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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Mammiferi di lusso

• Dedica: «All’adolescente armena, malata di giovinezza e di musica, che una notte, sul mare, mi narrava le sue saffiche impurità».
• Poetica. «Leggo solo i romanzi e le novelle in cui gli uomini usano camicie di seta e le donne fanno il bagno tutte le mattine».
• Ladri. «Gli uomini sono tutti ladri, meno nostro padre e l’uomo col quale stiamo discorrendo».
• Consigli inutili. «E a che scopo sconsigliare un uomo che sta per sposarsi? A che scopo disilluderlo sulla donna che ha scelto? Perché metterlo al corrente della propria sciagura? Che cosa ci guadagno io? Che cosa ci guadagna lui? Che cosa ci guadagna lei? Se lo stacco da una donna, aderisce a un’altra. E a che vale se sono tutte le stesse?».
• Tacchi. «Io non potrò mai amare una donna che non abbia almeno i tacchi alti cinque centimetri».
• Scienza. «I progressi della medicina consistono nel cambiar nome alle malattie».
• Vezzi tricologici. «Non le piace questo ricciolo sull’orecchio? Si chiama accroche-coer e me lo sono fatto semplicemente perché ha un bel nome».
• Grandi menti. «La sua cultura sterminata ma non ingombrante».
• Pretese. «Pretendere d’essere il primo con le donne è assurdo come pretendere, al caffè, di bere per primo nel bicchiere che ti portano».
• Rumene. «Non è il caso di insistere sui titoli nobiliari di Mathilda Aarabesco, poiché quando si è detto rumena è perfettamente inutile aggiungere contessa».
• Sul prestare i libri. «Amica mia, i libri sono come le fanciulle; a lasciarle andare in giro si perdono».
• Consiglio. «Scrivi molto. Lavora infaticabilmente: pubblica molti libri, scrivi in tutti i giornali. La gente legge così poco, che non ci si rimette nulla a scriverle».
• Avvocatesse. «La donna è avvocatessa per natura. La sua fede di nascita è di per se stessa un diploma di laurea. La donna sa per istinto le malizie del cavillo, la falsificazione delle prove, la subornazione dei testi, la scaltrezza dell’alibi».
• Estate. «Era il vero tipo della donna per uso estivo. E si era in giugno».
• Paragoni. «Dicono che certi uccelli, i marabout, abbiano quattro peli sul cranio. Il professore ne avrà avuti cinque».
• Preliminari. «Dopo qualche mese, quando mi fui abituata alla sua bruttezza, mi parlò di matrimonio».
• Frutta e carne. «Il corpo ne uscì bianco e nudo come una banana dalla sua buccia a double face».
• Morte e digestione. «Dopo dieci anni che non si rivedevano i due amici di adolescenza si incontrarono a una sepoltura. Al ritorno dal camposanto uno chiese all’altro: ”Eri amico del caro morto?” ”Lo conoscevo appena”. ”E sei venuto fino al camposanto?” ”Sì. Era un’ora comoda. Le tre e mezzo. Una passeggiata a quest’ora fa digerire la colazione e mette appetito per il pranzo”».
• Botta e risposta. «’Ma come puoi cambiare amante così spesso?” ”Gli uomini sono così somiglianti l’uno all’altro, che mi pare d’avere sempre il medesimo”».
• Presagi. «Ho ritrovato l’amore e sento che ritroverò la mia gaiezza».
• Gesti di un’epoca. «E quando l’automobile si fermò, ella ne scese elasticamente con un balzo. Egli rimase. Prese i guanti ch’ella aveva lasciati, ne aperse uno e ne aspirò il tiepido profumo raccolto».
• Barbe. «La signorina si sentì solleticare la spina dorsale. Era una barba virile che si era curvata a darle un bacio. Il titolare di quella barba era il dottor Fabiani. La titolare di quella spina dorsale, la signorina Rosamunda Aldobrandini di cui omettiamo per brevità i titoli nobiliari, che, con i tempi che si preparano, non impressionano nemmeno più i portinai».
