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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Guida completa a Sabrina Ferilli. Tra cinema

• «Non credo di essere mai andata in una trasmissione di prima serata vestita in modo eccessivamente succinto. Non lo ritengo giusto. In questo sono intelligente: capisco dove puoi stare con il culo di fuori e dove serve il tailleur» (Sabrina Ferilli).
• «Io non seduco, ma piaccio» (Sabrina Ferilli)
• «Per una ragazzina di 14 anni il seno non ha né l’importanza né il signficato che può avere invece per un uomo di 30, 40 o 50 anni. Ecco perché piacevo agli uomini molto più grandi di me proprio mentre, e qui sta il paradosso, i miei compagni di scuola mi prendevano in giro (’Ammazza che bocce!’) come se portassi gli occhiali o l’apparecchio ai denti» (Sabrina Ferilli)
• La Ferilli attuale vede così se stessa bambina: «una Maradona al femminile: attaccatura dei capelli bassissima, pelosa come la figlia di Fantozzi, massiccia come un lottatore... insomma, un disastro. Anzi, mi ricordo che negli anni immediatamente precedenti allo sviluppo, il mio pediatra, un vero luminare che era anche un amico di famiglia, mi disse: ’Pensa che i brutti anatroccoli, crescendo, diventano sempre belli, mentre il contrario (cioè che i bambini belli restino belli anche da grandi) non succede altrettanto di frequente».
• Misure della Ferilli: 39 di piede, quarta di seno, 38-40 gli abiti.
• «Io sono una di quelle che adorano mangiare anche da sole, perché per me mangiare è proprio un momento di vero piacere. Io, per esempio, non ho masi mangiato né panini né altre porcherie del genere. Così come succedeva a casa mia, anch’io ci tengo molto a queste pause di tranquillità e così mi apparecchio per bene e per intero la tavola anche quando sono sola, anche perché - al contrario di molte persone - mangiare da sola non mi dà alcuna tristezza, anzi, mi mette addosso una grande allegria. Metto in tavola tutte le mie cose, le mie quattro o cinque pietanze preferite, i due-tre tipi di pane che mi piacciono di più e, finalmente, mangio da sola: una meraviglia assoluta! I primi sono la mia passione, sia da mangiare che da cucinare: un grande classico come la carbonara, per esempio, lo trovo imbattibile, così come le melanzane alla parmigiana ma soprattutto, in questo periodo, vado pazza per gli spaghetti alla Norma» (Sabrina Ferilli).
• Attrici che sanno cucinare: Sofia Loren, che ha anche scritto un libro di ricette e ha cucinato gli spaghetti in diretta sulla Cnn. Maria Grazia Cucinotta, che sta scrivendo un libro sui piatti siciliani in questo periodo.
• «La donna che cucina prova una duplice gioia: guardar mangiare le persone amate, e guardarle mangiare il cibo cucinato da lei» (Marlene Dietrich)
• La Ferilli passa quasi tutto il giorno chiusa nella sua casa di via Flaminia a Roma. Corre tutti i giorni su un tapis roulant e vince la noia guardando intanto la tv. Non scende neanche per fare la spesa, ma si fa portare tutto a casa (è questo, a suo dire, l’unico caso in cui si sente una star). Non guida e gira solo in taxi. La prima cosa che fa la mattina: telefonare al padre. Beve il caffè senza zucchero. Cucina bene (Paolo Conti del Corriere della Sera andò a trovarla per un’intervista nel primo pomeriggio, la sorprese semidormiente "con la cucina invasa dai cascami di una colossale pasta con i broccoletti". Suo commento: ’Oddìo come vivo’).
• La Ferilli, dopo aver seguito le lezioni di Giuseppe De Santis, si presentò al Centro Sperimentale di Cinematografia, ma fu bocciata soprattutto da Ingrid Thulin che la giudicò troppo italiana e non adatta all’esportazione.
