Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 7 novembre 2004
Prefazione dell’Editore
• Prefazione dell’Editore. «...Il progetto dell’autore era
di esporre le scelleratezze e gli inganni dei servitori verso i loro padroni e padrone. Se gli uomini di condizione superiore prenderanno sul serio questa opera, che è scritta per loro ammaestramento (benché ironicamente), essa li migliorerà, come amministratori e salverà i loro patrimoni e le loro famiglie dalla rovina. Questo è tutto ciò che occorreva dire a proposito di questo Trattato, che può essere considerato come un frammento».
Dublino, 8 Novembre 1745
• Precetti che riguardano tutti i servi.
Quando hai fatto un danno sii sempre spavaldo e insolente, e comportati come se fossi tu il danneggiato: questo toglierà immediatamente al tuo padrone o padrona la sua boria.
• Precetti che riguardano tutti i servi.
Se vedi il tuo padrone danneggiato da qualcuno dei servi tuoi colleghi, tienilo ben nascosto, per non farti la fama di spia.
• La cuoca, il maggiordomo, lo stalliere, chi fa le compere al mercato, e ogni altro servitore interessato alle spese di casa, si comporti come se l’intero patrimonio del suo padrone fosse destinato alla particolare attività di quel servitore. Per esempio, se la cuoca stima che le rendite del suo padrone siano mille sterline all’anno, ne trarrà la logica conseguenza che mille sterline all’anno sono più che sufficienti per la carne, quindi non c’è bisogno che lei faccia economia, E in questo modo ogni capitolo di spesa sarà gonfiato al massimo in onore del padrone.
• Ogni volta che sei rimproverato, protesta come se tu fossi oltraggiato.
• Prendi sempre le parti dei negozianti contro il tuo padrone, e quando ti mandano a comprare qualcosa non tirar mai sul prezzo, ma paga generosamente e interamente quello richiesto. Ciò porterà grande onore al tuo padrone; e forse qualche scellino in tasca a te.
• Non prestarti mai a muovere un dito fuorché per lo specifico lavoro per cui sei stato assunto.
• Non accorrere mai finché non sei stato chiamato tre o quattro volte, perché solo i cani corrono al primo fischio.
• Se ti accorgi che padrone o padrona ti stanno prendendo in simpatia, quando si presenta l’occasione digli, in modo molto gentile, che ti vuoi licenziare; e quando te ne chiedono il motivo e si dimostrano maldisposti a separarsi da te, rispondi che vorresti vivere con loro più che con qualsiasi altra persona, ma che un servitore non può essere biasimato se cerca di migliorare; che servire non è vivere di rendita, che di lavoro ne hai tanto e di salario molto poco; al che, se il tuo padrone ha un minimo di generosità, aumenterà di cinque o sei scellini il tuo trimestre piuttosto che lasciarti andare. Se però non ci casca, e non hai intenzione di andartene, trova uno dei tuoi colleghi che dica al padrone di averti persuaso a restare.
• I bocconcini di qualsiasi genere che riesci a rubacchiare di giorno, conservali per far bisboccia con gli altri servi, e invita il maggiordomo, a condizione che porti da bere.
• Se sei un giovane di aspetto gradevole, quando devi sussurrare qualcosa alla tua padrona a tavola, spingi avanti il naso fino a toccarle la guancia, o se il tuo alito è buono, alita dritto sulla sua faccia: so che questo ha portato ottimi risultati in alcune famiglie.
• Istruzioni al maggiordomo. Quando fai servizio di buffet, prendi ogni possibile precauzione per risparmiare tanto il tuo disturbo, quanto le bevande e i bicchieri del tuo padrone. Perciò in primo luogo, dovendosi presumere che i commensali di una stessa tavola siano amici, falli bere tutti allo stesso bicchiere senza lavarlo; la qual cosa ti farà risparmiare molta fatica. Non dar da bere a nessuno finché non te lo ha chiesto almeno tre volte; in tal modo, alcuni per timidezza, altri per dimenticanza, chiederanno sempre meno.
• Istruzioni al maggiordomo. Se sei curioso di assaggiare il vino di una riserva speciale del tuo padrone, vuota appena sotto il collo quante bottiglie servono per fare la quantità voluta; ma poi abbi cura di riempirle di nuovo con acqua fresca, per non diminuire la riserva del tuo padrone.
• Istruzioni al maggiordomo. Pulisci l’argenteria, asciuga i coltelli e strofina la tavola sporca con la tovaglia e i tovaglioli usati nella giornata; tanto si lavano una volta sola, e poi risparmi gli strofinacci.
• Istruzioni al maggiordomo. Quando sulla tavola si versa del sale, non lasciare che vada sprecato, ma alla fine del pranzo raccogli la tovaglia col sale dentro, poi scuoti il sale nella saliera per usarlo il giorno dopo.
• Istruzioni al maggiordomo. Quando imbottigli il vino, inzeppati la bocca di tappi, insieme a un grosso morso di tabacco, che darà al vino quel gusto autentico di foglia conciata, così delizioso per tutti gli intenditori.
