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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Mr - Nobody

• Mr. Nobody. Gregory Peck, ribattezzato dai compagni di scuola ”Mr Nobody” (’signor Nessuno”).
• Nell’edizione 1932-1933, al momento della premiazione Will Rogers commise un errore: annunciando il premio per il miglior regista disse: «Il vincitore è il mio amico Frank», senza specificare il cognome; all’annuncio si alzò Frank Capra, che si tirò subito indietro perché nel frattempo Rogers si era corretto «Il vincitore è Frank Lloyd» per il film ”Cavalcata”. Frank. Will Rogers, nel 1933, mostrando la statuetta destinata al miglior regista: "Sali su a prenderlo, Frank". Dimenticò di specificare il cognome, col risultato che si precipitarono verso il palco Frank Lloyd e pure Frank Capra (che non aveva vinto).(Versione su Amica)
• Dick. Nel 1938, Spencer Tracy vinse come miglior attore per ”La città dei ragazzi”. Gli venne consegnata una statuetta con su scritto "Dick Tracy", subito rispedita in fabbrica perché fosse corretta. Dick. Nel 1938, Spencer Tracy vinse come miglior attore per ”La città dei ragazzi”. Gli venne consegnata una statuetta con su scritto "Dick Tracy", subito rispedita in fabbrica perché fosse corretta.(Versione su Amica)
• Caviglia rotta. Alice Brady, premiata come attrice non protagonista nel 1937 (’L’incendio di Chicago”), costretta a casa con una caviglia rotta. Uno sconosciuto ritirò l’Oscar al posto suo: non fu più ritrovato (due settimane dopo, la Brady ricevette una nuova statuetta).
• Soffitto. La sera del 13 marzo 1947, Ronald Reagan ha il compito di introdurre la serata facendo da voce narrante agli spezzoni muti dei precedenti film vincitori dell’Oscar. La pellicola, per via di un errore tecnico, viene proiettata capovolta sul soffitto. Reagan non se ne accorge e continua a chiacchierare tra le risate del pubblico.
• Gabinetti. Joseph E. Breen, cattolico di origine irlandese, presidente della Production Code Administration, stabilisce nel 1934 alcune regole di comportamento nei film. Tra queste, il divieto di mostrare i genitali degli animali e l’obbligo, per le scene in bagno, di rendere invisibili i gabinetti.
• Cessi. "Fino al 1955 il pubblico deve aver pensato che in America non esistessero cessi" (il regista Joseph L. Mankiewicz).
• Quella cosa. Alec Guinness, vincitore nel 1957 per ”Il ponte sul fiume Kwai”. Rimasto in Inghilterra, apprende la vittoria dall’autista che lo sta portando sul set di un film: "Sir, alla radio hanno detto che lei ha vinto quella cosa che gli americani chiamano Oscar".
• Baby sitter. "’Guerra e pace” è costato 9 milioni di dollari, più di quanto lo zar avesse speso nella guerra contro Napoleone. In compenso per vedere ”Il gigante” ho pagato 300 dollari: 3 dollari per il biglietto e 297 per la baby-sitter" (Jerry Lewis alla cerimonia degli Oscar del 1957).
• Statura. "Non sono riuscito a vedere fino in fondo ”Guerra e Pace” perché nel frattempo il ragazzo che era seduto davanti a me è cresciuto di statura" (Jerry Lewis).
• Capelli. I quattordici liceali di Des Moines (nella Iowa), sospesi dalla scuola per essersi rasati i capelli come Yul Brynner nel film ”Il re ed io”.
• Il cranio. Katharine Hepburn, soprannominata «il cranio» per i capelli alla maschietta, vincitrice di 4 premi Oscar, si propose a David O. Selznick per la parte di Rossella O’Hara. Il produttore rispose così: «Non riesco proprio a immaginare Clark Gable che ti dà la caccia per dieci anni».
• Tette.«E’ l’unico film in cui il protagonista ha le tette più grosse dell’eroina» (Groucho Marx su Victor Mature, protagonista del film ”Sansone e Dalila” di Cecil B. De Mille).
• Nudi. Nel 1974, durante l’assegnazione degli Oscar, un Robert Opal di anni 33 corre sul palco tutto nudo. Il presentatore David Niven, impassibile: "E’ affascinante constatare che quest’uomo avrà fatto ridere di sé una sola volta nella vita: quella in cui ha mostrato ciò che non aveva" (Opal fu ammazzato cinque anni dopo in un sexy shop di San Francisco).
• Asciugamani. Nel 1959, per sostenere la corsa all’Oscar di ”Ben Hur”, fu organizzata una campagna pubblicitaria da 3 milioni di dollari: centinaia di inserzioni, cartelloni, gadget, persino una coppia di asciugamani battezzata ”Ben-His” e ”Ben-Hers”.
