Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  ottobre 17 Domenica calendario

Dicembre 1864, mancano poche settimane a Natale

• Dicembre 1864, mancano poche settimane a Natale. A Roma l’inverno è molto rigido. L’Italia può dirsi unita, la conquista della capitale è soltanto questione di tempo. L’unificazione, però, ha incrinato i rapporti tra le istituzioni italiane e quelle cattoliche. La curia romana si sente defraudata dal neonato Stato laico e liberale del potere temporale che ha esercitato per secoli. La pubblicazione dell’enciclica Quanta Cura e l’annesso Sillabo (elenco di ottanta preposizioni condannate dalla Chiesa) sancisce l’opposizione frontale della Chiesa, e di papa Pio IX in primis, allo spirito del tempo. 1. introduzione (...) Gli stessi Nostri Antecessori resistettero con costante fortezza alle scellerate macchinazioni degli empi, che (...) promettendo libertà, essendo schiavi della corruzione, con le loro fallaci opinioni e con dannosissimi scritti si adoperarono a rovesciare le fondamenta della cattolica religione e della società civile, a distruggere ogni virtù ed ogni giustizia, a corrompere tutte le menti e tutti i cuori, a far traviare gli incauti, e specialmente l’inesperta gioventù, corromperla, allacciarla negli errori e finalmente strapparla dal seno della Chiesa cattolica.
• 3. la concordia trai due poteri (...) Le false e perverse opinioni sono tanto più da detestarsi, in quanto che mirano specialmente a impedire e distruggere quella salutare forza che la Chiesa cattolica, secondo l’istituzione e la missione del suo Divino Autore, deve liberamente esercitare fino alla consumazione dei secoli, non meno verso gli uomini singoli, che verso le nazioni, i popoli, e i loro Sovrani, e a distruggere quella vicendevole società e concordia di consiglio tra il sacerdozio e l’impero, che fu sempre vantaggiosa e fausta tanto alla Chiesa quanto allo Stato. (...) Ai tempi nostri si trovano non pochi, che applicando allo Stato l’empio ed assurdo principio del naturalismo, osano insegnare «che la migliore costituzione dello Stato ed il progresso civile esigono assolutamente che la società umana sia costituita e governata senza verun riguardo della religione come se non esistesse, od almeno senza fare veruna differenza tra la vera e le false religioni». E contro la dottrina delle Scritture della Chiesa e dei SS. Padri non dubitano di asserire: «La migliore condizione della società essere quella, in cui non si riconosce nello Stato il dovere di reprimere con pene stabilite i violatori della Cattolica religione, se non in quanto ciò richiede la pubblica quiete». Dalla quale idea (...) non temono di dedurre quell’altra opinione sommamente dannosa alla Chiesa cattolica e alla salute delle anime (...) cioè «la libertà di coscienza e dei culti essere diritto proprio di ciascun uomo, che si deve con legge proclamare in ogni società bene costituita, e essere diritto d’ogni cittadino ad una totale libertà, che non può essere limitata da veruna autorità vuoi civile, vuoi ecclesiastica, di manifestare e dichiarare i propri pensieri quali che siano sia di viva voce, sia per iscritto, sia in altro modo palesemente ed in pubblico» (...).
• 4. l’autonomia dell’ordine civile dall’ordine divino E poiché rimossa la religione della società, e ripudiata la dottrina e l’autorità della divina rivelazione, la stessa genuina nozione della giustizia e dell’umano diritto si ottenebra o si perde, ed invece della giustizia del legittimo diritto si sostituisce la forza materiale; così appare, perché alcuni, pienamente trasandati e postergati i certissimi principi della sana ragione, osino proclamare: «La volontà del popolo manifesta, come dicono, con la pubblica opinione, o in altro modo, costituire la legge suprema, prosciolto da ogni diritto umano o divino; e nell’ordine politico i fatti compiuti avere forza, appunto perché compiuti». Ora chi non vede e pienamente capisce come l’umana società, sciolta dai vincoli della religione e della vera giustizia, non possa certamente prefiggersi altro, fuorché lo scopo di procacciare ed aumentare ricchezze né seguire altra legge nelle sue azioni, se non l’indomita cupidigia dell’animo di servire ai propri comodi e piaceri? (...).
