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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

A Shanidar (Irak) è stato ritrovato un uomo di Neandertal steso su un letto di fiori, indubbiamente un letto di morte, prova dell’attenzione dedicata fin dall’antichità al riposo, fosse anche eterno

• A Shanidar (Irak) è stato ritrovato un uomo di Neandertal steso su un letto di fiori, indubbiamente un letto di morte, prova dell’attenzione dedicata fin dall’antichità al riposo, fosse anche eterno.
• Nelle case egizie il letto era uno dei mobili più importanti. nell’inventario di una casa privata del periodo della VI dinastia viene citato come pezzo straordinario "un letto del miglior legno di pino". Nella tomba della regina Hetep-heres (IV dinastia), madre di Cheope, è stato ritrovato un baldacchino in legno dorato che doveva ospitare un letto inclinato, una poltrona e un capezzale. I giacigli di re e regine erano costituiti da robuste strisce di stoffa intrecciate tese su una struttura in legno ed erano talmente imbottiti da richiedere l’uso di sgabelli o predelle a più scalini.
• A Sparta, se il marito era troppo anziano era consentito introdurre nel letto della sposa un giovane in grado di assicurare alla famiglia la prole.
• Nell’antica Roma i letti usati erano tavole di marmo, metallo o legno coperti da un materasso di piume o lana (i poveri usavano il fieno, i ricchi addirittura piume di cigno). La camera da letto, cubiculum era di dimensioni ridotte e le aperture erano ridotte al minimo, spesso le pareti erano completamente cieche. Nell’antica Roma le camere separate erano segno di distinzione, il letto nuziale era lasciato ai ceti inferiori.
• In Norvegia un tempo i letti erano panche corte e strette sovrapposte e inserite in armadi a muro: dormire così raggomitolati proteggeva dal freddo, inoltre quegli armadi erano usati anche per la stagionatura del formaggio. La Norvegia settentrionale e l’Islanda hanno per prime introdotto l’uso dei piumini che venivano accatastati in un letto a cassone e avvolgevano il corpo sopra e sotto.
• Tra le regole seguite dai bramini dell’India per avere un sonno purificatore: mai coricarsi con i piedi bagnati, mai su una montagna, nella casa del proprio guru, vicino a un cimitero, in una casa dove i domestici sono insolenti. Dove si poggia la testa mettere un vaso colmo d’acqua e un’arma e non dormire sotto la trave che corre in mezzo alla casa.
• Matrimonio tra Luigi IX e la regina Margherita: lui 19 anni, lei 12. La consumazione delle nozze preceduta da tre notti di veglia di preghiera. Nel castello di Pontoise le camere dei due sposi erano una sopra l’altra, unite da una scala interna che permetteva alla coppia di incontrarsi senza farsi scoprire da Bianca di Castiglia, regina madre, gelosissima della nuora.
• In Francia, fino al XIV secolo l’arredamento delle camere da letto, anche nobiliari, rimase molto austero: di solito c’erano i cassoni-cassaforte che custodivano gli ornamenti delle vesti e delle tavole, un inginocchiatoio e il letto. Un "letto completo" era costituito dal fusto o intelaiatura, quasi sempre in quercia o faggio, sul quale poggiava un fondo di assi. Altri fusti, detti "cordati", avevano come "rete" un sistema di corde intrecciate. I fusti erano alti da terra per consentire di infilarci sotto orinale, piccoli cassoni o un "charliz roulerez", basso lettino a rotelle che veniva estratto alla sera per far dormire il valletto vicino al padrone. Il pagliericcio era un saccone di foglie o paglia sul quale si poggiava il "materas" (dall’arabo "matrah", "cosa gettata per terra") imbottito di lana o cotone. Su questo si poggiava infine il letto di piume, la "culcita plumea" che veniva venduta dal "culcitarius". Il letto era coperto da "drap" di lino o canapa, la testa si poggiava sul "chevez". Il cuscino, per tutto il medioevo, è una lunga traversa che occupa l’intera larghezza del letto. Per scaldare il letto si usavano coperte di tessuto che potevano essere anche foderate di pelliccia o trapunte. I letti avevano dimensioni smodate rispetto alle stanze che li accoglievano: fino a quattro metri per 3,5 metri, circondati da uno o due gradini che sporgevano di un piede (0,324 metri)(per rifarli i domestici utilizzavano un bastone speciale).
