Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Rasputin

• Grigorij Efimovic Rasputin nacque a Pokrovskoe, borgo sperduto nelle lande siberiane, il 10 gennaio 1869. Figlio unico di contadini, tutti i bambini nati prima di lui erano morti: come Hitler e Stalin, quasi che Dio ammonisse la famiglia a non generare figli.
• Rasputin, da rasputa, cioè dissoluto, depravato, di facili costumi. Lo zar Nicola II gli cambiò il cognome in Novyj, il Nuovo. Ciononostante lo chiamarono sempre Rasputin.
• Rasputin, ragazzo rissoso e ubriacone, quella volta che lo colpirono a sangue con un bastone diventò improvvisamente un uomo virtuoso: «Provai la gioia della rassegnazione, della sofferenza e dell’ingiuria». Prese moglie, Praskovíja, di due anni più grande, con cui generò tre figli, e trovò lavoro come vetturiere. Tra i passeggeri, un giorno, uno studente di teologia, Zborovskij, gli disse: «Vai, e salvati».
• Rasputin aveva ventotto anni quando smise di fumare, bere, mangiare carne e dolci, e partì per visitare i monasteri che custodivano icone miracolose e sacre reliquie: «Non mi cambiavo la biancheria per sei mesi». Scelse come santo protettore Simeone di Verhoturíe, perché lo aveva guarito dall’insonnia proprio mentre venerava le sue reliquie: «Ogni primavera io non dormivo per quaranta notti».
• La fama di profeta di Rasputin cominciò nel villaggio dove si era messo a correre incurante del gelo, con indosso solo la camicia, invocando di fare penitenza. Nessuno gli diede retta e lui crollò presso uno steccato, dove rimase un giorno e una notte. Lo svegliarono gli abitanti per dirgli che aveva ragione lui: nella notte era andato a fuoco mezzo villaggio.
• Con la scusa di trovare il denaro per costruire una chiesa nel suo villaggio, Rasputin si recò a Pietroburgo. Col suo viso pallido, l’aspetto da digiunatore, gli occhi penetranti, incantò prima il vescovo Sergij, poi l’asceta e mistico Feofan, che lo introdusse alla corte dello zar Nicola II e della zarina Alice.
• Erede del nonno Alessandro II, ucciso dai rivoluzionari, Nicola II era cresciuto a Gatcina, nel palazzo dove era morto strangolato il trisavolo Paolo II. Il sangue che per trecento anni aveva segnato la dinastia dei Romanov lo ossessionava (tutti gli zar prima di lui avevano avuto vita breve e la stirpe era stata maledetta da Alessio, prima che questi fosse giustiziato dal padre Pietro il Grande). Un destino terribile era scritto nella sua data di nascita, il 6 maggio: «Sono nato il giorno di Giobbe molto sofferente, e sono pronto ad accettare il mio destino», ripeteva sempre. Per lettera, la zarina: «Il fatto è che sei nato il giorno di Giobbe molto sofferente, mio tesoro».
• Il giorno dell’incoronazione dello zar Nicola II, durante la distribuzione dei doni al pubblico, sul campo di Hodynka si era formato un tale assembramento che per tutta la notte furono portate via dal campo insanguinato centinaia di persone soffocate.
• La zarina non riusciva a concepire figli maschi. Esperta di mistica, credeva ai prodigi compiuti dalla gente del popolo, e aspettava l’uomo di Dio che avrebbe pregato il Signore di darle un figlio. Fallirono Mitja il Bleso e Matrena la scalza. Dalla Francia fu invitato apposta Philippe, preveggente e guaritore, che diventava invisibile mettendosi il cappello. Dopo una maternità isterica (ma si diceva che la zarina avesse partorito un mostro con le corna), l’occultista le spiegò che l’uomo di Dio doveva essere russo: Serafino da Sarov, santo non riconosciuto dalla Chiesa ortodossa. Ottenuta la canonizzazione e proclamato Serafino patrono della famiglia imperiale, Alice e Nicola andarono in pellegrinaggio nel suo eremo, dove per ottenere la grazia la notte si immergevano nelle acque della fonte.
