Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 24 marzo 2001
«Tutti i cittadini, si tratti di uomini o di donne, essendo uguali agli effetti della legge, hanno uguali ditirtti di essere scelti per tutti gli uffici pubblici, professioni e impieghi, a seconda delle loro capacità e senza altro criterio che non sia quello delle loro virtù e talenti» (Olympe de Gouges, ”Dichiarazione dei Diritti della Donna, 1791; nel novembre del 1793 la De Gouges fu ghigliottinata)
• «Tutti i cittadini, si tratti di uomini o di donne, essendo uguali agli effetti della legge, hanno uguali ditirtti di essere scelti per tutti gli uffici pubblici, professioni e impieghi, a seconda delle loro capacità e senza altro criterio che non sia quello delle loro virtù e talenti» (Olympe de Gouges, ”Dichiarazione dei Diritti della Donna, 1791; nel novembre del 1793 la De Gouges fu ghigliottinata).
• «Lo scrittore è una persona seduta davanti a un tavolo, con lo sguardo attentamente fisso su un dato oggetto» (Virginia Woolf).
• Jane Austen non aveva né uno studio né una stanza in cui scrivere. Gran parte della sua opera è stata scritta nel soggiorno della casa di famiglia, dove la scrittrice era soggetta ad ogni tipo di interruzione. La Austen si preoccupava che né il personale di servizio, né eventuali ospiti si accorgessero della sua occupazione, della quale solo i suoi familiari erano al corrente.
• In molti dei quadri del pittore fiammingo Vermeer compaiono donne che scrivono clandestinamente. Sono rappresentate sempre in penombra e con una domestica complice che regge loro il gioco.
• «Le donne sensibili e mutevoli daranno sempre l’esempio di questa curiosa unione di errore e verità, di questa sorta d’ispirazione del pensiero che pronuncia oracoli all’universo e manca del consiglio più semplice per sé» (Anne-Loise-Germaine Necker, ovvero Madame De Stael).
• Presso gli indigeni delle Isole Trobriand, la pratica della magia si fonda essenzialmente sulla parola. Gli uomini e le donne si dividono i diversi campi d’intervento: le formule e gli incantesimi degli uni sono tabù per gli altri: la donna non deve pronunciare né conoscere le formule degli uomini a rischio di renderle inoperanti o nefaste e viceversa. (Marina Yaguello).
• I capi dei Cuna di Panama parlano tra loro un linguaggio cifrato che non è compreso dalle donne. Il linguaggio rituale è vietato alle donne anche presso i Kamilaroi australiani e presso gli antichi Maya, mentre tra gli Zulu sono tabù per una donna gli stessi nome dei componenti maschili della famiglia.
• «Definire una donna è impossibile. Quando si parla di lei, in realtà, non riusciamo a far altro che evitarla ed escluderla» (Rainer Maria Rilke).
• Ovidio (43 a.C.-17 d.C.) nelle ”Heroides” riscrive la storia dei poemi omerici dal punto di vista delle protagoniste femminili.
• La più diffusa rivista femminista americana fu ”Ms”, contrazione di Miss, signorina, e di Mrs, cioè signora.
• La poetessa greca Corinna di Tangara, allieva di Mirtide di Antadone, vissuta nel V secolo, batté per cinque volte il celebre Pindaro in agoni poetici. Ancora nel V secolo, la poetessa Telesilla spinse tutte le donne di Sparta a ribellarsi al tiranno Cleomene.
• «Come l’amico del negro dà per scontato che nessun essere umano ha il diritto di tenerne un altro in schiavitù, così l’amico della donna dovrebbe dare per scontato che l’uomo non ha il diritto di imporre, sia pure in buona fede, delle restrizioni alla donna. Se il negro ha un’anima, se la donna ha un’anima, ad un solo padrone devono rispondere» (Margaret Fuller, 1810/1850, ”La donna nel XIX secolo”).
• «Nessuno schiavo è schiavo nella stessa misura e nello stesso pieno senso della parola in cui lo è una moglie» (John Stuart Mill, ”L’oppressione delle donne”).
• «Un attizzatoio, del quale tutti hanno paura. Un bello spirito, una disegnatrice di caratteri, che però non parla, è veramente qualcosa che fa paura» (un’amica della famiglia Austen a proposito della scrittrice Jane).
• Le sorelle Emily, Charlotte e Anne Bronte, tutte scrittrici, figlie di un pastore protestante, orfane di madre fin dalla prima infanzia, vissero nel presbiterio inglese di Haworth, nello Yorkshire. Trascorrevano le giornate chiacchierando con i visitatori del piccolo cimitero sul quale affacciavano tutte le finestre della loro casa.
• «Quando un uomo diventa scrittore, per lui con ogni probabilità si tratta solo di cambiar mestiere. A una donna non è consentito scegliere la sua attività principale nella vita; né può rifiutare i compiti domestici che le toccano come individuo, per esercitare i suoi talenti, per quanto splendidi essi siano» (la scrittrice inglese Elisabeth Gaskell).