• «Il critico teatrale Masolino D’Amico ha scritto, riguardo al mio personaggio di Rosetta nel ’Rugantino’, che se migliorassi la voce entrerei nella leggenda. E a me quel giudizio m’è rimasto in testa. Mi brucia. So che col canto ho già fatto molto. Garinei mi prese nonostante sapessi intonare solo ’Sandokan, Sandokan’. Oggi canto. Ma voglio entrare nella leggenda» (Sabrina Ferilli, La Stampa gennaio 1999)
• «Io sono un uomo» (Sabrina Ferilli, La Stampa gennaio 1998)
• «Da piccola ero pelosa, grassoccia. Quando poi sono cresciuta, m’è venuto un seno grosso, pesante, che ancor oggi è fonte di complessi. Non sapevo mai se stare gobba per nasconderlo, o dritta per mostrarlo. Un disastro» (Sabrina Ferilli, Sette 1996)
• «Sa che le dico? Che mi piaccio da pazzi» (Sabrina Ferilli, Il Messaggero ottobre 1999)
• «Il corpo e l’anima in un calendario? Non so, forse guardando le foto si vedono gli occhi. Forse. Ma c’è qualcuno che li guarda, gli occhi?» (Sabrina Ferilli, il Messaggero, ottobre 1999)
• «Sono la dimostrazione che la donna anoressica può funzionare per un servizio di moda, ma quando gli uomini devono scegliere preferiscono la sicurezza di un fisico formoso. E magari apprezzano che, oltre a un seno quinta misura, ho anche una testa e dico ciò che penso» (Sabrina Ferilli, Panorama gennaio 1999)
• «Il dialetto per un attore è come il codice penale per un avvocato, o la stoffa per uno stilista» (Sabrina Ferilli, Il Venerdì luglio 1998)
• «La depressione secondo me è una conseguenza dell’egoismo. La generosità è il miglior antidoto alla depressione» (Sabrina Ferilli, Riflessi luglio 1998)
• «Tutte le colleghe che si sono fatte immortalare, anche loro hanno dovuto dire di aver accettato perché erano nudi d’autore. Balle: le tette so’ tette e il culo pure. Ci si spoglia perché un sacco di gente dica: ’Ammazza quanto sei bbona»" (Sabrina Ferilli, L’Espresso dicembre 1999)
• «Berlusconi è un uomo molto operoso, dorme due ore per notte. Lavorando a Mediaset, ho assistito a scene di disperazione dei suoi collaboratori per gli appuntamenti con lui alle quattro del mattino» (Sabrina Ferilli, L’Espresso, dicembre 1999)
• «Chi vorrei essere? Totò con le tette» (Sabrina Ferilli)
• Jerry Calà che, durante le riprese del Diario di un vizio di Ferreri, «prolunga la conclusione di un amplesso oltre il ciak, tuffando la faccia nel decollété della Ferilli tra l’ilarità generale».
• Il regista cinematografico Giuseppe De Santis, originario di Fondi, prese poi casa a Fiano Romano, in piazza del Commercio 1. Fu maestro di Sabrina Ferilli
• C’è qualche alimento a cui è allergica? "No, purtroppo" (Sabrina Ferilli)
• «In ’Le ali della vita’ ho dovuto ricreare il trucco degli anni Cinquanta, cioè con l’occhio meno sottolineato nella parte inferiore, mentre il teatro esige invece un make-up fatto di chiari e di scuri molto più marcati, a causa delle luci del palcoscenico), il mio intervento consiste di solito nell’enfatizzare l’ovale del viso, che è molto bello, e nel nascondere qualche difetto, anzi, uno in particolare, quelle delle occhiaie - un classico della bellezza romana - che talvolta, quando Sabrina è stanca, tendono a venir fuori» (Bruno Tarallo, truccatore).
• «Ognuno ha la faccia che ha, ma qualche volta si esagera!» (Totò)
• Antonello Sarno stava intervistando la Ferilli e l’attrice, pur di non parlare del suo seno, elogiava ogni parte del suo corpo, soffermandosi in particolare sull’orecchio. Prese poi a parlare dei suoi piedi, massaggiandoseli e dopo aver chiesto: «Tu insomma non conosci i miei piedi?» si sfilò gli stivaletti dal tacco affusolato. Sarno: «Effettivamente piedi degni di nota, magri e nervosi ma non leziosi, insomma da modella». Ferilli: «Tutti i fotografi mi inquadrano i piedi. Sempre. Sì, è vero, i miei sono quasi da uomo, ma sono belli, al punto che nelle foto del calendario sono quasi sempre in campo. Certo, vanno tenuti bene, a volte è proprio un lavoro, ma comunque ne vale la pena».