• L’erede di Nicola II, Aleksej Nikolaevic, nacque il 30 luglio 1904. Era affetto da emofilia, malattia ereditaria della famiglia di Alice (nipote della regina Vittoria). Philippe tornò in Francia lasciando alla zarina un campanellino che la avvertiva delle persone cattive.
• Il contadino Rasputin si presentò a palazzo offrendo un’icona di San Simeone taumaturgo. Durante l’incontro rassicurò gli zar: nelle campagne si amavano i sovrani. Chiese di vedere il piccolo Aleksej, che proprio in quel momento si stava sentendo male. Il contadino Rasputin si chinò in preghiera su di lui e lo addormentò. Quando la mattina dopo il bambino si svegliò guarito, tutti gridarono al miracolo.
• Ogni volta che gli telefonavano per comunicargli che Aleksej stava male, Rasputin, benché ubriaco, diventava subito sobrio e andava a salvare il bambino con l’automobile inviata a prenderlo (persino l’odore di alcol si dissolveva all’improvviso).
• Una volta che Aleksej ebbe un’emorragia renale, Rasputin, che si trovava lontano, mandò un telegramma ad Alice per rassicurarla che il bambino sarebbe sopravvissuto. Alice lo mostrò trionfante ai medici. Costoro pensarono che a corte fosse tornato il Medioevo. Invece l’erede al trono guarì.
• Nicola II, soprannominato Nicky. Timido, basso, mai a suo agio ai balli e alle riunioni ufficiali. Condivideva il pensiero di Tolstoj, Dostoevskij, Turgenev: solo il popolo semplice, umile, analfabeta, oppresso possedeva la verità. Bisognava scavalcare corte e funzionari corrotti: «Solo il popolo e lo zar, nessuno tra di loro». Rasputin, contadino semianalfabeta, era l’uomo giusto.
• Fin dall’inizio Rasputin capì il suo compito principale a palazzo: decifrare i desideri di Alice ed esprimerli come rivelazioni divine.
• Balcani. Anno 1908. L’impero austroungarico si era annesso due territori balcanici abitati da russi ortodossi, la Bosnia e l’Erzegovina. Mentre l’opinione pubblica era interventista, Rasputin, assecondando la zarina, si schierò contro la guerra, prevedendo sconfitte e rivoluzione. Lo zar accettò l’annessione e Vitte, uno degli uomini politici più in vista dell’impero, dichiarò in un’intervista: «Indubbiamente dobbiamo all’influenza di Rasputin se la guerra dei Balcani non è scoppiata».
• Anno 1914. Erano in corso le valutazioni dei candidati alla nomina di ministro delle Finanze, quando Rasputin si mise a elogiare la bontà d’animo del banchiere Bark. Nicola si stupì della sua ingerenza in materie in cui non era competente. L’unica spiegazione possibile era un’ispirazione dal cielo: Bark fu nominato ministro delle Finanze.
• Nei salotti di Pietroburgo si raccontava che Nicola e Alice salutassero Rasputin baciandogli la mano: i sovrani seguivano il suo insegnamento di imitare Cristo nell’atto di lavare i piedi ai discepoli.
• Nicola, quando accusavano Rasputin di fare la sauna con le donne: «So che anche lì predica le sacre scritture».
• Dalla Vita di San Simeone, protettore di Rasputin: «La gente non poteva rendersi conto a pieno della sua santità, perché lui la celava. Infatti la follia per Cristo è un atteggiamento per cui una persona, piena di autentica saggezza cristiana, si rivela attraverso la sua umiltà, con atti in apparenza folli. Quando chiesero a San Simeone come si sentiva a stare nudo tra le donne nude, lui rispose: "Proprio come un albero tra gli alberi, così io ero tra loro, senza sentire che avevo un corpo". Essendo impassibile, si avvicinava senza paura alle donne. Come nell’antichità sul Sinai il cespuglio restava in mezzo al fuoco incombusto, così era lui al contatto femminile».