• Prima di andare a dormire il signore reclamava le "tortes" (ceri a spirale portati da valletti), un nappo di vino per conciliare il sonno e le chiavi del castello. Dopo aver controllato che i ponti levatoi fossero alzati, si ritirava e il camerario (valletto) lo aiutava a spogliarsi e a disporre gli abiti su un’asta tesa a poca distanza dalla parete. Ci si coricava nudi con una berretta in testa. Dal XII al XV secolo la camicia era un segno di scarso affetto o addirittura poco rispetto verso la donna.
• Finestre: dopo il XII secolo cominciarono ad allargarsi, ma le aperture ad arco non potevano accogliere chiusure mobili e fino al XIII secolo le finestre erano prive di controtelaio, i pannelli invetriati aderivano direttamente coi muri. Dal XV secolo diventano comuni i controtelai. Nel Nord le finestre si chiudevano anche con graticci di vimini. In Italia erano d’uso le finestre impannate, telai fissi sui quali era tesa una tela di lino impregnata d’olio per renderla traslucida e far passare la luce.
• Fino al Rinascimento il letto è un monumento in legno, in epoca posteriore c’è il trionfo della tappezzeria: le colonne tornite lasciano spazio a drappi, strisce di velluto, pennacchi di piume. Sotto Luigi XIV era di solito sormontato da una cupola o da un cielo a fondo piatto, privo di colonnine di sostegno nella parte anteriore, e circondato da cortine trattenute da pennacchi o pomi di stoffa.
• In gravidanza Luisa di Borbone dava balli in maschera ai quali presenziava dal suo letto.
• Nel XVII secolo tra le classi abbienti si diffonde la seggetta, mobile di solito ricoperto di velluto, con all’interno un catino di maiolica o d’argento, a volte completato da un tavolino a una gamba per leggere o scrivere. L’antenata della carta igienica era la stoppa di lino. L’evoluzione della seggetta fu molto rapida, sotto Luigi XV già c’erano modelli chiudibili con un coperchio a cerniera. Sotto Luigi XVI il mobile di decenza lascia il posto al luogo di decenza, con tanto di alimentazione d’acqua per lo scarico e per la pulizia del corpo.
• Tra il Seicento e il Settecento i vasi da notte erano considerati un regalo assai apprezzato. Quello in porcellana, donato dalla moglie del ministro Choiseul a madame du Deffand, era talmente bello che i domestici consigliarono alla padrona di usarlo come zuppiera. Verso il 1720 i vasi cominciarono a venir ospitati in piccoli mobili: nascono i comodini.
• Abitazione detta "dell’uomo di Lazaret", risalente al paleolitico inferiore (130mila anni fa): era organizzata in zone di attività, una conteneva materiali che sono stati definiti "letterecci", miscugli di alghe secche e lettiera ricoperta da pelli di animali.
• Appartiene alla metà del IV millennio la rappresentazione di una scena di coppia che fa l’amore nell’intimità: la capanna familiare è suggerita da un’ampia curva sopra i due che li protegge dagli sguardi degli estranei. La posizione (donna sdraiata sulla schiena, uomo sopra di lei) è quella che sarà considerata "l’unica naturale" fino al XVIII secolo.
• La città sumera comprendeva tre parti: quella propriamente detta, cinta da mura, che ospitava i templi, il palazzo, le residenze ufficiali; poi c’erano le "porte" (ogni porta corrispondeva a un quartiere), dove si riunivano i cittadini e si esercitava l’autorità del prefetto; infine c’era il suburbio (in sumero uru-bar-ra), dove c’erano le case, i recinti degli animali e gli orti. Ur, metropoli di un vasto impero, all’inizio del II millennio aveva 2/300mila abitanti.
