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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

I segreti delle mummie

• Editoria. L’editore tedesco Bertelsman pagò 400.000 dollari per pubblicare la storia della mummia trovata nei ghiacci tra Italia e Austria, narrata da Konrad Spindler, principale esponente del gruppo di ricerca.
• Bentham. Il filosofo utilitarista Jeremy Bentham chiese che il suo corpo fosse conservato ed esposto in una teca all’University College di Londra, dove è tuttora visibile, con impermeabile e bastone da passeggio originali, anche se la testa a causa dell’espressione poco naturale è stata sostituita con un modello di cera.
• Autoironia. Uno dei più illustri paleopatolici, l’americano Aurt Aufderheide, autore di molte autopsie su mummie di tutto il mondo, sostiene ironicamente che la gente l’accusa di avere scelto quella specializzazione perché manca quasi del tutto d’olfatto.
• Mangiatori di carne. I greci pensavano che la decomposizione fosse opera delle urne in pietra e le chiamavano sarcofagi, ovvero mangiatori di carne.
• Decomposizione. I principali agenti della decomposizione sono gli enzimi, sostanze chimiche presenti nelle cellule che al momento della morte fuoriescono, dissolvono tutto ciò che incontrano e producono un gas che ha un odore nauseante a causa dell’acido butirrico; dopo qualche giorno i bulbi oculari si liquefanno, l’epidermide si sfoglia e, se il cadavere è all’aperto, le mosche della carne, dette Sarcophagide, depositano uova da cui si dischiudono migliaia di larve brulicanti che divorano ciò che è rimasto, ossa e capelli a parte.
• Letti di rose. "Impregnate un cadavere in decomposizione di soavi profumi e avrà l’odore di una putrida carogna su un letto di rose" (F. Gonzales-Crussi, anatomista).
• Selvaggina. La tecnica di mummificazione nasce circa 5.000 anni fa in Egitto e Sudamerica da quella di conservazione alimentare della selvaggina.
• Miele. A Babilonia gli imbalsamatori conservavano i morti immergendoli nel miele, cosa che fu fatta anche con Alessandro il Grande, la cui mummia melliflua, andata perduta nel viaggio verso la Macedonia, dovrebbe trovarsi, secondo alcuni, ad Alessandria. Le autorità egizie, però, non hanno mai permesso scavi in quanto pericolosi per una moschea.
• Navi. L’ ammiraglio inglese Horatio Nelson, ucciso nella battaglia di Trafalgar, fu conservato, fino al ritorno in patria, in una botte di rum, unica soluzione disponibile a bordo, e si favoleggia che i marinai, non potendo resistere senza bere, spillarono quasi tutto il liquore, tanto che ancora oggi "spillare l’ammiraglio" è espressione gergale che significa "versare un sorso di rum".
• Mode. Una delle prime clienti degli imbalsamatori fu la regina Heteferes, madre del faraone Cheope, quello che costruì la piramide di Giza, ma pian piano l’usanza si diffuse ai nobili e infine alle classi inferiori.
• Artigiani. Gli imbalsamatori egizi si trasmettevano i segreti di padre in figlio, mentre lavoravano recitavano formule magiche, erano considerati alla stregua di sacerdoti e disponevano di laboratori nella zona industriale della città.
• Tecnica di mummificazione egizia. S’introduceva un tubo metallico in una narice perforando l’etmoide, osso poroso situato tra gli occhi, per estrarre il cervello; con un coltello di ossidiana veniva inciso il lato sinistro dell’addome per estrarre le viscere, di solito si lasciava il cuore; la cavità del petto e dell’addome veniva poi riempita con sacchetti di tela contenenti natron, miscela di carbonato di sodio e bicarbonato, eccellente disseccante; quindi si richiudeva e si versava altro natron sul cadavere, si strofinava la pelle con spezie, la si spennellava con resina e si fasciava infine il tutto nel lino.
• Sparizioni. Difficile stabilire il sesso di una mummia, se l’imbalsamazione non era buona i genitali non erano più presenti.
• Spettacoli. Gli sbendamenti di mummie furono spettacoli molto popolari in Europa e America nell’Ottocento, con pubblico pagante e parterre di eccentrici.