• «Arrivato dalla prostituta, Rasputin le ha comprato due bottiglie di birra. Lui non ha bevuto, le ha chiesto di spogliarsi, le ha guardato il corpo e se n’è andato» (dal rapporto di un agente della polizia segreta che lo sorvegliava).
• Le sette dei flagellanti erano diffuse tra i contadini russi fin dal XVII secolo. Gli adepti ricevevano lo Spirito Santo nel rito orgiastico delle radenie: danzavano vorticosamente per sudare come Gesù nell’orto di Getsemani, e in stato di parossismo si congiungevano per espiare il peccato con il peccato. Purificati dal senso di colpa concepivano nell’orgia i figli dello Spirito Santo. Meno numerose le sette dei castrati, nate a metà del XVIII secolo. Cantando inni di gioia gli uomini si castravano con un ferro rovente o con una scure, le donne si amputavano i capezzoli o addirittura i seni. La loro regola, un versetto del Vangelo secondo Matteo: «Vi sono infatti eunuchi che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi vuol capire, capisca» (Mt 19, 12).
• Nel 1903 Rasputin fu accusato per la prima volta dalla Chiesa di essere un flagellante, perché faceva la sauna con le sue seguaci. Anche se assolto, non perse più la nomea di flagellante.
• Alice aveva capito il segreto di Rasputin, lo jurodstvo, la follia per Cristo. Il folle per Cristo rinunciava a tutti i suoi averi, non solo terreni, ma anche spirituali, onore, gloria, rispetto e affetto dei suoi cari, comportandosi in modo non umano, deforme (jurodstvo, da urod, jurod, "essere deforme").
• Aveva la pelle scura e rugosa, la barba incolta, i capelli, della stessa tonalità, rosso scuro, divisi con negligenza da una scriminatura centrale. Il naso era largo, butterato dal vaiolo. Gli occhi piccoli, chiari, profondamente incavati tra le rughe. «Da essi emanava una forza sgradevole, selvaggia. Lo sguardo era fisso, batteva le palpebre molto di rado, e quello sguardo magnetico, immobile turbava» (Vera Zukovskaja, flagellante e cocainomane, la prima volta che incontrò Rasputin).
• Così Rasputin spiegava il fondamento religioso del peccato: «Avvicinò una poltrona e si sedette di fronte a me, mettendo le mie gambe tra le sue ginocchia: "Non credere ai preti, sono stupidi, non conoscono tutto il segreto! Il peccato è stato dato per questo, per pentirsi, e il pentimento è gioia per l’anima, forza per il corpo, capisci? Ah animuccia mia, mia ape da miele! Bisogna capirlo, il peccato! Non c’è pentimento, non c’è gioia! Vuoi che ti mostri il peccato? Osserva il digiuno, e la prossima volta vieni da me dopo la comunione, quando nell’anima avrai il paradiso. E io ti mostrerò il peccato". Qualcuno di terribile, di spietato mi guardava dalla profondità di quelle pupille quasi completamente celate. Ma poi d’un tratto gli occhi si aprirono, le rughe si spianarono e dandomi un’occhiata di sfuggita con uno sguardo carezzevole chiese sottovoce: "perché mi guardi in quel modo, apina?", e inchinatosi mi baciò con fredda esultanza monacale» (Vera Zukovskaja).
• Con Rasputin bisognava cedere: «Lui rende tutto santo. Con lui non è peccato» (la seguace Munja).
• Le signore, e specialmente le più aristocratiche, per prima cosa si toglievano gli stivali. Rasputin aveva infatti insegnato loro ad essere umili. Si sedevano quindi intorno alla tavola imbandita. Rasputin mangiava tutto con le mani, persino il pesce, e dopo essersi pulito sommariamente le dita unte accarezzava le donne e profferiva precetti a bocca piena. Prima di andarsene esse gli chiedevano in dono la biancheria sporca, magari l’ultima indossata, che fosse almeno impregnata di sudore.