• 5. comunismo e socialismo Né paghi di rimuovere la religione dalla pubblica società, vogliono strappare la religione stessa dalle private famiglie. Imperocché, insegnando e professando il funestissimo errore del comunismo e del socialismo, affermano «la società domestica, ossia la famiglia: trarre tutta la sua ragione di esistere solamente dal diritto civile; epperò dalla legge civile soltanto derivare e dipendere i diritti di tutti i padri sui figli, e massime il diritto di procurarne l’istruzione e l’educazione». Con le quali empie opinioni e macchinazioni a ciò principalmente mirano questi uomini ingannatori, che la salutare dottrina e forza della Chiesa cattolica pienamente venga sbandita dall’istruzione ed educazione della gioventù, ed i teneri e flessibili animi dei giovani miseramente restino infetti e depravati da qualsiasi pernicioso errore (...).
• 6. Asservimento della Chiesa. Altri poi, rinnovando le prave e tante volte condannate sentenze dei novatori, osano con insigne imprudenza sottomettere all’arbitrio dell’autorità civile la suprema autorità della Chiesa e di questa Santa Sede, ricevuta da Cristo Signore, negando tutti i diritti della stessa Chiesa e Sede riguardo a quelle cose che riflettono l’ordine esteriore. Imperocché non si vergognano di affermare, «che (...) la Chiesa nulla dovere stabilire, che possa vincolare la coscienza dei fedeli in ordine all’uso delle cose temporali; non competere alla Chiesa di punire con pene temporali i violatori delle sue leggi; essere conforme alla sacra Teologia ed ai principi di diritto pubblico; attribuire e rivendicare al Governo civile la proprietà dei beni che si possiedono dalle chiese, dalle Famiglie religiose e da altri luoghi pii». (...) e non possiamo tacere dell’audacia di coloro, che non sostenendo la sana dottrina, pretendono «potersi negare l’assenso e l’obbedienza, senza peccato e senza iattura della professione cattolica, a quei giudizi e decreti della Sede Apostolica, il cui oggetto non riguardi il bene generale della Chiesa, i diritti della medesima e la disciplina». (...) Pertanto tutte e singole le prave opinioni e dottrine ad una ad una in questa lettera ricordate con la Nostra Autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo: e vogliamo e comandiamo, che da tutti i figli della Chiesa cattolica s’abbiano affatto come riprovate, proscritte e condannate.
• 7-8. Negazione della divinità di Cristo Ed inoltre ben sapete, Venerabili Fratelli, come in questi tempi gli odiatori d’ogni verità e giustizia, ed i nemici acerrimi della Nostra Religione, ingannando i popoli con libri, libelli e giornali pestilenziali, e maliziosamente mentendo, spingono altre empie dottrine d’ogni genere. Né ignorate come in questa nostra età, trovansi alcuni, che invasi e mossi dallo spirito di Satana, giunsero a tal segno d’empietà, che non temono di negare con procace scelleratezza il Dominatore Signor Nostro Gesù Cristo e la sua divinità. (...) Non cessate mai dall’inculcare agli stessi fedeli, che ogni vera felicità ridonda negli uomini dall’augusta nostra religione, dalla sua dottrina, dal suo esercizio, ed essere beato il popolo il cui Signore è Dio (...). Insegnate che i regni sussistono pel fondamento della fede (...) che la potestà reale non è solamente conferita pel governo del mondo, ma specialmente a presidio della Chiesa (...).
• Dal sillabo. II. Devesi negare ogni azione di Dio sugli uomini e sul mondo.
• Dal sillabo. III. L’umana ragione senza tener verun conto di Dio, è l’unica arbitra del vero e del falso, del bene e del male, è legge a se stessa, e con le naturali sue forze basta a procacciare il bene degli uomini e dei popoli.
• Dal sillabo. VII. Le profezie ed i miracoli esposti e narrati nelle Sacre Scritture sono invenzioni poetiche, e i misteri della fede cristiana sono la somma delle investigazioni filosofiche; nei libri dei due Testamenti si contengono invenzioni mitiche, e lo stesso Gesù Cristo non è che una mitica finzione.
• Dal sillabo. VIII. Equiparandosi la ragione umana alla stessa religione, perciò le discipline teologiche si hanno da trattare come le filosofiche.
• Dal sillabo. IX. Tutti i dogmi indistintamente della religione cristiana sono oggetto della scienza naturale, ossia della filosofia.
• Dal sillabo. XII. I decreti della Sede Apostolica e delle Romane Congregazioni impediscono il libero progresso della scienza.
• Dal sillabo. XV. Ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione, che con il lume della ragione reputi vera.
• Dal sillabo. XVIII. Il Protestantesimo non è altro che una forma diversa della medesima vera religione cristiana nella qual forma, del pari che nella Chiesa cattolica, è dato di piacere a Dio.
