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 2004  luglio 19 Lunedì calendario

Isaac Bashevis Singer: vita tumultuosa di un dybbuk

• Isaac Bashevis Singer: vita tumultuosa di un dybbuk. Baldoria. «Sono troppo vecchio per tutta questa baldoria» (Matusalemme nell’apologo La morte di Matusalemme).
• Buffone blasfemo. Molte le celebrazioni in occasione del centenario della nascita di Isaac Bashevis Singer, definito dal ”New York Times” «all’insegna delle polemiche e del dissenso». L’ondata di critiche nei confronti dell’unico autore yiddish ad aver vinto il Nobel sono guidate da Inna Grade, vedova del novelliere yiddish Chaim Grade, grande rivale di Singer: «Mi dispiace molto che l’America si prepari a celebrare quel buffone blasfemo. Lo disprezzo profondamente perché ha ricatapultato la letteratura ebraica e il giudaismo indietro nella terra di Moab» (regione biblica dove Lot e le figlie iniziarono una ragnatela incestuosa).
• Terribile e splendido. «Che mondo meraviglioso, un mondo terribile e splendido, quello di Isaac Bashevis Singer, Dio lo benedica... Consentitemi di dire, di Singer, quello che egli ha detto di suo fratello: ”Sto ancora imparando da lui e dalla sua opera”» (Henry Miller).
• Rabbini/1. Isaac Singer nasce a Leocin, in Polonia, villaggio dove vivono non più di duecento anime, tra ebrei e cristiani. Vien tirato su a forza di lingue morte («ebraico, aramaico e yiddish») e di Ghemarà e Talmud. Il padre, rabbino Pinchos Menahem Singer, un pio chassid figlio di una famiglia di rabbini da sette generazioni, non parla né polacco né russo. Pure la madre Betsabea Basheve è figlia di un rabbino.
• Rotoli sacri. Pinchos Menahem è capace di prevedere la fine del mondo perché una donna ha giurato il falso su un rotolo sacro o d’accigliarsi per un’etichetta di birra un po’ troppo colorata («vanità mondane»).
• Rabbini/2. Da bambino, Isaac vorrebbe mascherarsi per la festa di Purim e abboffarsi di ciambelline. Quando gli tocca studiare da rabbino, si rifiuta come già ha fatto il fratello Joshua, 11 anni più grande. proprio Joshua a fargli leggere i libri profani tradotti in yiddish: Sherlock Holmes, astronomia, evoluzionismo e, a 12 anni, Delitto e Castigo. Sempre Joshua gli dice: «Dio non esiste».
• Raskolnikov. «Se Singer avesse scritto Delitto e castigo, Raskolnikov non avrebbe ucciso, ma consumato sesso» (Jonathan Rosen sul ”New Yorker”).
• Comandamenti. Avrebbe voluto esser vegetariano, ma suo padre gli rimprovera di voler essere più santo di Yaweh (che ovviamente non era vegetariano). A ventun anni, Singer riscrisse i dieci Comandamenti, aggiungendo un undicesimo: «Non uccidere o sfruttare l’animale, non mangiare la sua carne, non indossare la sua pelle, non costringerlo a fare cose contrarie alla sua natura».
• Ciabatte. «Dimenticava spesso di mangiare. Un amico newyorkese, uomo di editoria, che lo conosceva benissimo, mi ha raccontato che in un certo periodo la stessa sopravvivenza di Singer è dipesa dalla fortuna d’abitare nel palazzo dove viveva anche Shelley Winters, attrice, già moglie di Vittorio Gassman. Quando non lo vedeva per un po’, si precipitava da lui e lo trascinava in una cafeteria della loro via, tutti e due in ciabatte, a volte addirittura in vestaglia. E, mentre mangiavano le solite quattro cose vegetariane ridendo come bambini, Shelley gli estorceva mirabili racconti».
• Bilgoray. All’inizio della Grande guerra, Basheve Singer porta i figli a Bilgoray, città dei suoi genitori, posto rimasto fuori dalla modernità «sotto il fango e la nebbia». Lì Isaac rimarrà senza la famiglia a partire dal ’22. Lì inizia a conoscere le donne.
• Carro. Isaac non vuole metter su famiglia: quando Runya, con cui ha una storia, rimane incinta, si sente proporre di buttarsi insieme sotto un carro (il figlio, David Israel, comunque nasce). Nel frattempo il fratello Israel Joshua è diventato scrittore e vicecaporedattore del ”Literarische Bleter” di Varsavia, dove lo chiama a lavorare.
• Dybbuk. S’attribuisce una «personalità scissa»: «Violavo ogni legge dello Shulchan Aruch e al tempo stesso leggevo libri cabbalistici e chassidici, a tratti la mia potenza sessuale era incredibile e di punto in bianco diventavo impotente. Dentro di me s’annidava una qualche sorta di nemico, oppure un dybbuk che mi faceva dispetti d’ogni genere e giocava con me come il gatto col topo».