• Figlie di sacerdote. Quella volta che, durante uno sbendamento pubblico avvenuto a Boston, un voluminoso pene è emerso dalle bende di quella che era stata spacciata per la mummia della figlia di un sacerdote.
• Eredità. L’anatomista australiano Grafton Elliot Smith, autore di migliaia di autopsie sulle mummie, aveva raccolto una vasta collezione personale di genitali mummificati, ma, quando morì, la famiglia, imbarazzata, li distrusse quasi tutti.
• Costi. Una teca climatizzata per conservare ed esporre mummie costa sui 15.000 dollari.
• Resurrection Men. Gli anatomisti inglesi potevano sezionare solo cadaveri di criminali, ma la forca non bastava a soddisfare la richiesta, così ci si rivolgeva ai Resurrection Men, trafugatori di cadaveri freschi dai cimiteri. Per correre ai ripari, le famiglie tenevano in casa la salma finché il grado di decomposizione era tale da renderla inservibile.
• Doping. Usanza andina di mettere nelle tasche dei vestiti dei cadaveri un sacchetto di tabacco e uno di foglie di coca per affrontare il viaggio dell’aldilà.
• Torbiere. Molte mummie sono emerse dalle torbiere nordeuropee, dall’Olanda alla Scozia, con lo scheletro praticamente liquefatto, ma la pelle e gli abiti in buono stato, come l’uomo di Tollund, rinvenuto in Danimarca e risalente a 4.500 anni fa.
• La ragazza di Yde. Le torbiere erano considerate paludi stregate e non di rado vi venivano gettate vittime di assassini, sacrifici rituali o condanne a morte, come testimoniano rinvenimenti di mummie quali, in Olanda, la ragazza di Yde, antica adolescente dalla chioma rossa strozzata con la sua stessa sciarpa.
• Polvere di mummia. A partire dal Rinascimento si sviluppò la credenza che la polvere di mummia, farmaco ricavato triturando le mummie, fosse un toccasana, tanto che Luigi XVI, re di Francia, ne portava un sacchetto appeso al collo per ogni evenienza.
• Bruno egizio. Altro uso della polvere di mummia era quello per il cosiddetto "bruno egizio", colore ricercato dai pittori di tutt’Europa.
• Funerali. Quando due pittori inglesi si accorsero che il marrone comprato dal fornitore di colori era fatto con polvere di mummia si affrettarono a seppellire il tubetto, con tanto di cerimonia funebre, al termine della quale piantarono una margherita sul luogo dell’inumazione.
• Simulacri di cera. La mummia di Lenin, che ha quasi ottanta anni, è soggetta a una manutenzione bisettimanale per verificare se ci sono punti che vanno in decomposizione. Si tratta dell’unico caso di imbalsamazione perfetta, senza essiccamento dei tessuti, tanto che qualcuno ha insinuato sia un simulacro di cera.
• Riprese. Il vaticano ha incaricato una commissione di medici e chimici italiani di imbalsamare l’ucraino Iosif Slipyj, cardinale cattolico emblema della resistenza dei religiosi alle persecuzioni comuniste. La mummia è stata poi messa nella teca di una chiesa a Leopoli, per simboleggiare la ripresa della fede.
• Incorruttibili. La resistenza alla decomposizione delle spoglie era considerata miracolosa dalla Chiesa cattolica e i santi che vantavano questa caratteristica venivano detti gli Incorruttibili.
• Chinchorro. Ai Chinchorro, popolazione cilena scomparsa migliaia di anni fa, si devono le più antiche mummie, bambini imbalsamati sotto uno strato di creta.
• Juanita. Una delle mummie più belle è quella di una bambina Inca, soprannominata Juanita, la Vergine dei Ghiacci, trovata sulla vetta della seconda montagna del Cile, dove fu abbandonata per sacrificio agli dei.
• n viaggio nel mondo delle mummie, dall’Egitto al Sudamerica alla Cina, interrogando antichi e muti testimoni del passato. Heather Pringle, americana, giornalista scientifica, scrive di archeologia, in particolare egizia, per riviste come Discover, National Geographic.