Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Lacrime e sangue. Viaggio nella religiosit࿡ popolare

• Mistero. Dal greco muein, chiudere le labbra, tacere.
• Piedi. Esposti nel Santuario della Madonna dell’Arco, a Napoli, come monito per tutti i bestemmiatori, i piedi caduti ad una Aurelia del Prete nel 1589, perché durante la processione del Lunedì in Albis aveva bestemmiato mentre rincorreva il suo porcellino in fuga.
• Devoti portati al pronto soccorso in preda a crisi convulsiva e isterica durante il pellegrinaggio alla Madonna dell’Arco nel Lunedì in Albis del 1999: trenta. Sempre in quell’occasione un uomo leccò interamente la navata ripreso dagli operatori televisivi.
• La guancia destra della Madonna dell’Arco è tumefatta dal 1450, quando, durante una festa in suo onore, un ragazzo la fece sanguinare colpendola apposta col pallone mentre giocava. Per questo fu impiccato.
• Fujenti. Devoti della Madonna dell’Arco che portano il suo quadro in processione esibendosi in danze propiziatorie a piedi scalzi, nonostante il divieto dei vescovi (si diventa fujenti fin da bambini, per iniziazione familiare). Fujenti che vanno sempre in delirio: il 18,2 per cento; qualche volta: il 24,2 per cento; mai: il 57, 6 per cento.
• ”Parenti di San Gennaro”, venti donne che vantano discendenza dal santo e per questo hanno l’incarico di incitarlo a liquefarsi: se il miracolo non avviene lo maledicono ("Faccia ’ngialluta", "Santu malamente", "Miezu limone"). Tutte le sere dell’anno si riuniscono a recitare il rosario nella cappella del Santo (gestita dalla deputazione nominata con decreto del Presidente della Repubblica e composta da dieci nobili napoletani e due membri di estrazione popolare).
• Il ”cimitero delle Fontanelle”, cava in disuso di Napoli sotterranea, dove si gettavano i corpi delle vittime di epidemie o di omicidi: i napoletani adottavano un teschio a scelta, lo pulivano e gli portavano i fiori in cambio di aiuto. Non appena rimanevano insoddisfatti in una richiesta sostituivano il teschio con un altro.
• In Campania le Madonne sono venerate con epiteti risalenti a Iside (come ”Stella maris” e ”Madonna del latte”), e sono pure rappresentate come la dea (mentre allatta Horus o col manto azzurro e la corona di stelle).
• A Taranto, per acquistare il diritto di portare in spalla le statue dell’Addolorata e di Gesù nella processione del venerdì santo, si partecipa all’asta che si tiene la domenica delle Palme (incasso medio: 420 milioni).
• Secondo l’antropologo Marino Niola, al Nord, dove la religiosità popolare è meno diffusa, oltre alle sette, si creano altri fenomeni che comportano un’offerta sacrificale del corpo: «andare contromano in autostrada, automutilazioni, piercing, la dissipazione agonistica del proprio corpo da parte degli sportivi».
• Reliquie di Sant’Antonio da Padova conservate nel santuario: la lingua, il mento, l’avambraccio sinistro. Santo protettore della donna incinta e dei bambini, da quando resuscitò quel bambino scivolato in un pentolone di acqua bollente mentre la madre se n’era andata ad ascoltare le sue prediche. In Brasile fa trovare moglie o marito o fa arrivare il figlio desiderato.
• Punta massima di confessioni celebrate da ciascun sacerdote nel santuario di Sant’Antonio da Padova: 85 al giorno.
• Confessioni celebrate da Padre Pio: un milione e duecentomila.
• Cartello esposto nell’androne del santuario di San Giovanni Rotondo, dove si raccolgono le richieste per le messe: «Per le messe offerta minima 15.000».
• Richieste di messe in suffragio rimaste inevase dal 1678 al 1701 nel Santuario della Madonna di Loreto: 75 mila. La regola diventò di tre messe in un’ora e i cappellani svenivano per inedia (nel 1730 un cappellano fu licenziato perché la sua messa durava più di un’ora).