• Dal sillabo. XIX. La Chiesa non è una vera e perfetta società completamente libera, né ha diritti suoi propri e permanenti a lei conferiti dal suo Divino Fondatore; ma spetta alla civile potestà definire quali siano i diritti della Chiesa e i limiti dentro i quali possa esercitare i medesimi diritti.
• Dal sillabo XXIV. La Chiesa non ha potestà di usare la forza, né alcuna potestà temporale diretta o indiretta.
• Dal sillabo. XXVI. La Chiesa non ha un ingenito e legittimo diritto di acquistare e di possedere.
• Dal sillabo. XXX. La immunità della Chiesa e delle persone ecclesiastiche trasse origine dal diritto civile.
• Dal sillabo XXXIII. All’ecclesiastica potestà giurisdizionale non appartiene esclusivamente per proprio ingenito diritto, dirigere l’insegnamento delle materie teologiche.
• Dal sillabo. XXXIV. La dottrina di coloro, che pareggiano il Romano Pontefice ad un Principe libero ed operante nella Chiesa universale, è dottrina che prevalse nel medio evo.
• Dal sillabo. XXXVIII. I soverchi arbitri dei Romani Pontefici produssero la divisione della Chiesa in orientale ed occidentale.
• Dal sillabo. XL. La dottrina della Chiesa cattolica è avversa al bene e ai vantaggi dell’umana società.
• Dal sillabo. XLII. Nel conflitto fra le leggi delle due potestà prevale il diritto civile.
• Dal sillabo. XLV. Tutto il regime delle pubbliche scuole, in cui si istruisce la gioventù di qualsiasi Stato cristiano (eccettuati solamente per certi motivi i Seminari vescovili), può e deve essere affidato alla civile autorità; e per siffatta guisa affidato, che non si riconosca verun diritto di altra qualunque autorità di immischiarsi nella disciplina delle scuole, nel regolamento degli studi, nel conferimento dei gradi, nella scelta ed approvazione dei maestri.
• Dal sillabo. XLVII. L’ottimo andamento della società civile richiede che le scuole popolari, aperte ai fanciulli di qualunque classe del popolo, e in generale tutti i pubblici istituti destinati all’insegnamento delle lettere e discipline più gravi, non che a procurare l’educazione della gioventù, siano sottratte da ogni autorità dall’influenza moderatrice o dall’ingerimento della Chiesa, e vengano assoggettate al pieno arbitrio dell’autorità civile o politica, a piacimento dei sovrani e a seconda delle comuni opinioni del tempo.
• Dal sillabo. LV. Si deve separare la Chiesa dallo Stato, e lo Stato dalla Chiesa.
• Dal sillabo. LVII. La scienza delle materie filosofiche, e dei costumi, del pari che le leggi civili, possono e debbono declinare dalla divina ed ecclesiastica autorità.
• Dal sillabo. LXIII. lecito negare obbedienza ai legittimi Principi, anzi ribellarsi a loro.
• Dal sillabo. LXVI. Il sacramento del Matrimonio non è se non un che d’accessorio al contratto e da esso separabile, e il Sacramento medesimo è riposto nella sola benedizione nuziale.
• Dal sillabo. LXVII. Per diritto di natura il vincolo del Matrimonio non è indissolubile e, in vari casi il divorzio, propriamente detto, può essere sancito dalla civile autorità.
• Dal sillabo. LXXIII. In virtù del semplice contratto civile può sussistere fra cristiani un vero Matrimonio; ed è falso che o il contratto di Matrimonio fra i cristiani sia sempre Sacramento, o che nullo sia il contratto, se il Sacramento si esclude.
• Dal sillabo LXXIV. Le cause matrimoniali o degli sponsali spettano di loro natura al foro civile.
• Dal sillabo. LXXVII. Ai tempi nostri non giova più tenere la religione cattolica per unica religione dello Stato, escluso qualunque sia altro culto.
• Dal sillabo. LXXVIII. Quindi lodevolmente in parecchie regioni cattoliche fu stabilito per legge, essere lecito a tutti gli uomini ivi convenuti il pubblico esercizio del proprio qualsiasi culto.
• Dal sillabo. LXXIX. Infatti è falso che la civile libertà di qualsiasi culto o la piena potestà a tutti indistintamente concessa di manifestare in pubblico e all’aperto qualunque pensiero ed opinione influisca più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli e a propagare la peste dell’indifferentismo.
• Dal sillabo. LXXX. Il Romano Pontefice può e deve col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà venire a patti e conciliazione.