• Negli edifici più semplici delle città sumere le camere da letto erano arredate con cesti di giunco e letti dalla struttura in vimini. Il letto più famoso dell’antichità è quello di Assurbanipal. Ci è stato "tramandato" da un bassorilievo proveniente da Ninive e conservato al British Museum. Il re è sdraiato su un letto simile a quello da riposo degli Egizi e dei romani, e beve da una coppa.
• Interpretazione dei sogni nell’antico Egitto. Bere birra calda: perdita dei beni; perdita dei denti: morte di un congiunto; salire su un palo: essere innalzati dagli dei; immergersi nel Nilo: lavarsi dei peccati.
• A Sparta il trasferimento dalla casa della famiglia di nascita a quella "matrimoniale" somigliava a un rapimento: la ragazza veniva consegnata alla nympheutria che le tagliava i capelli a zero, le faceva indossare abiti e calzature di foggia maschile, la faceva sdraiare su un pagliericcio sola e al buio. Il fidanzato, dopo aver pranzato come al solito con gli amici entrava nella stanza della ragazza, le slacciava gli abiti e la portava in braccio nel proprio letto. Passati insieme pochi momenti, il ragazzo tornava a dormire con i compagni. Ad Atene si raccomandava agli uomini di sposarsi intorno ai trent’anni scegliendo una sedicenne.
• Ad Atene i morti venivano sepolti di notte per non contaminare con la morte la luce del sole. Dopo la sepoltura o la cremazione la famiglia si purificava lavandosi con acqua di mare.
• Cerimonia del matrimonio nell’antica Roma: lettura degli auspici all’alba, unione delle mani degli sposi fatta da un sacerdote, invocazione delle divinità, libagioni. A sera il marito, dopo aver gettato a terra delle noci portava la sposa in braccio oltre la soglia; la donna ungeva e copriva di lana i montanti della porta e lui le offriva nell’atrio acqua e fuoco. La sposa quindi pregava davanti al letto nuziale, nel quale sarebbe entrata solo dopo essersi seduta sull’immagine di un membro virile (custode della forza fecondatrice) e aver comprato il favore degli dei dando una moneta al marito. La notte delle nozze si svolgeva come uno stupro legalizzato, e la sposa ne usciva "offesa nei confronti del marito": la consuetudine voleva che, per riguardo alla sposa, il marito non la deflorasse la notte delle nozze, limitandosi a sodomizzarla.
• Rito in uso nel Medioevo: la sposa introduceva nella vagina un pesce vivo, lo lasciava morire e poi lo estraeva, lo cuoceva e lo dava da mangiare al marito, che così non si sarebbe mai più unito a un’altra donna.
• Nel VI secolo la Chiesa arrivò a imporre oltre 150 giorni di castità obbligatoria. Gli sposi, e solo loro, avevano 200 giorni in cui era concesso unirsi senza però ricorrere a pratiche erotiche o a rapporti orali, dei quali si pensava che "la donna li pratica al marito perchè lui l’ami per le sue diaboliche abilità".
• Lo ius prime noctis consentiva al signore di infilare simbolicamente una gamba nel letto della sposa la prima notte di nozze, ma anche di trascorrere con lei l’intera notte.
• Surcotte: guaina con maniche staccabili. Le maniche venivano confezionate di diversi colori e disegni, e si abbinavano al resto dei vestiti. Erano date spesso come pegno d’amore o premio di torneo, dal che deriva l’espressione: «E’ un altro paio di maniche».
• Dopo la peste che si abbattè sull’Europa tra il 1348 e il 1350 si ebbe un innalzamento del tenore di vita e un cambiamento di vedute nei confronti dei beni materiali: i mobili restavano rari nelle stanze comuni, ma le camere dei ricchi si riempivano sempre più. Inventari veneziani del 1380/1420 riferiscono di camere arredate con anche 300 oggetti. Nella camera da letto, in questo periodo, si legge, si lavora, si riceve, lo sfarzo è rinchiuso nei mobili, sempre più riccamente lavorati, pochi oggetti sono a vista.