• Istruzioni al maggiordomo. Se un signore lascia la tabaccheria o l’astuccio degli stuzzicadenti sulla tavola dopo pranzo, e se ne va, considerala una mancia.
• Istruzioni al maggiordomo. Perché il sale sia ben livellato nella saliera, pressalo col palmo umido della mano.
• Istruzioni al maggiordomo.
Non c’è bisogno di pulire il coltello prima di tagliare il pane per la tavola, perché tagliandone un pezzetto si pulirà da solo.
Tieni sempre un gatto chiuso a chiave nello sgabuzzino dove riponi i piatti di porcellana, per evitare che i topi si infilino dentro e li rompano.
• Istruzioni al maggiordomo.
Se un signore pranza spesso col tuo padrone, e non ti dà niente quando va via, puoi usare parecchi modi per dare alcuni segni del tuo disappunto, e stimolare la sua memoria: se ordina pane o bevande puoi far finta di non sentire, o servire un altro che ha ordinato dopo di lui; se chiede vino, fallo aspettare un po’, e poi servigli birra comune; dagli sempre bicchieri sporchi; procuragli un cucchiaio quando gli serve un coltello; strizza l’occhio al valletto che lo lasci senza un piatto: con questi e simili espedienti è probabile che ti ritrovi più ricco di mezza corona, purché tu non perda l’occasione di essere presente quando se ne va.
• Istruzioni alla cuoca.
Non pulir mai gli spiedi dopo averli usati; perché il grasso lasciato dalla carne è la cosa migliore per preservarli dalla ruggine; e quando li userai nuovamente lo stesso grasso manterrà morbido l’interno della carne.
• Istruzioni alla cuoca.
Se hai l’incarico di far la spesa, compra la carne al più basso prezzo possibile: ma quando rendi i conti, sii gelosa dell’onore del tuo padrone; e segna il prezzo più alto; cosa, del resto, più che legittima.
• Istruzioni alla cuoca.
Dev’esserci sempre uno sguattero per casa, che faccia le tue commissioni, e vada per tuo conto al mercato nei giorni di pioggia; preservando così i tuoi vestiti, e facendoti apparire più disinteressata davanti alla tua padrona.
• Istruzioni alla cuoca.
Se un grumo di fuliggine cade nel brodo, ed è troppo laborioso tirarlo fuori, rimestalo bene, e darà al brodo un aromatico gusto francese.
• Istruzioni alla cuoca.
Quando ti accorgi che il pranzo non può essere pronto all’ora stabilita, metti indietro l’orologio, dopodichè sarà pronto allo scoccar del minuto.
• Istruzioni alla cuoca.
Considera pure la cucina come il tuo camerino da toilette; ma non è il caso che ti lavi le mani finché non sei stata al cesso, non hai schiodato la carne, accosciato i polli, mondato l’insalata, e comunque non prima di aver mandato in tavola la seconda portata; perché le tue mani si risporcherebbero dieci volte con tutte le cose che sei costretta a maneggiare; ma quando il tuo lavoro è finito, puoi lavarle una volta per tutte. C’è solo un’operazione di toilette che ti consento di fare mentre le vivande stanno lessando, arrostendo, o stufando, cioè pettinarti la testa, che non fa perder tempo, perché puoi seguire la cottura, e curarla con una mano, mentre stai usando il pettine con l’altra. Se per caso va in tavola coi cibi qualche capello caduto dal pettine, puoi benissimo dare la colpa a un qualsiasi valletto che ti abbia fatto arrabbiare.
• Istruzioni alla cuoca.
Ci sia sempre una stretta amicizia tra te e il maggiordomo, perché è vostro comune interesse essere uniti: il maggiordomo ha bisogno spesso di un bocconcino ristoratore, e tu molto più spesso di un fresco calice di vino buono. Però non ti fidar di lui.
• Istruzioni alla cuoca.
Per risparmiare tempo e fatica, taglia le mele e le cipolle con lo stesso coltello, perché ai signori di buona famiglia piace il sapore di cipolla in ogni cosa che mangiano.
• Istruzioni alla cuoca.
Se il pranzo ti riesce male quasi in ogni piatto, come potevi far diverso, coi valletti che entravano in cucina a darti noia? E per dimostrare che è vero, fatti venire un accesso di rabbia, e getta un mestolo di brodo sopra una o due delle loro livree; inoltre, il venerdì e il giorno dei Santi Innocenti sono due giornate nere della settimana, nelle quali è impossibile avere fortuna, perciò in quei due giorni hai una scusa legittima.
• Istruzioni al valletto.
Per essere informato dei segreti di altre famiglie, rivela ai tuoi confratelli quelli del tuo padrone; così acquisterai favore sia in casa che fuori, e sarai considerato una persona importante.
• Istruzioni al valletto.
Quando vai a fare una commissione, facci rientrare anche i tuoi affari personali, come incontrarti con la tua ragazza, o bere un boccale di birra con qualche collega, che è tutto tempo guadagnato.
