiatte colorate.
• I Ching. Passa per lo studio di Ernst Bernhard, piscanalista ebreo-tedesco che ha introdotto in Italia Jung: tra i clienti Bazlen, Bertolucci, Manganelli. Gli piace perché sa anche leggere la mano e l’I Ching.
• Tuoni, respiri, febbre. Conosce la Morante, Silone e Corrado Alvaro che assiste fino alla morte: "Fu una notte molto lunga. Ho ancora negli orecchi il brusio della pioggia e il tuono del suo respiro fino alle 4.50. Alla finestra, fra un’iniezione e l’altra, pensavo al pittore Severn, che centotrent’anni prima, nella casa di fronte, ascoltava quel tuono nel respiro di Keats. Aveva, quando è spirato, la febbre a 41.7. Lo tenevo tra le mie braccia, già esanime, mentre la donna che ci aiutava gli infilava il pigiama azzurro; e ancora bruciava, bruciava tutto - come i bambini che dormono con febbre".
• Danze. Sua prima opera "Passo d’addio", raccolta di poesie che richiama il saggio di danza che le ballerine eseguono per congedarsi dalla scuola.
• Koan Zen. Ama l’archeologia, l’Oriente, i paradossi dei koan zen (tipo: "Qual era il tuo viso prima della nascita dei tuoi genitori?").
• Bambini. Non ama vezzeggiare i bambini, gli piace osservarli.
• Per sempre. Salva dalla morte Elémire Zolla: l’anglista, seguace di filosofia orientale, rifiuta le medicine. Lei se lo porta in casa, lo cura come solo una malata qual era poteva fare. Resterà con lui per sempre ma alla fine il sodalizio spirituale s’incrina.
• Scrittura. "Dovrà dunque la vita fluire lungo vene d’inchiostro!"
• Souvenir. Appassionata di conventi, avviata alla crisi mistica che la porterà alla conversione, riceve in dono dall’amico scrittore Piero Scanziani questo souvenir del monte Athos: il teschio d’un monaco.
• Aventino. Natale 1964: muore improvvisamente la madre seguita a breve distanza dal padre, si trasferisce con Elémire nella pensione Sant’Anselmo, sull’Aventino, camere separate.
• Cose e persone. "Bisogna essere nudi e leggeri per portare armi pesanti; e io devo armarmi da capo a piedi con tutte le armi della fede per affrontare questo Natale. E poi le cose mi atterriscono; queste cose che durano più delle persone".
• Dies Irae. Dal 65 al 69, in seguito al Concilio Vaticano II, scompare la liturgia in latino, ciò sconvolge la Campo: scompare il Rorate dell’Avvento, il Gloria della Domenica delle Palme, l’Exultet della veglia pasquale, il Dies Irae dell’ufficio dei morti, il Te Deum e il Parce Domine delle pubbliche calamità. Si batte per evitare la riforma, stringe amicizia con Lefèbvre.
• Dies Irae. Dal 65 al 69, in seguito al Concilio Vaticano II, scompare la liturgia in latino, ciò sconvolge la Campo: scompare il Rorate dell’Avvento, il Gloria della Domenica delle Palme, l’Exultet della veglia pasquale, il Dies Irae dell’ufficio dei morti, il Te Deum e il Parce Domine delle pubbliche calamità. Si batte per evitare la riforma, stringe amicizia con Lefèbvre.
• Gatti. Trovata casa sull’Aventino, due passi dalla pensione, la riempie di gatti, soprattutto femmine che restano regolarmente incinta e danno alla luce nella vasca da bagno una nidiata di gattini da regalare agli amici.
• Presentazioni. Esoterico e mistico come la compagna, Zolla incrocia spesso in trattoria il maestro hassidico Abraham Heschel finché questi una sera a cena si rivolge a lui così: "Lei s’interessa di Cabala?". Risposta di Zolla: " la Cabala che si interessa a me!". Diventano amici.
• Tv. Guarda la tv solo quando il temporale disturba le trasmissioni e sullo schermo appaiono strane figure indistinte.
• Sorrisi. La notte tra il 10 e l’11 gennaio 1977: "Zolla mi raccontò che era stato un trapasso molto difficile, che le mancava l’ossigeno. Ma mi disse anche che prima di morire Cristina gli aveva lanciato un sorriso aperto, accorato, perfetto, che lui non avrebbe mai dimenticato" (John Lindsay Opie).
• Qualche giorno prima: "...decisi di concedermi, per puro amore della salute, il dono più straordinario: una serata esclusivamente letteraria, cioè la lettura di alcuni capitoli di Proust. Da sempre una beatitudine di perfezione quasi fisica, come nell’adolescenza fare in gran segreto un bagno nudi al chiaro di luna".
• "Vita segreta" di Cristina Campo, traduttrice e poetessa raffinatissima, osteggiata per le sue simpatie conservatrici (come quella per la messa in latino, proibita dal Concilio Vaticano II) e pressoché ignorata dalla critica. Amica di Luzi e Alvaro, compagna di Zolla, è affetta da una malformazione cardiaca congenita che, accanto a un carattere carismatico, le conferisce una delicatezza esangue. Cristina De Stefano vive a Pavia e lavora a Milano come giornalista.