Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 3 maggio 1999
«Così come quando, a primavera, il vento carezza i campi di grano curvando il capo alle spighe verdi, e le spighe ondeggiano quasi a sussurrarsi misteri, le teste dei fedeli si mossero di colpo in un sussulto; e un mormorio incredulo corse la navata della piccola chiesa stracolma
• «Così come quando, a primavera, il vento carezza i campi di grano curvando il capo alle spighe verdi, e le spighe ondeggiano quasi a sussurrarsi misteri, le teste dei fedeli si mossero di colpo in un sussulto; e un mormorio incredulo corse la navata della piccola chiesa stracolma. Padre Pio, con quell’andatura stenta che gli faceva trascinare i sandali logori, s’apprestava all’altare» (da un articolo di Igor Man del 10 febbraio 1949).
• «Il frate leva il calice e le sue stigmate lasciano trasparire la fiamma delle candele. Uno, due, tre secondi. Interminabili. Infine porta il calice alle labbra, beve smarrito, assente. Quasi in trance» (da un articolo di Igor Man del 10 febbraio 1949).
• Le stimmate di Padre Pio erano fori che permettevano ai polpastrelli dei medici che lo visitavano di toccarsi attraverso le sue mani. Quelle dei piedi erano grandi come monete da duecento lire.
• «La sua mano carezza la mia spalla. La stringo piano e incredulo, quasi inorridito, sento il pollice affondare nel palmo della mano del frate» (Igor Man ricorda l’incontro con Padre Pio avvenuto nel ’49).
• Padre Pio parlando di quelli che liquidavano le stimmate come fenomeni psicosomatici: «Provino a concentrarsi intensamente su un toro, vediamo se gli spuntano le corna».
• Durante il pontificato di Giovanni Paolo II sono saliti alla gloria degli altari più di ottocento beati e quasi trecento santi (più della metà dei 1611 beati riconosciuti dalla Chiesa a partire dal 1605, anno in cui fu codificato il processo canonico di beatificazione).
• Secondo Francesco De Palma, studioso di processi di santificazione, i tribunali che presiedono ai procedimenti di santificazione sono condizionati dai soldi degli Ordini che presentano le candidature e dal potere che hanno all’interno della Chiesa.
• I santi si dividono in confessori e martiri. I confessori sono coloro che dimostrano in vita l’esercizio ”eroico” delle virtù teologali e cardinali del cristianesimo. I martiri invece non hanno bisogno di aver condotto una vita cristiana esemplare se la riscattano con la morte nel nome di Cristo. Di Padre Pio si celebrano le ”virtù eroiche”.
• Padre Pio confessava fino a 14 ore al giorno.
• Per farsi confessare da lui, unico modo per incontrarlo, bisognava procurarsi il numeretto e l’attesa era interminabile. Per questo smise di confessare gli stranieri.
• L’elicottero con appesa la Madonna di Fatima (a cui Fellini ha dedicato la scena iniziale de La dolce vita) atterrò a San Giovanni Rotondo ai primi d’agosto del ’59. Padre Pio, a letto per un tumore maligno, coi medici intorno che gli davano pochi giorni di vita, non andò ad onorarla. Il 6 agosto l’elicottero ripartì, ma all’improvviso fece dietrofront per ordine del gesuita Mario Mason, e sorvolò un’ultima volta il convento del frate. A sentire il rombo Padre Pio guarì, saltò su, cacciò via i medici e corse in chiesa a confessare la folla di fedeli.
• Il mattino gli bastava mezza tazzina di caffè, sorseggiata dopo la messa; a pranzo si sedeva a tavola, recitava il Rosario e altre preghiere e finalmente mangiava qualche forchettata di pasta, o un po’ di verdura, la carne mai, talvolta un po’ di merluzzo bollito, per frutta qualche spicchio di mela; per cena una piccola fetta di torta o poche cucchiaiate di crème caramel; da bere un bicchiere di birra in gioventù, poi mezzo bicchiere di passito di Pantelleria. «Ma come fa a vivere, non assimila nemmeno cento calorie al giorno. Un simile apporto calorico non sarebbe sufficiente a tenere in vita neppure un giovane in perfetta salute che stesse immobile a letto» (il professor Pietro Valdoni quando padre Eusebio Notte, assistente di Padre Pio, gli rivelò il menu).
• Uscì dal convento di San Giovanni Rotondo solo due volte: per la visita di leva e per i voti della sorella suora.
• Chiamato in guerra nel 1915 Padre Pio si raccomandò a badesse e monsignori per evitare la divisa. Fu riformato: ufficialmente per una bronco-alveolite doppia. I medici facevano a gara per misurargli la febbre, che superava i 48 gradi (vennero usati termometri da veterinario).
