Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Gerusalemme
• Archeologia. «A Gerusalemme l’archeologia è ideologia».
• La prima menzione della città di Gerusalemme. Nel 1925 a Luxor furono trovati cocci antichi, su cui erano incisi i nomi di varie località. Tra queste Rushalinum, Gerusalemme (da Shalem, dio siriano del tramonto). Il vasellame risaliva al regno del faraone Sesostris (1878-1842 a. C.).
• Israele. Secondo la Bibbia, il regno d’Israele nacque tremila anni fa con la conquista della Palestina da parte di dodici tribù d’origine mesopotamica sfuggite alla schiavitù d’Egitto. Alcuni studiosi sostengono invece che il regno nacque per l’ascesa sociale di ceti autoctoni, emarginati ed espulsi dalle città. probabile che la Bibbia abbia ragione (anche se non dà un resoconto fedele di quanto accadde bensì una ricostruzione mitica).
• Arca uno. Intorno all’anno 1000 a. C., Gerusalemme, detta anche Sion, era abitata da circa duemila gebusei. Re Davide la espugnò e ne fece la capitale d’Israele perché si trovava in una posizione centrale. Poi vi trasferì l’Arca della Santa Alleanza e da quel momento divenne la città sacra. A quanto pare l’Arca era una cassa contenente le tavole della legge sormontata da cherubini dorati le cui ali spiegate formavano lo schienale del trono del dio Yhwh. Davide, poeta, musicista e guerriero, danzò e volteggiò intorno ad essa vestito solo di un perizoma di lino, interrompendosi di tanto in tanto per un sacrificio animale. Non riuscì però a sistemarla in un tempio di pietra. Fu Salomone a farlo.
• Arca due. Il devir, il sancta sanctorum del Tempio, custodiva l’Arca ed era accessibile solo al sommo sacerdote (l’unico che poteva pronunciare il nome di Dio: Yhwh).
• Babilonesi. Nel 586 a. C., i babilonesi distrussero Gerusalemme, Tempio compreso. L’Arca, come altri arredi preziosi, sparì. La popolazione fu in gran parte deportata a Babilonia, metropoli sofisticata e multietnica. Lì, per non confondersi con il resto degli abitanti, gli ebrei codificarono una serie di mitwoz (precetti), come la circoncisione della prole e il riposo il sabato. Le mitwoz servivano anche a sublimare la sparizione dell’Arca, considerata una catastrofe.
• Il secondo Tempio. Più di mezzo secolo dopo la distruzione, l’ebreo Zorobabele giunse a Gerusalemme da Babilonia insieme a Giosuè (nipote dell’ultimo sommo sacerdote che aveva officiato nel Tempio) e ad altri immigrati. Fece costruire un secondo Tempio, nel luogo dove si trovava il primo. Il sancta sanctorum (essendo l’Arca scomparsa) era vuoto. Il sommo sacerdote vi accedeva solo una volta l’anno, nella nuova festività di Yom Kippur (espiazione per i peccati che erano stati alla causa della distruzione della città).
• I romani. Durante la dominazione romana, ci furono periodi di oppressione e altri di libertà. Una volta, un soldato romano di guardia vicino al Tempio si denudò e fece gesti osceni ai fedeli. Nel tumulto che seguì, molti ebrei morirono. L’imperatore Adriano proibì la circoncisione e altre mitwoz. Nel 70 d. C., Gerusalemme si ribellò e venne rasa al suolo dall’esercito imperiale. La distruzione del Tempio, difeso dai seimila ebrei fino alla morte, fu un colpo micidiale. Non poteva essere ricostruito perché sarebbe stata la terza volta e la terza volta spettava solo a Dio. Il lato occidentale del muro del sancta sanctorum rimase in piedi e diventò luogo di lamentazione: il Muro del pianto.
• Islam uno. Maometto visse sei secoli dopo Cristo e considerò quest’ultimo soltanto un profeta (sia pure venerabile), non il figlio di Dio. Non credeva possibile che Dio avesse fatto fare a suo figlio una fine del genere.
• Islam. Intorno all’anno 620, Maometto compì un volo notturno col suo cavallo Buraq, scortato dall’arcangelo Gabriele, e giunse a Gerusalemme. Legò Buraq e ascese al cielo fino a incontrare Dio (Allah, in arabo). Per questo la città è cara ai musulmani quanto la Mecca e Medina (anche se terza in ordine d’importanza teologica). Sei anni dopo la morte di Maometto, Gerusalemme fu conquistata dal sultano Omar, che vi entrò sul suo cammello bianco, si fece consegnare la città dai bizantini e restituì agli ebrei libertà di culto.
