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 2001  maggio 05 Sabato calendario

Rizzoli

• Nel primo trimestre del 1989 i casi di corruzione di funzionari pubblici aumentarono del 27 per cento, del 107 per cento le condanne per cifre superiori a diecimila yuan (2.695 dollari al tasso di cambio ufficiale, 1.250 dollari al mercato nero).
• Compilata dagli studenti, la carta delle famiglie dei funzionari elencava tutti i figli di funzionari che avevano ottenuto un posto al ministero.
• Zhao Ziyang, segretario generale di partito: «Ho pensato molto al problema della corruzione, specialmente quando coinvolge i figli degli alti funzionari. Ho intenzione di prendere l’iniziativa. Voglio scrivere al governo centrale e richiedere un’indagine sulle attività dei miei figli. Se sono implicati in qualche episodio di corruzione, dovranno essere puniti secondo la legge. Lo stesso vale per la mia persona».
• Dal rapporto dell’Ufficio per la rieducazione dei prigionieri dello Xinjiang, dell’89: «Di recente, settantadue giovani guardie carcerarie di sesso maschile della contea di Yutian hanno raggiunto l’età del matrimonio quando nel raggio di quaranta chilometri c’erano solo quattro potenziali candidate. Tanta durezza non fa che accrescere la loro tendenza a sfogare la propria frustrazione sui detenuti».
• Secondo l’indagine denominata Ideologie e scelte attuali degli studenti universitari, svolta nell’88 da funzionari responsabili dell’educazione politica, molti studenti erano pessimisti riguardo al futuro: «I membri della fazione Tao studiano l’inglese solo nella speranza di essere accettati da scuole straniere, quelli del Ma (mahjong) e del Qiao (bridge) non fanno che giocare».
• Il 17 aprile dell’89 gli studenti universitari di Pechino organizzarono cerimonie funebri per la morte del leader riformista Hu Yaobang e composero più di settecento elogi funebri e distici. La polizia sequestrò i pallocini con la scritta «Yaobang non morirà mai».
• Dall’editoriale pubblicato sul ”Quotidiano del Popolo” del 27 aprile, firmato da Yuan Mu, portavoce del Consiglio di Stato: «Tutti gli studenti ingenui e in buona fede dovrebbero capire che in una grande massa i draghi si mescolano sempre ai pesci».
• Ximing, membro del Politburo, a proposito di un leader della protesta studentesca, tale Wuerkaixi: "Ha appena vent’anni [...]. Secondo quanto riportato, ha avuto i voti più bassi della sua classe. Cosa può capire di strategia una persona del genere?".
• Aprile. ”Mese del patriottismo e dell’igiene”, fu il pretesto per staccare dai muri dei campus i manifesti di protesta degli studenti.
• Dai verbali della riunione del Comitato permanente del Politburo, 8 maggio, intervento di Bo Yibo: «Come dicono i nostri vecchi: ”Conduci con la virtù, sottometti con la legge” e ”Chi comanda con la virtù prospererà, chi comanda con la forza perirà”».
• Prima del pranzo d’addio organizzato dagli assistenti dell’Università di Pechino, gli studenti che aderivano allo sciopero della fame indetto il 13 maggio, prestarono giuramento, col capo fasciato di bianco: «Io giuro solennemente che, al fine di promuovere la democrazia nella madrepatria e di portare prosperità nel Paese, comincerò uno sciopero della fame e non romperò il digiuno finché non avremo raggiunto i nostri obiettivi».
• Aiguo zhuyi, ”patriottismo”, letteralmente ”la dottrina dell’amore verso il proprio paese”.
• Nelle marce studentesche si destinavano alle matricole le prime file del corteo, dov’era più probabile l’arresto, per proteggere gli studenti prossimi alla laurea.
• Dopo che Zhao Ziyang ebbe concluso il suo discorso tra gli studenti di Piazza Tienanmen per esortarli a interrompere lo sciopero della fame, fu circondato dalla folla che voleva da lui un autografo.
• Huang Huijuan, la prima studentessa a morire di fame. Gli studenti intrecciarono corone per una notte suonando musiche funebri e innalzarono una statua della libertà alta oltre tre metri e mezzo con uno stendardo: «Huang Huijuan, la dea patriottica».
• «Alle15,30 uno studente ha tentato il suicidio sbattendo la testa contro il muro, ma è stato fermato da altri suoi compagni» (fax del 19 maggio del Comitato provinciale di Partito dell’Hunan al Consiglio di Stato).
• Il 19 maggio entrò in vigore la legge marziale: autorizzava gli ufficiali di Polizia e dell’esercito "a utilizzare ogni mezzo necessario, compresa la forza, per contrastare le attività proibite". Copie ciclostilate della legge furono lanciate su piazza Tienanmen da un elicottero.
• In seguito alle manifestazioni di protesta a Pechino il tasso di criminalità e incidenti stradali nei primi venti giorni di maggio era diminuito del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati del bollettino sullo stato del crimine diffuso dal ministero della Sicurezza pubblica).
• «Ogni giorno in piazza si spendono 100.000 yuan. In parte questi soldi sono usati per sabotare la legge marziale: un giorno di lavoro per innalzare barricate stradali viene pagato per esempio 30 yuan» (da un rapporto del Comitato di Partito al Politburo, del 1° giugno).
