Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Barbie il fascino irresistibile di una bambola leggendaria
• Nell’antichità, la bambola era un ”accessorio del rito sacrale o un corredo del sacrificio offerto alla divinità, per ottenerne protezione o favori”. Primi esemplari di bambole sacre: statuine di pietra che simboleggiavano la fecondità della terra, bamboline di pezza impiegate nei riti voodoo.
• La bambola diventò un gioco per bambini soltanto nel 1700.
• Dal XVIII secolo in poi, i materiali più utilizzati per produrre bambole sono cartapesta e legno.
• La cartapesta, inizialmente ottenuta impastando carta inumidita e acqua, fu poi resa più densa e collosa con l’aggiunta di farina, sabbia, argilla o polvere di gesso. Questo miscuglio era versato in appositi stampi: prima che si asciugasse del tutto, le parti più delicate della bambola venivano rinforzate con pezze di lino. In seguito, si colorava la pelle, gli occhi, le sopracciglia e i capelli. La parrucca era di capelli veri. Il materiale era così deteriorabile che la casa produttrice non poteva firmare la creazione.
• La testa e il corpo erano ricavati lavorando al tornio un unico pezzo di legno. Naso e orecchi erano invece intagliati. Occhi smaltati, colore della pelle rosa-giallastro, stile regale e fattezze adulte. Il meccanismo di vendita era affidato agli ambulanti.
• Prima catena di produzione industriale: 1882, cittadina di Spriengfield, Vermont. Le bambole prodotte in America avevano ancora la testa di legno, ma gli arti inferiori e superiori erano in metallo.
• Nel 1921 furono create le bambole in panno di Lenci, stoffa leggera che deriva il suo nome dall’omonima industria torinese. Caratteristiche: sguardo obliquo e dita di ogni mano cucite insieme, pollice escluso.
• In questo stesso periodo comparvero le bambole in porcellana cinese. Il materiale, ideale per riprodurre le tonalità della pelle e rendere la superficie del volto brillante, fu subito adottato dall’Occidente. Soggetti femminili infantili, testa e fianchi smaltati, occhi di vetro, capelli distribuiti a ciuffetti e labbra arrossate con l’utilizzo del rosso cinabro.
• La celluloide fu brevettata dai fratelli Hyatt negli Stati Uniti nel 1869. «Composta da canfora e nitrocellulosa, permetteva di modellare qualsiasi tipo di oggetto. Proprio questa caratteristica diede la spinta decisiva alla produzione di massa delle bambole, a cominciare, negli anni Cinquanta, dal famoso Cicciobello».
• Antenata della Barbie fu Lilli, protagonista di un fumetto tedesco pubblicato a partire dal 1952. L’autore, O. M. Hausser, l’aveva concepita come una donna emancipata che conduceva una vita assai disinvolta. Il fumetto riscosse un successo incredibile: bambole a immagine di Lilli, destinate soprattutto a un pubblico maschile, furono messe in vendita nei negozi di sali e tabacchi di tutta la Germania.
• Ruth Handler, designer della Mattel, fece un viaggio in Germania e fu colpita dalla bambola Lilli: ne acquistò tre esemplari e rielaborò l’idea in America, capovolgendo i presupposti dell’originale. Caratteristiche essenziali della sua nuova creazione: ”tenera ingenuità”, dolcezza e ”ogni altra grazia femminile”.
• «Sono i desideri su vasta scala a fare la storia» (Don De Lillo, Underworld).
• «Cognome: Millicent Roberts. Nome: Barbara. Data di nascita: 9 marzo 1959. Anche se già progettualmente concepita nel 1957. Luogo di nascita: Atalanta, casa Mattel. Stato Civile: dal 1961 amica o fidanzata (non si sa) di Ken Carson. Classe d’appartenenza: beautiful society [...] Segni distintivi: purezza e innocenza. Capelli: biondi, mori, quindi metamorfici. Occhi: azzurri, ma variano in funzione delle lenti a contatto che porta. Altezza: 29 centimetri. Misure: 91-45-84. Segno Zodiacale: Pesci».