• Crociate. Alla prima crociata, nel 1096, parteciparono più di centomila soldati accompagnati da orde di pellegrini disarmati (con famiglia al seguito) e da una moltitudine di preti. In tre anni lasciarono per strada molti caduti ma arrivarono sotto le mura di Gerusalemme e la espugnarono. Gli abitanti, almeno trentamila, furono trucidati nelle moschee o nelle sinagoghe. Il tutto fu completato da una celebrazione, tra le lacrime di gioia, nel Santo Sepolcro. I cristiani ortodossi (considerati complici di ebrei e musulmani per aver convissuto secoli con loro) furono scacciati. La Cupola della Roccia (moschea eretta nel punto dell’ascesa di Maometto al cielo) fu distrutta.
• Santo Sepolcro. Nel 1800, Gerusalemme, faceva parte dell’Impero ottomano e contava 8750 abitanti (4000 musulmani, 2750 cristiani e 2000 ebrei). C’era tensione tra ebrei e cristiani e tra cristiani stessi. Nel 1808 s’incendiò la basilica del Santo Sepolcro. I sacerdoti ortodossi furono accusati avere appiccato accidentalmente il fuoco e di avere cercato di spegnerlo con l’acquavite con cui si stavano ubriacando. Gli ortodossi comprarono dai turchi il diritto di fare i lavori di restauro e cancellarono ogni traccia della presenza cattolica rimuovendo anche la tomba di Goffredo di Buglione (famoso crociato francese). I francescani, che in passato erano stati a guardia dell’edificio, furono confinati in un’ala. A causa delle liti tra cristiani ortodossi e cattolici, le chiavi furono consegnate a custodi musulmani. I discendenti di questa famiglia le detengono tuttora.
• Il tesoro. Montagu B. Parker, figlio d’un conte inglese, nella notte del 17 aprile 1910 corrompendo una guardia entrò nel santuario musulmano dell’Haram, dove si trova la Cupola della Roccia. Un musulmano che dormiva non lontano sentì delle picconate e si svegliò. Parker stava spaccando la pietra sacra. Credeva nascondesse un tesoro. Appena la notizia si diffuse scoppiarono tumulti.
• Herzl. Nel 1898 Teodor Herzl, uno dei pionieri del sionismo, visitò Gerusalemme e restò sgomento «di fronte ai residui ammuffiti di duemila anni di intolleranza».
• Zvi. Yitzhak Ben Zvi, che sarebbe diventato presidente di Israele, si convertì al sionismo mentre partecipava a una riunione rivoluzionaria in Russia: «Perché sono qui e non là?».
• Pietra rosa. Dopo tredici secoli di dominazione musulmana quasi ininterrotta, il 9 dicembre del ’17 il sindaco al-Usaini lasciò la città vecchia con in mano un drappo bianco e consegnò la città a un’avanguardia dell’esercito inglese. Le campane suonarono a festa all’arrivo del generale Allemby. Una delle sue prime direttive fu l’obbligo di costruire con la locale pietra rosa. Tuttora salvaguarda la bellezza di Gerusalemme.
• Rappresaglie. Nel 1928, alla vigilia di Yom Kippur, gli ebrei portarono presso il Muro un paravento per separare gli uomini dalle donne durante la funzione. Il Muro si trovava in zona islamica (vicino alla Cupola) e i musulmani permettevano l’accesso agli ebrei purché non vi trasportassero mobili né vi suonassero lo shofar. Per rappresaglia, il muezzin spostò il richiamo alla preghiera in modo da disturbare la funzione del Kippur. Situazioni come questa sfociavano spesso in risse con feriti e morti.
• 1948. Nei primi mesi del ’48, 70 ebrei e 230 arabi morirono negli scontri vicino a Gerusalemme (stava scadendo il mandato inglese e la Palestina era contesa fra arabi ed ebrei). Il 14 maggio Ben Gurion proclamò la nascita del nuovo stato d’Israele. Gerusalemme fu occupata militarmente: a Ovest da Israele, a Est dalla Giordania protettrice dei palestinesi. Una risoluzione Onu, la 303, assegnò ai due contendenti un pezzo di Palestina ciascuno e a Gerusalemme uno status separato sotto controllo internazionale. Non sarà mai messa in atto.