• Igor Man, ancora sull’incontro del ’49: «Ora cava da una profonda tasca misteriosa una scatoletta esagonale della magnesia sanpellegrino arrangiata a tabacchiera, e un fazzolettone rosso a puntini bianchi. Dispiega il fazzoletto su di un tavolo. Manco il tempo d’una tiratina di tabacco e il fazzolettino straripa di biglietti da mille (Cinquant’anni fa erano grandi quasi come mattonelle, decorati da una Italia ben popputa, firmati Azzolini). Sono offerte per la Casa sollievo per la sofferenza, l’ospedale che Padre Pio si era messo in testa di costruire a ridosso del convento».
• I Cappuccini della provincia di Foggia hanno pubblicato sul loro sito Internet (www.abol.it/padrepio) il prezzario delle offerte per contribuire alla edificazione a San Giovanni Rotondo della basilica progettata da Renzo Piano (costo: 35 miliardi, da pagare con le offerte dei fedeli): 50.000 lire una pietra, 100.000 lire una canna d’organo, 200.000 lire una giornata lavorativa, 500.000 lire un metro quadrato di pavimento, 2 milioni un banco.
• In seguito all’enorme patrimonio che le offerte dei fedeli avevano fatto affluire a San Giovanni Rotondo, il 4 aprile del ’57 Pio XII dispensò personalmente Padre Pio dal voto di povertà. Alla morte del frate la Chiesa incassò un patrimonio di 200 miliardi.
• Padre Pio come testimonial di una campagna pubblicitaria di cellulari varrebbe 80 miliardi (Madre Teresa di Calcutta 100 miliardi).
• San Giovanni Rotondo richiama sei milioni di pellegrini all’anno, fino a centomila al giorno, con un business di almeno 100 miliardi all’anno. Spesa dei pellegrini per assistere alla cerimonia di beatificazione del 2 maggio: 60 miliardi.
• Padre Pio: «Questo viaggio per vedere me? Non lo avete a casa un libro di preghiere? Era un viaggio risparmiato» (dal diario del giornalista Orio Vergani).
• Costo per accedere a finestre di abitazioni private da cui assistere alla cerimonia di beatificazione di Padre Pio a Roma il 2 maggio: centomila lire («più la mancia al portiere per la segnalazione delle postazioni migliori»).
• Porta a porta. Durante la puntata di ”Porta a porta” dedicata a Padre Pio: «C’è stato un prete che ha sostenuto di essere sopravvissuto, senza ferite, a una sventagliata di mitra, grazie a Padre Pio. Ha detto che la camicia era bucherellata davanti e di dietro, cioè che le pallottole lo avevano trapassato, ma senza ucciderlo e senza neppure lasciare segni sulla carne. Vespa lo guardava compiaciuto, con l’aria da chierichetto un po’ tonto» (Miracolo testimoniato da Lino Banfi in collegamento da San Giovanni Rotondo col cero in mano: «Prima del collegamento pioveva, ma ora ha smesso»).
• Padre Pio a Carlo Campanini: «Figlio mio, ognuno fa il buffone nel posto dove l’ha messo il Signore».
• Monsignor Grillo, vescovo di Civitavecchia, in visita alla redazione del ”Tempo”, intervistato da Guglielmo de’ Giovanni Centelles: Che direbbe Padre Pio di questa spettacolarizzazione? «Padre Pio fu grande nell’umiltà. Sono certo che ne soffre». Dopo l’intervista si è lasciato fotografare mentre benediceva i santini con l’immagine di Padre Pio distribuiti sabato col quotidiano romano.
• L’ultimo numero di ”Mani di fata”, mensile specializzato in taglio e cucito, regala il cartamodello decalcabile per ricamare il ritratto di Padre Pio.
• «Ogni tanto diceva alle donne assedianti e troppo addossate alla ringhiera, che lo lasciassero respirare, che la smettessero di stargli addosso, che lo lasciassero soffiarsi il naso in pace» (dal diario del giornalista Orio Vergani).
• I credenti facevano ressa attorno al monaco, affetto da tubercolite polmonare, e ne raccattavano gli sputi sanguinolenti.
• Monsignor Carlo Maccari, a cui Giovanni XXIII aveva chiesto di controllare Padre Pio, nella relazione parlò del frate ostaggio delle pie donne, che origliavano le confessioni e facevano commercio di pezzuole macchiate di sangue di gallina spacciate per reliquie delle stimmate.
• A chi lo ringraziava del miracolo ricevuto, rispondeva: «Pezzo di minchione, e che, sono io che te l’ho fatto? La Madonna delle Grazie è stata!».