• Rasputin «aveva un corpo straordinariamente robusto, per nulla floscio, colorito e ben fatto, senza il ventre flaccido e i muscoli cascanti normali a quella età e senza la pigmentazione accentuata degli organi sessuali, che diventano scuri o marroni con gli anni» (Filippov, amico di Rasputin).
• Rasputin invitava le sue seguaci, diceva loro di venirlo a trovare con lo stesso spirito con cui andavano dal medico, egli le avrebbe così liberate della loro malattia, cioè la lussuria. Esse dunque si presentavano ed egli recitava per loro una preghiera, ripeteva tre volte "demone della lussuria, vai via" e le penetrava. La forza del coito era tale da ridurre effettivamente la loro lascivia. Rasputin le convinceva poi a non confessare al prete il peccato di adulterio per non turbarlo.
• Non c’era più scampo per la donna che Rasputin sentiva impura: le si buttava addosso e quanto più erano peccaminosi i pensieri, tanto più si sentiva stimolato ad accogliere in sè il peccato per liberarla dal demonio.
• Le signore aspettavano con rassegnazione il loro turno (nella sala d’attesa di Rasputin) per essere ricevute nella stanza del divano, un sofà ormai sfondato dall’uso, con la pelle lisa e lo schienale staccato.
• Chi informava Alice delle malefatte di Rasputin da ubriaco, era punito crudelmente senza spiegazione. Persone superficiali non potevano capire il suo segreto mistico, la follia per Cristo, il desiderio di subire umiliazioni. Difendere Rasputin dalla gente era la sua croce e lui ne approfittava.
• Rasputin morì vittima di una congiura la notte del 18 dicembre 1917. Il cadavere fu rinvenuto nel canale Malaja Nevka, col viso sfigurato e le mani tese verso l’alto, nell’estremo tentativo di sciogliere le corde che le legavano. Nel punto dove era stato visto galleggiare la gente accorse con fiasche, brocche e secchi, per attingere, insieme all’acqua, la sua forza diabolica.
• Sepolto dagli zar nella cattedrale Fedorovskij, quando fu dissotterrato dai rivoluzionari che cercavano oggetti preziosi il cadavere rivelò la grande escrescenza simile all’embrione di un corno, che da vivo Rasputin nascondeva con cura sotto i capelli. L’assemblea tenuta accanto alla bara votò di seppellirlo in segreto in un luogo deserto. Ma il camion su cui era trasportato si fermò per un guasto nella notte e i soldati bruciarono il cadavere sul posto e dispersero le ceneri al vento. Così Rasputin aveva attraversato tutti gli elementi: acqua, terra, fuoco, vento.
• Il gran duca Dmitrij, che aveva fatto uccidere Rasputin, ebbe per questo la vita salva: lo zar Nicola, con l’intenzione di punirlo, l’aveva fatto deportare in Persia e quando scoppiò la Rivoluzione egli non stava dove avrebbe dovuto stare.
• Dal discorso di Lenin al secondo congresso della RSDRP: «Dal punto di vista politico i flagellanti meritano tutta la nostra attenzione perché sono nemici accaniti di tutto quello che proviene dalle autorità, cioè dal governo. Sono convinto che operando un avvicinamento tattico dei rivoluzionari ai flagellanti possiamo farci tra loro moltissimi alleati».
• La «Commissione istruttoria straordinaria per le indagini sulle azioni illegali dei ministri e di alti funzionari del regime zarista», istituita dal Governo provvisorio nel 1917, dopo l’abdicazione di Nicola II, interrogò chiunque avesse conosciuto Rasputin. Nelle celle umide della fortezza di Pietrogrado, gremite di nobili, sembrava di trovarsi in uno splendido ballo al palazzo d’Inverno. La rielaborazione dei verbali stenografici degli interrogatori fu affidata a Aleksandr Blok, uno dei più grandi poeti.