• Mele, uova, cornflakes. Metodo usato da Mercedes McCambridge, doppiatrice della piccola Linda Blair nel film ”L’Esorcista”, per ottenere il vocione da indemoniata: "Ero costretta a riempirmi la bocca di pezzetti di mela e a masticarli fino a ridurli in poltiglia, e poi ad aggiungerci due uova, piselli e cornflakes che mi versavo in bocca con un imbuto di carta. Al momento di parlare mandavo giù tutta quella roba stando attenta a non inghiottirla, flettevo i muscoli della glottide ed eruttavo contro il microfono". Ogni prova la lasciava stremata per più di un’ora, "e ce ne sono volute parecchie prima che il risultato fosse perfetto".
• Amarena. Commento di un giornalista su Peggy Lee che si presentò alla serata degli Oscar con abito rosso fuoco e pelliccia di visone rosa: "Sembrava un gelato alla fragola guarnito di amarena".
• Noia. Cedric Gibbons, capo degli scenografi della Metro Goldwyn Mayer, per combattere la noia mentre partecipa a una riunione nell’estate del 1927 abbozza su un foglio di carta un cavaliere crociato nudo, che conficca uno spadone in una bobina di pellicola: da qui l’immagine della statuetta.
• Subito dopo la consegna l’Oscar viene tolto al vincitore, che se lo vedrà restituire dopo una settimana, il tempo necessario alla ditta produttrice, che nel frattempo ha ricevuto via fax i nomi dei vincitori, per preparare le targhette di ottone.
• "Quando arriva sullo schermo uno come Robert Montgomery, tu capisci che ha le palle. Quando arriva Clark Gable le senti schioccare l’una contro l’altra".(il produttore Samuel Goldwyn)
• Ernest Borgnine, nato Ermes Effron Borgnino, vincitore nel ’55 come protagonista di ”Marty” in cui è un macellaio timido e goffo che si innamora di una ragazza bruttina e la sposa sfidando le gelosie della madre con cui ancora vive. Dopo la vittoria Borgnine si esibisce come affettatore di bistecche alla cerimonia di inaugurazione di un supermercato a Santa Monica e riceve un premio dal sindacato dei macellai per averli rappresentati "come amichevoli, umili, sinceri e affidabili esponenti della razza umana".
• "Anna carissima, io lavoro con uno italiano Ernest Borgnine. Lui vencutto. Io competo con una italiana, Anna Magnani. Lei vince. Voi italiani meglio se state a casa seriamente. Ernest e io mandiamo tutta la nostra amore e nostre congratulazioni". (Telegramma spedito da Bette Davis ad Anna Magnani nel 1955 quando vinse l’Oscar per ”La rosa tatuata”).
• «Molti mi hanno chiesto perché ho cominciato ”A qualcuno piace caldo” con il massacro di San Valentino. Bè, occorre qualcosa di veramente violento perché due giovanotti si travestano da donne e perché, quando sono innamorati di Marilyn, non si spoglino dicendo: ”Guarda, sono un uomo”» (Billy Wilder).
• "Tre anni fa quando ero su questo palcoscenico per ”King Kong” non conoscevo l’inglese e dissi soltanto ”Thank you”. Adesso ho imparato l’inglese e posso dirvi ”Thank you very much”" (Carlo Rambaldi, Oscar nel ’79 per gli effetti speciali di ”Alien”).
• "Reagan governatore della California? No, per quella parte ci vuole James Stewart. Ronnie può fare il suo migliore amico" (Jack Warner).
• "Pensa dove saresti potuto arrivare Warren, se avessi fatto voto di castità... " (Shirley MacLaine al fratello Warren Beatty).
• Sylvester Stallone, che a inizio carriera provò a fare di tutto, anche l’attore porno: una comparsata da 200 dollari che i distributori sfruttarono in seguito ribattezzando il film ”Italian stallion”.
• Bob Hoskins, più largo che lungo, tozzo, calvo, una nomination nell’86, solito dire: "Sono cubico, persino mia madre farebbe fatica a trovarmi bello".
• David O. Selznick, produttore di ”Via col vento”, che assume Francis Scott Fitzgerald come sceneggiatore e poi lo caccia perché non è riuscito a scrivere un dialogo sufficientemente svampito per la svaporata zia Pittypat.
• Doris Day, secondo Alvise Sapori "la donna che ha inventato la verginità".
• «Sono l’unica in questa città a non essere andata a letto con lui e soltanto perché sono sua sorella» (Shirley MacLaine a Warren Beatty).
• Gaetano Gaudio, detto Tony, direttore della fotografia (132 film all’attivo tra il 1911 e il 1949), primo italiano candidato agli Oscar nel 1929-30 per "Gli angeli dell’inferno": esordio alla regia del miliardario Howard Hughes, il film regala a Jean Harlow la famosa battuta: «Ti spiace se vado a infilarmi in qualcosa di più comodo?».