• Padre Pio: «I giornalisti a me mi inguaiano perché scrivete che faccio miracoli, e li superiori si indignano, giustamente. Su questa terra miracoli non ne fa nessuno. Capito? Il tempo dei miracoli passò».
• «Affinché Padre Pio diventi santo occorre un altro miracolo. Che naturalmente deve accadere dopo il 2 maggio ’99 e per il quale il vescovo della diocesi deve predisporre un altro processo. Il luogo del processo sarà quello del miracolo preso in esame. Se per esempio il miracolo avverrà a New York, il processo dovremo farlo lì» (Padre Gerardo Di Flumeri, ”vicepostulatore” della causa di beatificazione di Padre Pio).
• Padre Pio ancora in vita, nel ”Museo anticattolico ” di Vilnius, in Lituania, era esposta una foto del futuro beato con la didascalia: «Il Rasputin italiano».
• Padre Pio: «Ecco, vedi figliuolo, sarebbe bello se tutti, nel mondo, decidessero d’esser buoni diciamo soltanto mezz’ora, in un giorno stabilito di comune accordo fra le nazioni. Mezz’ora soltanto di bontà, per vedere com’è giusto e buono vivere in grazia di Dio: senza guerra né violenza, senza peccato. Mezz’ora. Chissà se, dopo l’esperimento, l’umanità conquisa da tanto bene non decida d’esser buona sino al redde rationem».
• Spesso la mattina usciva dalla stanza tutto pesto e ferito perché la notte aveva combattuto coi diavoli: «Mi crederei di essere invasato, se non fossi men che cristiano: il demonio mi vuole per sé ad ogni costo».
• Rassicurava tutti sull’esistenza di un angelo custode personale. Dal suo si faceva svegliare la mattina e si faceva tradurre le lettere in lingua straniera.
• Monsignor Erba, membro della Commissione che ha deciso la beatificazione di Padre Pio: «Mi hanno fatto leggere sei volumi per un totale di 7.592 pagine [...]. Una lettura lunga e avvincente che mi affascinava e mi spaventava. Ho portato tutta la documentazione anche in vacanza. [...] Io sono un realista, ho i piedi per terra e non sono un poeta; eppure mi è sembrato che per due volte mi bussasse alla porta mentre dormivo».
• anche ignoranza e ingenuità nel culto di Padre Pio; ma c’è pure un germe di elementare saggezza. come se non si volesse scomodare il Signore per le vicende e le tragedie terrene; come se si avvertisse la sua superiore, celeste lontananza rispetto alla vita degli uomini. E allora si ricorre ai santi e agli angeli custodi, ai grandi e vicini mediatori, intercessori. Una specie di clientelismo metafisico. Si dirà che è superstizione. Ma come spiegava Vico, la superstizione indica le ultime tracce superstiti di verità perduta o dimenticata; quindi, pensava il colto e cattolico Vico, meglio la superstizione che l’ateismo disperato».
• «Ho scoperto credenti in Padre Pio che non sono credenti in Dio».
• «Piuttosto che non credere in Nulla, l’uomo crederà nel Nulla» (Nietzsche).
• «Ogni manifestazione di massa, proprio perché animata dal ”sacro”, deve rompere il modello di condotta ”civilmente corretto” e abbandonarsi a ciò senza cui non c’è religione: lo stupefacente e l’eccessivo. Se accade per i concerti rock e per le partite di calcio, nelle quali non manca certo il rituale ”religioso”, a maggior ragione si verifica nei grandi raduni mistici. Chi non vuole queste esagerazioni stia pure alla larga».
• I frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo hanno confezionato 80 mila borse per i fedeli convenuti alla cerimonia del 2 maggio. Contenuto: foulard bianco per le donne, cappellino blu per gli uomini, libro con pensieri del frate, una biografia, medaglione e cartella con immagini di Padre Pio.
• Gabriele D’Annunzio aveva invitato Padre Pio al Vittoriale e gli scrisse per ringraziarlo di aver accettato: «Mio fratello, so da quante favole mondane, o stupide o perfide, sia offuscato l’ardore verace del mio spirito. per ciò che è testimonianza della tua purità e del tuo acume di Veggente l’aver tu consentito a visitarmi nel mio Eremo, l’aver tu acconsentito a un colloquio fraterno con colui che non cessa di cercare coraggiosamente sé medesimo. Caterina la Senese mi ha insegnato a ”gustare” le anime. Già conosco il pregio della tua anima, Padre Pio. E son certo che Francesco ci sorriderà come quando dall’inconsueto innesto prevedeva il fiore e il frutto inconsueti. Ave. Pax et Bonum. Malum et Pax. Gabriele D’Annunzio. Il Vittoriale, 28 novembre 1924».