• Donne e prostitute. «Le cocottes stanno alle signorine come il poker sta al gioco dell’oca. Egli preferiva il gioco dell’oca».
• Giovinezza. «La signorina di mondo che lo ascoltava rise. Rise con i trentadue denti bianchi e con i venticinque anni sani».
• Ricercatezza. «Le cose comuni, semplici, piane, sono passate di moda».
• Scoperte. «E il nuovo esploratore di spiriti, per trovare l’anima, comincerà con lo sbottonarle la camicetta».
• Innamorati e seduttori. «Era un elegante vizioso, non un ingombrante innamorato».
• Amanti, mariti. «La donna preferisce l’amante al marito, non perché possegga le qualità fisiche e morali che mancano al legittimo consorte, ma solamente perché questo è il marito e quello è l’amante».
• Realismo. «L’uomo finge di essere ipnotizzato dalla bellezza di un’attrice, dalla firma di una intellettuale, dal blasone di una nobildonna, ma in fondo la bellezza, la firma, il blasone non sono che pretesti per vuotare tre o quattro volte le vescichette seminali».
• Scuse uno. «Se mio marito non fosse così geloso, non lo ingannerei».
• Scuse due. «Lo inganno perché non è geloso».
• Carne. «L’uomo tradito si sente offeso nella carne».
• Vanità. «La donna ingannata è offesa appena nell’amor proprio, nella vanità».
• Cocaina. «Soda non era una ragazza eccezionale. Non era russa, non aveva gli occhi verdi, non si faceva flagellare dagli uomini, non si fermava davanti alla gabbia dei mandrilli, e non si spolverava di cocaina la punta del naso».
• Approcci. «Quando una donna che non vi ha mai parlato vi domanda il nome del vostro cane, non prendete altri impegni per il giorno dopo».
• Pijamas. «E quando furono a casa ella si spogliò completamente e, seduta sulla sponda del letto, prese il proprio pijama color verde laguna bordato di grigio elefante, infilò una gamba, si indugiò a interrogare i propri seni spavaldi, vulcanizzati, temerari, imperturbabili».
• Esperienza. «Quando le donne giungono mezz’ora dopo a un convegno, vuol dire che si sono attardate nel farsi belle, nello scegliere la biancheria più fine, le calze più provocatrici. Ma non temete. Il tempo perduto lo riacquisteranno abbreviando, nel concedersi, gli indugi».
• Ideologia e vita. «Gli uomini più scettici, anarchici, ribelli nelle loro ideologie sono spesso dei codini nella vita, quando si tratta di applicare i loro sistemi».
• Inganni. «Fra un uomo che affermi presentando prove inconfutabili e una donna che neghi con un sorriso, o con un bacio, noi siamo disposti a credere alla donna e dar del bugiardo all’uomo».
• Eros e tanatos. «Ma la morte è meno tragica dell’amore».
• Amicizia. «Non credo all’amicizia».
• Alcool. «Non bevo alcool. Credo che pochi bevano alcool. Del vino e dei liquori sì».
• "Mammiferi di lusso" è una raccolta di racconti Belle poque. Francesismi, giochi di parole, atmosfere borghesi, leggerezza e ironia: una Liala osé e dissacrante che restituisce i colori di un periodo dorato, cercandoli tra i bar e soprattutto tra le lenzuola. Qualcosa di più di un autore da leggere con il gusto del modernariato letterario. Cesare Segre, 1893-1975, nome d’arte Pitigrilli, fu giornalista e scrittore in auge tra le due guerre. Torinese che odiava Torino, mieté successi letterari e mondani tra Roma e Parigi. Aveva il senso dei titoli e della battuta caustica. Suoi bersagli preferiti l’amore, la religione, le convenzioni sociali, il matrimonio, la fedeltà. Tra le opere: Cocaina, Oltraggio al pudore, La vergine a 18 carati, La cintura di castità. Abbandonata la vena leggera, cinica, erotica, la conversione gli procura salde convinzioni religiose. Pitigrilli resta insomma sepolto sotto le macerie della seconda guerra mondiale per lasciare il posto all’uomo di fede schivo.