• Il pomeriggio del 4 giugno nell’ospedale Fuxing, Pechino, furono esposti per l’identificazione i cadaveri degli studenti, su stuoie di paglia o lenzuola bianche: "Fuori della porta c’erano persone che bruciavano banconote per gli spiriti dei morti" (da Importanti informazioni riservate, ministero della sicurezza di Stato).
• «Nei pressi del teatro della capitale, a Xidan, i ribelli hanno picchiato a morte il capo di un plotone, poi hanno appeso il suo corpo a un autobus in fiamme, l’hanno sventrato e gli hanno cavato gli occhi» (dal bollettino del Comando della legge marziale, 4 giugno).
• Nelle università i corpi degli studenti assassinati erano caricati su assi di legno e portati in giro; oppure distesi sulle cattedre, circondati da ghiaccio e vegliati da studenti e insegnanti, mentre gli altoparlanti diffondevano senza interruzione musica funebre.
• Accusati di aver assunto un’espressione insolitamente triste tra il 4 e il 5 giugno, durante le trasmissioni della televisione nazionale del popolo, i conduttori Xue Fei e Du Xian, furono per questo licenziati.
• Dal 3 giugno al 7 giugno a Shanghai il consumo di elettricità diminuì da 66,53milioni di chilowattore a 60,28 milioni. Causa: assenza e ritardi sui posti di lavoro.
• Resoconti della stampa straniera sul numero di morti e feriti di Tienanmen il 4 giugno: «Associated Press: ”Almeno cinquecento morti”; NBC: ”Quattrocento morti, diecimila feriti”; ABC: ”Duecento morti”; Agenzie di informazioni segrete americane: ”tremila morti”; BBC: ”Duemila morti, almeno diecimila feriti”; Reuters: ”Più di un migliaio di morti”; l’Agenzia France Presse: ”Almeno millequattrocento morti, diecimila feriti”; United Press International: ”Più di trecento morti”; Agenzia stampa Kyodo: ”Tremila morti, più di tremila feriti”; l’Agenzia giapponese Yomiuri Shimbun: ”Tremila morti”».
• Intervento di Li Peng nella riunione del Comitato permanente del Politburo, il 6 giugno: «L’Ufficio generale del Consiglio di Stato riferisce che a mezzogiorno di oggi le statistiche ufficiali, che sono state sottoposte a doppio e triplo controllo incrociato con il quartier generale per la legge marziale e la Croce Rossa cinese, sono queste: ventitré morti appartenenti alle truppe della legge marziale, inclusi dieci dell’ELP e tredici della Polizia armata del popolo. Circa duecento soldati sono dispersi. Il numero di morti tra la gente della città, studenti e insorti si aggira intorno ai duecento, dei quali trentasei sono studenti universitari. Nemmeno uno è stato ucciso nell’ambito di piazza Tienanmen».
• «Nessun componente delle truppe è stato ucciso da abitanti di Pechino la notte del 3 giugno e non è morto nessun soldato della trentottesima armata durante lo sgombero della piazza» (da un rapporto proveniente dal quartier generale per la legge marziale).
• Zhao Ziyang, al quarto plenum del XIII Comitato centrale, 23-24 giugno: «Deng Xiaoping ha detto che questo sconvolgimento si è verificato per ragioni che vanno al di là della volontà umana; che si è trattato del risultato inevitabile dell’interazione tra il ”grande clima” nel resto del mondo e il ”clima ridotto” in Cina. Ha anche detto che è stato meglio che sia accaduto adesso anziché più tardi».
• Risultati dell’indagine svolta nel mese di giugno dall’agenzia stampa Xinhua sull’Atteggiamento ideologico degli studenti universitari in tutto il paese: «Gli studenti in molte scuole, soprattutto i ragazzi, a volte sono parsi impazziti. Quando la notte le luci si spengono danno sfogo alla rabbia con urla e pianti selvaggi. Circa uno studente su tre mantiene un deliberato silenzio [...]. Quando erano in programma le sessioni di studio politico, alcuni studenti si sono limitati ad affiggere cartelloni nei dormitori e nelle classi che recitavano ”Il silenzio è d’oro”. Le università si sono tranquillizzate ma sono anche diventate silenziose come tombe. Quando finalmente la fase di silenzio ha avuto termine, gli studenti hanno evitato di affrontare argomenti come quello della politica: ignoravano le notizie nazionali e si dedicavano ad altro, come flirtare, giocare a mah-jong o altri divertimenti».
• Nel 1980 Deng Xiaoping aveva fissato l’obiettivo di raddoppiare il prodotto nazionale lordo entro l’anno 2000. Siccome in occasione di un discorso al Comitato permanente centrale del Politburo, il 16 giugno dell’89, per un errore di calcolo disse che c’erano undici anni e mezzo di tempo per centrare l’obiettivo, molti funzionari cinesi compresero nel ventesimo secolo anche l’anno 2000, guadagnando un anno in più per raggiungere il traguardo (Deng Xiaoping morì nel 1997).
• Per esprimere affetto e rispetto i cinesi si rivolgono al prossimo in modo da pronunciare solo due sillabe: usando il nome completo, se composto da due sillabe (Chen Yun, Peng Zhen), incompleto (Xiaoping, Xiannian, Yngchao), sennò ricorrendo ad epiteti (ad esempio, ”maresciallo”, shuai, che fornisce una sillaba: shuai Xu e shuai Nie).