• Sancta sanctorum. Nel maggio ’67, Israele era circondata da tre paesi arabi alleati e pronti all’invasione: Giordania, Egitto e Siria. Per difendersi attaccò di sorpresa il 5 giugno. La parte orientale di Gerusalemme fu subito in mano alle truppe ebree che si affrettarono a raggiungere il Muro del Pianto, dove arrivarono, le divise lorde di sangue, dopo vent’anni di occupazione araba. I rabbini dichiararono che i soldati compiendo quel gesto non avevano violato la sacralità del sancta sanctorum perché l’avevano liberato. Alla fine della breve guerra, Israele controllava Cisgiordania, striscia di Gaza, Sinai e alture Golan.
• Hotel Gloria. Il giorno dopo la conquista della città, il sindaco al-Khatib, palestinese, fu convocato all’Hotel Gloria, vicino al municipio. Salman, un alto grado dell’esercito israeliano, lo informò che i suoi servigi non erano più richiesti. Al-Khatib chiese che la dichiarazione fosse messa per iscritto. Il vice di Salman prese allora un tovaglio di carta, vi scarabocchiò un’approssimativa traduzione in arabo e lo diede al sindaco.
• Modifiche. L’antico quartiere arabo vicino al Muro del Pianto fu raso al suolo per essere preparato ad ospitare i pellegrini ebrei che sarebbero giunti in quel luogo sacro. I confini municipali della città furono allargati in modo da comprendere insediamenti periferici ebrei e da escludere quelli palestinesi. La presenza araba era stata così ridotta drasticamente (non superava il 25% della popolazione).
• Abitanti. In italiano l’abitante di Gerusalemme si dice gerosolimitano.
• Secondo avvento. Il 21 agosto ’69 nella moschea al-Aqsa scoppiò un incendio che distrusse il famoso pulpito. Centinaia di musulmani accorsero piangendo e si precipitarono tra le fiamme. I pompieri furono accusati di usare benzina invece che acqua. Il piromane non era un ebreo ma il turista australiano David Rohan, un cristiano convinto che il rogo avrebbe accelerato il secondo avvento di Cristo.
• Cupola e cabala. Due membri di un gruppo di estrema destra israeliano tennero riunioni con un cabalista e giunsero alla conclusione che se avessero distrutto la Cupola della Roccia Dio avrebbe presto mandato il Messia e la Redenzione finale non avrebbe tardato. L’opera richiedeva 28 bombe a orologeria. Nell’82, il gruppo era pronto per l’operazione ma non trovò un rabbino disposto a benedire l’impresa e rinunciò. Due anni prima, un altro estremista, l’ebreo-newyorkese Kahane, fu arrestato. Stava progettando di distruggere la Cupola con un missile a lunga gittata. Esperti americani stimarono che se l’attentato riusciva, c’era il rischio di una terza guerra mondiale.
• Eternità. «Posso adoperarmi per garantire che la città resterà sotto controllo israeliano per l’eternità» (Ehud Olmert, sindaco di Gerusalemme).
• Palestinesi. «I palestinesi non esistono» (Golda Meir).
• Cabala. Secondo un mito ebraico, sostenuto soprattutto dai cabalisti, se a Gerusalemme tornano gli ebrei ogni cosa al mondo torna al posto giusto.
• Detto ebraico. All’inizio del mondo, c’era un solo uomo, Adamo: Dio così volle perché fosse chiaro che chi uccide un uomo uccide il mondo e chi salva un uomo salva il mondo intero.
• Perché gli ebrei piangono al Muro e i musulmani venerano la Cupola della Roccia poco distante? Chi furono i primi abitanti di Gerusalemme? Perché le chiavi del Santo Sepolcro furono tolte ai cristiani e date a una famiglia islamica? La storia di questa città è una storia ricca di fascino (il volo notturno di Maometto sul suo destriero Buraq, la danza del re Davide vestito solo di un perizoma di lino intorno all’Arca dell’Alleanza...) ma anche di odio e di sangue.
Karen Armstrong, scrittrice e giornalista, è autrice di programmi televisivi di argomento storico e religioso. Insegna al Leo Baeck College for the Study of Judaism and the Training of Rabbis, ed è membro dell’Association of Muslim Social Sciences. Al suo attivo, tra l’altro, un libro sulle crociate (Holy War, ’91), uno su Maometto (A Biography of the Prophet, ’92) e un altro su Dio (The History of God, ’93).