• Lo studio della situazione demografica del XV secolo mostra chiaramente la conoscenza e l’uso di sistemi contraccettivi: le donne, specie quelle della piccola borghesia, smettevano di avere gravidanze ben prima della menopausa, appena oltre i trent’anni. Il coito interrotto non era né condannato né consigliato. L’accanimento col quale la chiesa si scaglia contro un metodo contraccettivo usato "alle spalle" delle giovani spose ingenue testimonia della diffusione della sodomia coniugale soprattutto in Toscana.
• Nell’alta nobiltà dell’Ancient regime vige la completa separazione tra gli appartamenti dello sposo e della sposa. Entrambi posseggono una camera da letto, uno studio privato per ricevere gli ospiti, un’anticamera e un guardaroba.
• William Shakespeare (1564-1616) lasciò alla vedova "il secondo dei suoi letti", il preferito: un letto a colonne, specie di mausoleo nel quale amava riposarsi.
• Luigi XIII nel giugno del 1642, mentre era in viaggio da Narbone a Fontainbleau, andò a trovare il cardinale Mazarino a Tarascona. Il re fece mettere il suo letto vicino a quello del cardinale morente. I due non si vedevano da diversi mesi, entrambi malati piansero, ognuno sul suo cuscino, durante il colloquio. Mazarino morì il 4 dicembre di quell’anno, il re 5 mesi dopo. Entrambi nel loro letto.
• La biancheria intima (linge de corps) appare nel XIV secolo e ha il merito indiscutibile di migliorare l’igiene e far diminuire la lebbra.
• Alla fine del XVIII secolo il progetto di un edificio ormai deve comprendere la corretta circolazione dell’aria, le smanie "igieniste" giungono alla metà dell’Ottocento a sostituire il legno dei letti col ferro "che non si impregna", dal letto individuale si passa velocemente alla camera individuale, il fastidio verso le "emanazioni" degli altri diventa presto diffusa repulsione. Le alcove vengono bandite, il fondo del letto diventa una griglia ventilabile", nelle carceri si consiglia l’uso delle amache, negli ospedali i lettini singoli. La borghesia sposta le sue camere da letto dal pian terreno all’ammezzato.
• Alla fine del XIX secolo si comincia la lotta per bonificare le stanze della servitù. Il Sindacato nazionale degli impiegati e dei domenstici denuncia le condizioni in cui vivono le domestiche. Nel 1906 la Lega contro la tubercolosi a Ginevra espone due camere: una è la ricostruzione della camera di una domestica, al sesto piano di un edificio di Parigi, l’altra è la cella del nuovo carcere di Frenes. La prima ha le pareti coperte di carta, un letto sudicio e pochi mobili frusti e sporchi, tra cui un catino sbrecciato; la seconda ha i muri imbiancati di fresco, il letto con la rete, la corrente elettrica e una finestra ampia. A Berlino le cameriere stanno anche peggio: da una relazione del 1906 si scopre che la maggior parte non ha un alloggio e si corica nel corridoio.
• Nel 1840 a Manchester su 240mila abitanti 15mila vivevano nelle cantine: poste sotto le case, prendevano aria e luce solo dalla porta, si scendeva con una scala a pioli e l’altezza non permetteva a un uomo di stare in piedi.
• Tollard: giaciglio collettivo degli ergastolani. Ramas: giaciglio degli ergastolani sul quale si dormiva senza coperta con le mani legate. Nel 1854 erano state giudicate insufficienti catena e manette, che pesavano "solo" 2 chili e 380 grammi. I carcerati di Tolone dormivano incatenati. Intorno al 1860, nel carcere della Cajenna veniva usato il court-baril, una specie di letto da campo che aveva al termine una specie di gogna nella quale venivano rinchiuse le gambe del detenuto, che così poteva sdraiarsi a gambe tese, ma non si poteva alzare.
• Nel XIX secolo le fanciulle, subito dopo la Prima Comunione, cominciavano a cifrare la biancheria e a segnare le lenzuola con un numero per abbinare i "sopra" a i "sotto". Le lenzuola si cifravano a circa 30 centimetri dal bordo, in mezzo al risvolto. L’altezza delle cifre variava dai 6 ai 12 centimetri.
• Gli abitanti di parte del Ciad, fino al lago Tanganica, si riposano nei campi stando in piedi, appoggiati a lunghe pertiche: posizione adatta per il loro compito di pastori-sentinelle della savana.