• «Se riuscite a superare queste terribili facce da idioti nei posti liberi fuori dal teatro senza pensare che l’intelligenza umana si è estinta; e se riuscite a uscire nella notte e a vedere metà delle forze di polizia di Los Angeles schierate per proteggere i "felici pochi" dalla marmaglia, ma non dal terribile rumoreggiare che emette, come il fato che soffia attraverso una conchiglia cava; se fate tutte queste cose e pensate ancora, il mattino dopo che il mondo del cinema valga l’attenzione di una sola mente artistica, allora appartenete al mondo del cinema perché questo tipo di volgarità, la perfetta volgarità di cui gli Oscar sono fatti, è il prezzo inevitabile che Hollywood estorce ai suoi schiavi» (Raymond Chandler).
• Penso a lei, allora, come alla persona più sola che avessi mai conosciuto. Per tutto il periodo delle riprese a San Francisco, forse due o tre settimane, Marilyn la si riconosceva seduta sola in un ristorante o in un altro locale. O bere da sola. Le chiedevamo sempre di unirsi a noi, e lo faceva, e sembrava contenta. Ma in qualche modo non capì o accettò mai la nostra presunzione non detta che era una di noi. Rimaneva sola. Non era una solitaria. Era davvero sola» (il regista Herman J. Mankiewicz).
• «La sua sensualità turbò un’intera generazione. Cadde sulla terra nel 1950 come uno strano essere proveniente da un altro pianeta. Era scuro, aveva terribili bicipiti e la bocca sensuale... E il paese, che si era addormentato di nuovo ed era spaventato a morte dal comunismo, adesso bramava Eisenhower e tollerava l’ammicante faccia piena di rotondità di Richard Nixon, voleva la mamma e il papà, i gelati alla vaniglia, cercava il proprio cuore e la frontiera perduta. E in questo paese timido e sonnolento arrivarono Brando, Elvis e Marilyn Monroe, emanando una sorta di magnifico odore. Loro non erano americani tipici. Loro non si lavavano come noi» (lo scrittore americano Jerome Charyn).
• «Sofia è alta, statuaria, e nello stesso tempo flessibile come un giovane pioppo. Un popolo come quello inglese, e l’americano che è suo stretto parente, è portato per natura sua ad amare le donne alte che gli ricordano le antiche guerriere, oppure le amazzoni, che non fanno ridere quando indossano i pantaloni e che sono le preziose compagni degli impavidi pionieri... Sofia può imbracciare il mitra senza inconvenienti o guidare un camion in divisa da ausiliaria» (il critico Pietro Bianchi).
• «Tra i venti attori che hanno ricevuto la nomination, nove sono inglesi. Non voglio essere meschina: questi inglesi saranno anche bravi attori, non dico di no. Senz’altro hanno molta esperienza: in quella piccola isola il clima è così terribile che non possono far altro che rinchiudersi nei teatri e sfidarsi fra loro a chi recita meglio Amleto» (la critica Hedda Hopper nei primi anni ’60, contro l’invasione di attori e registi inglesi).
• «Noi non siamo ciò che dovremmo essere, e non siamo ciò che vogliamo essere, e non siamo ciò che un giorno saremo. Ma grazie a Dio non siamo ciò che eravamo» (Martin Luther King, nell’ultimo discorso prima di venire ucciso).
• «Per come la vedo io, c’è solo un posto dove fanno le cose nel modo giusto. Ogni anno a Barcellona assegnano un premio di poesia. Il terzo premio è una rosa d’argento. Il secondo premio è una rosa d’oro. Il primo premio, quello per la miglior poesia, è una rosa vera» (il regista Peter Bodganovich, alla notizia di non aver vinto l’Oscar nel 1971).
• «Sono molto felice, avevo desiderato questi premi con tutte le mie forze. Che altro posso aggiungere? Vorrei ringraziare gli inventori del Maalox per aver reso possibile tutto ciò» (il musicista Marvin Hamlisch, che soffre di gastrite, vincitore nel 1973 di 3 Oscar: canzone, colonna sonora originale, colonna sonora: adattamento e canzoni originali).
• Fred Astaire, rifiutato all’inizio come protagonista di ”Un americano a Parigi” perché definito «spelacchiato e tutt’ossa».
• «Quando morirò voglio che sulla mia tomba resti scritto soltanto: qui giace il produttore di ”Via col vento”». (David O. Selznick).
• «Era un uomo molto complicato, un ragazzo d’oro, un clown tragico che fa le boccacce circondato dal buio stringendo i denti contro l’orrore, un vecchio acrobata coraggioso che zoppica attraverso l’abisso su una corda quasi marcia» (Orson Welles su John Barrymore, grande attore ma alcolizzato fin dall’età di 14 anni).
• più saggio spendere i soldi in un bordello che lasciarli nelle mani degli studios hollywoodiani» (Groucho Marx).
• ”Il dottor Jekyll” di Rouben Mamoulian, tratto dal romanzo di Stevenson nel 1931: primo film straniero vietato in Germania con l’avvento di Hitler.
• Primo caso di Oscar ex aequo: Frederic March e Wallace Beery, migliori attori protagonisti nel 1932. Si ripeterà soltanto nel 1968 con Katharine Hepburn e Barbra Streisand.
• Walt Disney, il più premiato in tutta la storia degli Academy Awards: 26 Oscar, fino all’ultimo riconoscimento postumo del 1969.