• La scrittrice inglese Mary Ann Evans (1819-1880) cambiò il suo nome in George Eliot; la francese Aurore Dupin (1801-1876) in George Sand, abbreviazione di Sandeau, il giovane scrittore con cui ebbe una relazione dopo aver abbandonato il marito.
• «Potete provare, ma non riuscirete mai ad immaginare che cosa significhi sentire dentro di voi la forza del genio come un uomo, e soffrire la schiavitù di essere una ragazza» (La scrittrice George Eliot).
• Louise May Alcott, autrice di ”Piccole donne”, per mantenere il padre, il filosofo Bronson Alcott, scrisse quaranta libri in trren’anni.
• Se il reverendo Calvin Stowe avesse saputo provvedere meglio ai bisogni della moglie Harriet e dei numerosi figli, forse non ci sarebbe mai stata una ’Capanna dello zio Tom’.
• «Un marito è parte utile del mobilio di una casa» (La scrittrice Mary Wollstonecraft, madre di Mary Shelley, subito prima di sposare il filosofo William Godwin).
• La scrittrice femminista Mary Wollstonecraft morì all’età di trentasei anni dando alla luce una bambina, Mary Shelley. A sedici anni fuggì di casa incinta del poeta Percy B. Shelley, che a quell’epoca aspettava un figlio anche dalla legittima moglie Herriet. La bambina di Mary nacque nel febbraio del 1815, ma morì subito dopo. In aprile Mary rimase nuovamente incinta e nel gennaio del 1816 diede alla luce un maschio. A dicembre dello stesso anno, rimase incinta una terza volta, ed Herriet, la moglie di Shelley si uccise annegandosi, incinta a sua volta di qualcuno che non era il marito.
• «La nostra vita non è un sogno, ma deve diventarlo e forse lo diventerà» (Novalis).
• All’epoca della giovinezza di Virginia Woolf, le scuole private più costose e selettive, riservate alle figlie delle classi più abbienti, si chiamavano ’public schools’.
• «A parte il costante buon umore dovuto al fatto che ogni mio scatto d’ira trova subito sfogo su mio marito, potrei ancora essere la Signorina Stephen» (Da una lettera che Virginia Woolf scrisse all’amica Katherine Cox durante il suo viaggio di nozze).
• Prima esperienza teatrale di Shakespeare: vigilare sui cavalli degli attori davanti all’ingresso dei camerini.
• «In tutto quello che scrivono le donne ci sono sempre mille sbagli di grammatica, ma, col vostro permesso, una piacevolezza che è rara negli scritti degli uomini» (Madame de Maintenon, 1680).
• la frustrazione che provo di fronte alla mancanza di intuito di Henry. Ma la sua mancanza d’intuito mi ha costretto ad esprimermi, ha approfondito la mia intuizione e mi ha umanizzata» (Anais Nin a proposito di Henry Miller).
• «Quando parlo, accettate il senso delle mie parole come appare, e non cercate arricciature nella seta eseguite con abili punti. Sono una donna, ed uso naturalmente le espressioni femminili» (Elizabeth Barret Browning).
• «Un testo letterario è qualcosa che sfugge, che è altro dalla sua stessa storia, dalla somma delle sue fonti, delle sue influenze e dei suoi modelli: un nucleo duro, irriducibile nella massa delle originalità collettive» (Roland Barthes).
• Sofija Andreevna Bers, all’età di diciotto anni sposò Lev Tolstoj e rimase sua moglie fino alla morte di lui, quarantotto anni dopo. Tenne un diario della sua vita coniugale, durante la quale ebbe 16 gravidanze (tre non riuscì a portarle a termine). Dei tredici figli nati, sopravvissero in dieci. Mentre li allevava e mandava avanti la casa, Sofija si dedicava anche alla trascrizione delle opere e degli articoli del marito (trascrisse 13 volte Guerra e Pace). Quando ”La sonata a Kreutzer”, che detestava per la sua misoginia, venne censurato, Sofija supplicò lo zar perché ne autorizzasse la pubblicazione.
• Nel corso di tutta la sua vita, Anaïs Nin tenne un diario: quindicimila pagine dattiloscritte, raccolte in centocinquanta volumi. «Il mio diario è il mio hascish, la mia pipa d’oppio. E’ la mia droga e il mio vizio. Inevece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni. Devo rivivere la mia vita nel sogno. Il sogno è la mia sola forma di vita» (Anais Nin).
• Aphra Behn (1640-1689) fu la prima scrittrice inglese a guadagnarsi da vivere col suo lavoro.
• Sidonie Gabrielle Colette (1873-1954) arrivò a Parigi a vent’anni, al seguito di suo marito Willy per cui scrisse, nell’ombra, romanzi di successo tra cui la serie delle ”Claudine”, sull’educazione sentimentale di una provinciale a Parigi.
• Emily Dickinson trascorse gli ultimi venticinque anni della sua vita chiusa nella sua stanza, dove diceva di sentire le voci del mondo. Durante questo esilio volontario, scrisse delle poesie e un epistolario.
• Uno dei capolavori della letteratura giapponese, il Genij Monogatari, è stato scritto nel 978 da una donna, Murasaki Shikibo