• Istruzioni al valletto. Impara le parole di moda, le nuove imprecazioni, canzoni, e battute di palcoscenico, che riesci a imprimerti nella memoria. Così diventerai la delizia di nove signore su dieci, e l’invidia di novantanove cicisbei su cento.
• Istruzioni al valletto. Quando ti viene riferito un messaggio riferiscilo con parole tue, anche se fosse per un duca o una duchessa, e non con le parole del tuo padrone o padrona.
• Istruzioni al valletto. Se porti in tavola un pezzo di carne, e il piatto di portata ti scappa di mano prima che tu entri in sala, con la carne sul pavimento e la salsa tutta versata, raccogli delicatamente la carne, puliscila con la falda della giacca, poi rimettila nel piatto, e servi così.
• Istruzioni al valletto.
[...] Se a un certo punto durante il pranzo ti accorgi che stai per tossire o starnutire, puoi sfoderare immediatamente il vassoio e tenere la parte concava davanti al naso o alla bocca, cosicché le rispettive secrezioni non spruzzino sui piatti o sulle acconciature delle dame [...].
• Istruzioni al valletto.
Non chieder mai il permesso di uscire, perché allora si saprebbe sempre quando sei assente, e saresti considerato pigro e vagabondo; mentre se esci, e nessuno se ne accorge, è facile che tu possa tornare a casa prima che qualcuno ti abbia cercato.
• Istruzioni al valletto.
Quando porti un bicchiere di qualcosa a qualcuno che l’ha chiesto, non tamburellargli sulla spalla, e non strillare: signore, o signora, ecco il bicchiere! Perché saresti sgarbato, come uno che avesse intenzione di cacciarglielo in gola per forza; fermati, invece, dietro la spalla destra di quella persona, e aspetta che sia comoda; e se inavvertitamente butta giù il bicchiere col gomito, sarà colpa sua e non tua.
• Istruzioni al valletto.
Se devi portare una lettera all’ufficio postale in una fredda sera di pioggia, fermati alla birreria, e fatti un boccale, per il tempo ritenuto necessario alla tua commissione; ma alla prima occasione ragionevole imbuca scrupolosamente la lettera, come si addice a un onesto servitore.
• Istruzioni al valletto.
Non indossare mai calzini quando servi ai pasti, sia per riguardo alla tua salute, che a quella di chi siede a tavola; infatti, poiché in genere alle dame piace l’odor degli alluci di giovinotto, questo è un rimedio sovrano contro l’ipocondria.
• Istruzioni al valletto.
Scegli, se puoi, di andare a servizio dove i colori della tua livrea siano il meno possibile vistosi e riconoscibili. I colori che devi augurarti sono un blu, o un ruggine, coi risvolti in rosso.
• Istruzioni al valletto.
Quando porti una pila di piatti di porcellana, se per disgrazia ti cascano, come spesso succede, la tua scusa dev’essere che ti sei scontrato con un cane che correva nell’atrio; che la cameriera ti ha sbattuto l’uscio addosso senza volere, che c’era una scopa di traverso all’uscio, e ti ha fatto inciampare; che la manica ti è rimasta impigliata nella chiave, o nel pomo del chiavistello.
• Istruzioni al valletto.
Quando il padrone e la padrona si parlano nella loro camera da letto e ti viene il sospetto che il loro discorso riguardi te o i tuoi colleghi, origlia alla porta nell’interesse generale di tutti i servi.
• Istruzioni al valletto.
Non insuperbire nella buona sorte: lo sai che la fortuna è una ruota che gira; e se hai un buon posto, sei al culmine della ruota.
• Istruzioni al valletto.
Invecchiare facendo il valletto, è il massimo del disonore: perciò quando ti accorgi che gli anni passano, senza speranza di un posto a corte, di un comando nell’esercito, di essere promosso intendente [...], ti consiglio senza mezzi termini di metterti alla strada, il solo posto onorevole che ti resta: ci troverai vecchi compagni, vivrai una vita spensierata, e la concluderai in bellezza [...].
• Istruzioni al cocchiere.
riconosciuto che un buon cocchiere non guida mai così bene come quando è ubriaco; e poi mostra la tua valentia guidando sull’orlo di un precipizio e dillo che non guidi mai bene come quando sei ubriaco [...].
• Istruzioni alla bambinaia.
Se un bambino è ammalato, dagli da mangiare o da bere tutto quello che vuole, anche se specificamente proibito dal medico: perché le cose di cui abbiamo voglia da malati, ci fanno bene; e getta la purga fuori dalla finestra; il bambino ti vorrà più bene; ma proibiscigli di raccontarlo.
• Istruzioni alla bambinaia.
Se la tua padrona viene nella stanza dei bambini, e minaccia di frustare un bambino, strappaglielo dalle mani infuriata, e dille che non hai mai visto una madre più crudele: ti sgriderà, ma ti vorrà più bene.
• Istruzioni alla balia.
Se ti succede di lasciar cadere il bambino, e di azzopparlo, non confessarlo mai.
• Istruzioni alla balia.
Cerca di restare incinta più presto che puoi, mentre allatti, per esser pronta a un altro servizio, se il bambino che nutri muore, o è svezzato.