• Semenze. Quando, all’inizio del ’35, Joshua gli scrive di raggiungerlo a New York, Isaac lascia la moglie e il figlio («perché la mia semenza dovrebbe essermi più vicina di un altro essere umano?»), la madre e il fratello Moishe, che moriranno nella deportazione in Urss, e la sorella Hinde Esther.
• Hitler. A Philip Roth che gli chiede perché se n’è andato dalla Polonia: «Avevo tutte le ragioni per partire. Nel ’35 Hitler era già al potere e minacciava di invaderci. Nazisti come Göring venivano in Polonia a caccia e in vacanza. Il mio tenore di vita era diventato molto frugale, sopravvivevo a stento. E poi il motivo principale era che mio fratello era qui. Avevo tutte le ragioni per fuggire in America».
• Delicious. «Arrivai e vidi che tutti parlavano inglese. C’era una riunione dell’Hadassah, e ci andai convinto di sentir parlare yiddish. Ma quando entrai c’erano un duecento donne e non si sentiva che un’unica parola: ”delicious, delicious”. Non sapevo cosa fosse, ma certo non era yiddish. Non so cosa avessero dato loro da mangiare, ma c’erano duecento donne lì sedute e tutte dicevano, ”delicious”» (Singer).
• Tre parole. Quando arriva in America conosce tre parole («Prenda una sedia») e ha 50 dollari in tasca.
• Forvertz. Si guadagna da vivere collaborando al ”Jewish Daily Forward” (o ”Forvertz”, ”Avanti” in ebraico), quotidiano degli ebrei di New York. Probabile che abbia scritto pure libri commissionati da ricchi ebrei.
• 15 dollari. Racconta: «Per anni ho avuto un solo, ossessivo desiderio: guadagnare 15 dollari alla settimana. Mi dicevo: ”Se riesco a guadagnare 15 dollari posso pagare l’affitto della mia piccola camera e col resto mangiare al self service”».
• Fornaio. Amava ripetere: «Se Tolstoj abitasse nella casa davanti, non mi passerebbe neanche per la testa di attraversare la strada e andare a fargli visita... quando uno ha fame non si interessa della biografia del fornaio».
• Alma. Nel ’40 sposa Alma Wassermann, ebrea tedesca che lascia il ricco marito e due figli per lui. E fa la commessa mentre lui scrive.
• Amore. «Parlava sempre d’amore ma era capace di far soffrire quelli che l’amarono abbandonandoli, o tradendoli, magari nelle sue tre stanze affittate contemporaneamente per le amanti che s’accavallavano».
• Donne. Milletrè secondo la leggenda, trenta secondo una tarda confidenza.
• Gimpel l’idiota. Nel ’53 Irving Howe e il poeta Eliezer Greenberg vogliono mettere insieme un’antologia di storielle yiddish. Sono entusiasti di Gimpel l’idiota, così vanno da Saul Bellow e gli fanno tradurre all’impronta il racconto mentre glielo leggono a voce alta. Scrive Howe: «In tre o quattr’ore era fatta. Bellow aveva riversato nell’oceano americano il fiume della prosa singeriana».
• Pover’uomo. Secondo lui «è l’opera che conta, non il pover’uomo che la scrive; non ci interessa se Omero era uno o tanti, uomo o donna, simpatico o antipatico» .
• Foglie. Claudio Magris, che intrattiene un’amicizia epistolare con Singer, un’estate va a trovarlo dove trascorreva le vacanze con Alma: «Mi son trovato a raccontargli anche cose della mia vita che non racconto a molte persone. Dopo che gli avevo parlato di una malattia che aveva devastato una mia nipote bambina, lui, infilzando una foglia col suo bastone, mormorò: ”Sa, la letteratura serve così poco...”».
• Nobel. Lo ricevette nel ’78: «Passano gli anni, vengono e vanno i giorni, noi siamo qui, meravigliati d’essere vivi. Nemmeno un premio modifica la natura. Non ce la fa neanche un premio come il Nobel specialmente se è del tutto immeritato come il mio».
• Naanah. Negli ultimi giorni, sofferente per l’Alzheimer, lo sentono gridare «Naanah!», il nome della diavolessa sognata dal vecchio Matusalemme, venuta a possederlo prima della morte. Singer muore a Miami nel ’91.
• Sogni. «Nella letteratura, come nei nostri sogni, la morte non esiste».
• Elucubrazioni. "Nessun libro dovrebbe essere più lungo di Guerra e pace. Ed anche a Guerra e pace come taglierei pagine nelle elucubrazioni finali..." (Singer).