• Il Santuario della Madonna di Loreto, nelle Marche, eretto intorno alla stanza dove nacque Maria e dove Gesù visse fino a dodici anni, trasportata in volo dagli angeli per salvarla dai musulmani alla fine del Duecento. Prima di costruire il Santuario qualcuno fu incaricato di andare a Nazareth per prendere le misure della grotta da cui era stata asportata la stanza: combaciavano perfettamente con quelle di Loreto.
• Il prete dalmata Giorgio Ivanovic, prigioniero dei turchi, sopravvisse a orribili mutilazioni invocando la Madonna di Loreto. I turchi, inferociti dalla sua resistenza, gli strapparono addirittura le viscere, dicendogli di andarle a portare alla sua Madonna. Per farlo il martire si trascinò fino a Loreto e morì solo quando raggiunse la stanza santa.
• Nel 1575 don Giovanni d’Austria andò in pellegrinaggio a Loreto, seguito da ufficiali e schiavi strappati ai turchi. Le catene dei prigionieri furono fuse per fabbricare le cancellate delle cappelle laterali.
• I chierici del Santuario di Loreto intorno al quale si sviluppò nel Trecento un borgo che fa capo alla Diocesi di Recanati, avevano il monopolio della cera, non solo per la produzione di candele, ma anche di ex voto anatomici, braccia, gambe, teste, simulacri di corpi miracolati, che restavano appesi lì alle pareti prima di essere sciolti di nuovo e riciclati.
• In cerca di resti di qualche martire da venerare, sul finire del Seicento il clero di Loreto Aprutino mandò una delegazione nelle catacombe di San Callisto, che rientrò con tre denti, due ossa e una fiala di sangue, appartenenti a un San Zopito, subito proclamato protettore del paese. Cercando notizie sul santo, si scoprì che i resti erano quelli di un ignoto cristiano, morto probabilmente di morte naturale: la ”S” dell’iscrizione era stata scambiata per ”Z”, e "Sopitus", per "Zopitus", come se fosse un nome di persona ("Sopitus in Domine" stava per "addormentato nel Signore").
• San Zopito è festeggiato la domenica e il lunedì di Pentecoste con la cerimonia del bue inginocchiato. Dal miracolo del bue che si inginocchiò al passaggio del santo, dopo essersi rifiutato di trascinare l’aratro del suo padrone perché aveva continuato a lavorare anziché andare alla processione. L’animale prescelto, rigorosamente bianco, è allontanato dai campi quaranta giorni prima della festa per essere addestrato a genuflettersi. Il lunedì sfila in processione, si piega in ginocchio di fronte al sagrato delle chiese e alle case dei maggiorenti locali che hanno elargito doni. Un tempo entrava in chiesa e si chinava davanti alla statua del santo, mentre i devoti, girate le spalle all’altare, si inginocchiavano di fronte al bue. A questo punto defecava. Dalla quantità di feci prodotte i contadini traevano auspici buoni o cattivi sull’andamento del raccolto.
• In occasione della traslazione delle reliquie di sant’Antonio Abate da Costantinopoli a Motte-st-Didier, l’attuale Bourg-Saint-Antoine, nel XII secolo, fu fondato un ordine religioso col privilegio di allevare maiali che potevano circolare liberamente per la città, in quanto dedicati al santo e da lui protetti. Nutriti dalla collettività, si riconoscevano dalla campanella che portavano appesa al collo, dall’orecchio tagliato e da alcuni segni della pelle che ricordavano il simbolo della Tau (i monaci ospedalieri usavano il lardo per curare la malattia detta appunto ”fuoco di sant’Antonio”).
• A Cocullo, in Abruzzo, il primo giovedì di maggio si celebra la festa di san Domenico dei serpenti: una settimana prima si catturano dei serpenti, che, una volta liberati, si attorcigliano tra le braccia del santo (per tutto il giorno i bambini se ne vanno in giro tra i turisti con serpenti più piccoli per le foto ricordo).
• Rifacendosi a un versetto del Vangelo di Marco ("Nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti..."), i membri della setta Snake-handling-cult, nata negli Stati Uniti nel 1909, maneggiano serpenti a sonagli e si sottopongono al loro morso: chi sopravvive è un cristiano autentico (anni fa morì proprio il capo della setta).