• Norme NF-D 83 101 e 83 102 (in vigore in Francia negli anni Cinquanta): le camere da letto non possono avere dimensione minore a 9 metri quadri, altezza massima 2,5 metri, superficie totale della parte apribile delle finestre non inferiore a 1/6 della superficie totale del locale, che non deve essere riscaldato oltre i 16/18 gradi.
• Già nel XIX secolo gli igienisti raccomandavano di dormire con la testa a nord "orientamento favorevole al flusso delle correnti magnetiche".
• Nel 1959 un disc-jockey di New York rimase sveglio per 200 ore di seguito, alla fine della maratona venne colpito da delirio paranoico ma la sua esperienza non portò dati scientifici. Recentemente sono stati individuati i peptidi del sonno, si sta tentando di isolare le molecole del sonno sapendo che solo 8mila dei 5 miliardi di neuroni del cervello sono delegati a "aprire le vie al sogno".
• I nativi americani dormivano nei tipi (ti: abitare, pi: usato per): lettini rialzati a spalliera alle due estremità per dormire in due, uno dalla parte della testa e uno dalla parte dei piedi. La disposizione era a cerchio, con i piedi rivolti verso il focolare posto al centro.
• Per gli africani i mobili da riposo sono oggetti meno importanti di quelli per la caccia e la difesa: dormono di solito su una pelle distesa su una stuoia o su un letto di foglie secche. Estremamente diffuso in Africa e in Asia è il poggiatesta: è necessario in civiltà che considerano l’acconciatura un’arte, serve per impedire che durante il sonno si disfi e sia necessario intrecciare di nuovo i capelli la mattina.
• Nell’Africa settentrionale ritroviamo i materassi (da matrah, cosa gettata a terra). Vengono accatastati o arrotolati in un angolo durante il giorno e distesi alla sera. Recentemente, le famiglie più abbienti si permettono letti matrimoniali e una camera privata. Quando cessano i rapporti sessuali, la moglie torna con le figlie e il marito si avvale del suo prestigio per conservare per sé, in vecchiaia, la camera da letto. Gli uomini dormono sul fianco destro, raggomitolati, le donne supine e non devono assolutamente portare le braccia dietro la testa, mostrerebbero le ascelle ed è un "tabù sessuale".
• Gli esquimesi non si alzano mai di colpo: credono in tre tipi di anima, una alla base del collo è l’anima della vita, la seconda sotto il diaframma è l’anima del sonno, l’altra è nelle articolazioni. Bisogna essere "delicati", evitando movimenti bruschi al momento del risveglio, così che l’anima del sonno torni alla sera.
• L’amaca: mobile indispensabile ai Tropici. Gli occidentali lo usano al contrario: non ci si deve sdraiare per il senso della lunghezza, ma per quello della larghezza.
• Nella Cina della Rivoluzione popolare, il 35% degli abitanti ha problemi abitativi, di media non si deve disporre di più di 3 metri quadri di spazio a persona. I 3 pezzi essenziali del mobilio: letto, cassettone e tavolo si ottengono con il buono governativo, accordato soltanto alle giovani coppie.
• Per molti cinesi baciare una ragazza è chiederla in moglie: il bacio è considerato antigienico e immorale. Condizioni per un buon matrimonio: lo sposo deve essere in grado di fornire l’arredamento, allontanare i genitori, regalare "le tre cose che stanno bene insieme" cioè orologio da polso, macchina da cucire e bicicletta; deve vestire bene, avere le 5 estremità in buona forma, non deve avere parenti a carico, guadagnare un buon stipendio, essere "sciolto in 8 modi" cioè simpatico e abile, obbedire alla moglie.
• La casa giapponese si contraddistingue per le pareti mobili e la variazione d’uso delle stanze. Si dorme su tatami (materasso di stuoie intrecciate) e futon (materasso imbottito), uno dei problemi è il freddo: la mortalità invernale raggiunge tassi più alti che negli altri paesi e le statistiche dicono che il 39 per cento di questi decessi avviene tra il 1 dicembre e il 31 marzo.