• «Barbie [...] appartiene ai segni d’acqua. La dottrina zodiacale del grande astrologo Branko, che non a caso le imita il colore dei capelli, sostiene che essa abbia una predilezione per il pianeta Nettuno, voglia lo stagno come metallo, adori l’acquamarina quale gemma, opti per il blu come colore, resti affascinata dal fiore di magnolia, si odori con il timo, ami il delfino, scelga come numero fortunato il nove, adori il giovedì, e che, stranamente, da Atlanta aspiri a trasferirsi a Taranto. Dolce, inafferrabile, estroversa e soprattutto figlia del mare, dai moti dell’anima sempre instabili, si contende il primato della donna più affascinante e seducente dello Zodiaco insieme al segno della Bilancia».
• «In Francia, Barbie si chiama Marie e ha come compagne una ragazza australiana, un’inglese e un’americana»
• In Medio Oriente, «adotta il chador come velo, si fa chiamare Sara, ha una sorella egiziana di nome Laila. L’una è sciita, l’altra sunnita”, perché ”i figli d’Arabia e d’Iran non restino disorientati tra le tradizioni locali e il modello culturale occidentale incarnato da Barbie».
• «Barbie è una specie d’angelo à la Wenders nel film Il Cielo sopra Berlino, perché insegna agli umani come sapienza e apparenza riescano a coniugarsi perfettamente».
• «I ricercatori del laboratorio di arti artificiali della Duke University, North Carolina, hanno scoperto che le giunture usate dalla Mattel per le ginocchia di Barbie potrebbero essere applicate nella fabbricazione di dita finte per mutilati: garantirebbero verosimiglianza e una salda presa sugli oggetti, oltre ad eccitare i pazienti di sesso maschile che in una inchiesta hanno rivelato di gradire protesi che fanno venire in mente le gambe di Barbie. Lusingata, la Mattel ha regalato agli scienziati uno stock di ginocchia (’Il diario della settimana”, 15/9/2000)».
• Un artista di nome Leonard ha esposto in una mostra una scultura plastica di Barbie abbellita da uno smisurato piercing sulla narice sinistra.
• Alcuni stilisti considerano Barbie «la top model più economica e meno pretenziosa del mondo».
• Eva Herzigova fa sapere che lei è una «sirena con l’anima», «non una vuota perfezione, come la bambola Barbie».
• Marco Orea Malià ha creato esclusive acconciature per signore. Particolarità: un largo cerchietto su cui è adagiata una Barbie (variante: in piedi mentre fa la spaccata).
• «Negli anni sessanta Barbie aveva ben compreso come una signora dell’alta società si giudicasse a partire dal portamento»
• «Ma ora, se la Mattel è furba e onesta, aspettiamo la Barbie depressa, in fase finale di una storia. Le donne vere se la passano spettinate e in tuta. A loro, e a Barbie, si consigliano altrettanto comodi fuseaux neri e felpone (senza scritte stupide). Donano di più e Barbie e donne possono ancora darsi un tono» (Maria Laura Rodotà).
• In futuro, Barbie muterà «il registro del suo effetto seduzione: sarà grassa, transessuale, transgender, oltreché già islamica».
• Un giovane stilista di tendenza interruppe il rito del casting urlando stizzito: «Non voglio delle ragazze, voglio delle Barbie coi tacchi».
• Barbie appare per ben due volte nel film Eyes wide shut. All’inizio, nel bagno borghese di Tom Cruise e Nicole Kidman, «fra profumi, dentifrici e medicinali si scorge, sulla mensola di destra, il biondo platino della sua parrucca». Alla fine, in un enorme toyshop addobbato per natale, la loro figlioletta esclama felice: «Mamma, Barbie!».
• «La Barbie è da un po’ che non ce l’hai» (Adriano Celentano, Il tempo se ne va).