• I devoti di San Domenico raccolgono la polvere del Santuario in bustine di plastica per spargerla intorno a casa e tenere lontani i serpenti e il male. Alcuni la sciolgono nell’acqua e la bevono per non ammalarsi. In passato, in caso di carenza di polvere, si usava la spazzatura oppure si raschiavano le pareti della chiesa.
• Per proteggersi dal mal di denti i devoti di San Domenico tirano con la bocca la corda della campanella appesa a una parete della Chiesa. Il giorno della festa il parroco estrae dal reliquiario il molare del santo e lo porge ai fedeli perché lo bacino. Fu il santo stesso, in partenza dal paese, a cavarsi da solo il dente per lasciare almeno una reliquia ai suoi seguaci.
• Vecchia usanza dei devoti di San Domenico tatuarsi il braccio con stampi a ferro per difendersi dalle malattie: da quando il santo portò la sua mula a ferrare, ma, accorgendosi di non avere soldi abbastanza, le ordinò di restituire al maniscalco il ferro (ancora custodito tra le reliquie).
• La Chiesa proibì i tatuaggi nel 1871, ma si perse l’uso solo nel dopoguerra. Fino ad allora era consuetudine andare da un calzolaio o da un maniscalco per farsi segnare il corpo con una effigie sacra, un santo, una madonna, una croce.
• A Guardia Sanframondi, in Campania, ogni sette anni si pratica la flagellazione per impetrare dalla Madonna la grazia della pioggia. I flagellanti si mascherano per non farsi riconoscere durante la festa dell’Assunta.
• Il miracolo di Bolsena, dipinto da Raffaello in Vaticano: un sacerdote tedesco in pellegrinaggio verso Roma, mentre celebra messa a Bolsena, è assalito dal dubbio sulla reale presenza di dio nella particola, quando spezza l’ostia e sgorgano gocce di sangue.
• Risus pascalis, il riso pasquale, liturgia pasquale durante il Medioevo, per fare esplodere la gioia nel giorno della resurrezione: il parroco raccontava barzellette, faceva comporre canti dal contenuto perfino osceno, perché i devoti si scatenassero dal riso.
• Radio Maria, punte di ascolto di oltre 2 milioni di persone, 520 ripetitori (quasi come la rai), manda in onda ogni mese il messaggio della madonna ricevuto dai veggenti, racconta i miracoli di Padre Pio, recita rosari, diffonde testimonianze di conversioni e miracoli.
• Nell’appartamento di Milingo, primo vescovo nero ed esorcista, in via di Porta Angelica, 63, all’ingresso dello Stato Vaticano, è incorniciata una fotografia di Gesù, scattata dalla suora che lo vide materializzarsi in quella casa (sito Internet: www.milingo.org).
• Parola di Milingo: «Nel 1936, e probabilmente anche prima, la Russia e altri Paesi comunisti hanno cominciato a mandare i loro candidati nei seminari cattolici perché diventassero preti e poter in seguito distruggere dal di dentro la chiesa stessa. Nel 1947 furono tracciate le differenti fasi per portare avanti in modo organizzato tale missione... Il piano ha funzionato. La presenza di questi preti, che oggi occupano posti di responsabilità nella Chiesa cattolica ha, a poco a poco, indebolito interiormente la Chiesa».
• Terrorizzate dalle vittorie di Napoleone le Madonnelle del Divino Amore riprodotte nelle edicole romane, strabuzzarono gli occhi tutte insieme.
• La Madonna delle lacrime di Siracusa, che pianse per tre giorni nel 1953: siccome non tutti riuscivano ad avvicinarsi, qualcuno s’incaricò di toccarla con batuffoli di cotone e distribuirli ai presenti.
• La domenica in cui si festeggia la Trinità a Vallepietra, Roma, si svolge ”il pianto delle zitelle”. Vestite di bianco, sono le vergini della zona, che arrivano in processione con la vergine Maria e recitano una lauda medievale.
• Secondo la superstizione una goccia di sangue mestruale sciolto nel caffè fa innamorare di sé la persona che lo beve ignara (efficace anche versarla sulla foto dell’amato).