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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

I Simpson. Una famiglia dalla A alla Z

• Sincerità. «Il segreto del successo è la sincerità. Se impari a fingere è fatta» (Bart Simpson)
• Padri (e figli). «Si dice che la più grande tragedia è quando un padre sopravvive al proprio figlio. Questa non l’ho mai capita. A essere sincero, io ci vedo solo lati positivi» (Nonno Simpson)
• Gay. «Sei semplici parole: non sono gay, ma posso imparare» (Homer Simpson)
• Difficoltà. «Se qualcosa è difficile da fare, significa che non vale la pena farla». Homer Simpson
• Panoramica. Nel linguaggio cinematografico indica un movimento della macchina da presa che ruota attorno al proprio asse in modo da cogliere tutto il panorama, come se fosse lo sguardo circolare di una persona. Nei Simpson, ovviamente con il disegno a imitare l’effetto della cinecamera, c’è una delle panoramiche più brevi e al contempo più intense di tutta la storia del cartoon e forse anche di quella filmica. E’ stata inserita nella sigla d’apertura, ma per coglierne il significato occorre una visione alla moviola. In meno di un secondo non solo vengono raffigurati tantissimi personaggi, ma è svolta una microstoria comprensibile solo dopo un’anaisii a ralenti.
• Nomi. Eccetto il cognome Simpson, di origine irlandese (di etimologia incerta, forse ’il figlio della smorfia’, se simp si fa derivare da simper, appunto smorfia), i nomi di battesimo dei personaggi ricalcano quelli della famiglia del loro autore. Homer e Margaret (Marge) sono i nomi dei genitori di Groening, il quale a sua volta ha battezzato i figli Homer e Abe (come il nonnetto); le zie invece si chiamano Patty, Lisa e Maggie; Bart è l’anagramma di brat, ossia monello o ragazzaccio.
• «Sit com. I nuovi cartoon televisivi degli anni Novanta hanno spesso guardato alla sit com quale punto di riferimento sul piano retorico e narrativo. In questo senso i Simpson sono stati i primi a rifarsi a un genere che appartiene ormai alla tradizione mediale americana, pur ribaltandone taluni presupposti comunicativi. Occorre dire anzitutto che la sit com, abbreviazione di situation comedy, è una serie per il piccolo schermo che presenta appunto ’situazioni da commedia’, ponendo di solito al centro dell’attenzione, in toni umoristici, un ambiente familiare collocato nel proprio ambiente domestico. Le riprese in interno, addirittura, si limitano a filmare un solo ambiente, come il tinello o comunque gli spazi più frequentati in casa propria. Oltre l’impatto scenografico, anche la regia è povera, nel senso che le inquadrature sono rare, fisse e ripetitive (primi piani sui singoli protagonisti, qualche campo totale sul gruppo intero), studiate in modo che il dialogo prevalga sull’azione, con la parola e la battuta ad acquistare un’importanza fondamentale. Per indurre lo spettatore a ridere di queste frasette spesso banali vengono inserite di frequente le risate off (posticce); rispetto al carattere bonario e ridanciano i temi discussi sono talvolta gravi, ostici, dolorosi, ma i rituali euforici della sit com tendono quasi forzatamente a parodiare tutto, a mutare in farsa anche gli aspetti drammatici, ad arrivare sempre all’happy end, a estremizzare così a fondo le circostanze da renderle buffe, grottesche, inoffensiveª
• Vittorio Sgarbi è tra i doppiatori dell’episodio Simpson, Bart il giostraio.
• Come nei serial televisivi (telefilm) i personaggi dei Simpson non ricordano gli avvenimenti avvenuti negli episodi precedenti. La prima serie dei Simpson è andata in onda il 17/12/89 nel prime time sulla Fox. Tra il 1987 e il 1989 i Simpson erano comparsi come brevi spezzoni all’interno del Tracey Ullman Show.
• Gli sceneggiatori dei Simpson sono una sessantina. Ne 22 cortometraggi di Springfield gli sceneggiatori sono dieci. John Schwartzwelder è quello che ha scritto più episodi.
• «I Simpson sono la serie a disegni animati più longeva nella storia della televisione statunitense e di riflesso in quella italiana che, sia pure con qualche stagione di ritardo, continua a riprodurli quotidianamente. Nel 1999 è stata oltrepassata la soglia delle 220 puntate e il Duemila si appresta a concludere l’undicesima stagione, per quanto concerne gli episodi di venti minuti, per realizzare i quali occorrono sei mesi a puntata di lavorazione (contro il mese scarso per trenta secondi degli shorts andati in onda tra l’aprile 1987 e il maggio 1989). Un altro record concerne i premi vinti: i Simpson hanno conseguito ben 31 nomination agli Emmy Awards vincendone 15 e battendo la serie Flintstones nel numero di trofei».
• Costo di un episodio (20 minuti) dei Simpson: mezzo milione di dollari (più di un miliardo). Tempo di realizzazione: sei-otto mesi con l’impiego di 250 persone. Si realizzano 18 episodi per volta. Tre fasi: idea e scrittura; design e animazione; musica e sonorizzazione. Soggetti inventati non da Groening ma da uno staff di 12 scrittori dopo lunghe discussioni collettive. Dinamiche: un paio di volte all’anno si incontrano in albergo - tipo convention - gli scrittori e i tre produttori (Groening, Brooks, Simon): ognuno ha con sè almeno un soggetto e in un giorno si decidono i soggetti adatti al trattamento e alla scaletta. Una settimana per passare dall’idea alla sceneggiatura; per i dialoghi gli scrittori lavorano insieme ai doppiatori in modo da far coincidere il più possibile le parole con il movimento delle labbra (altrimenti la sequenza va ridisegnata da cima a fondo, non come nel cinema vero). Struttura della trama: problema, complicazioni del problema, soluzione con sorpresa. Gli altri telefilm o cartoon hanno invece due tempi. Design e messa in scena accuratissimi. Animazione tradizionale, con tempi di produzione più lenti ma migliore qualità televisiva. "Nei Simpson ogni disegno viene eseguito a mano e poi colorato artigianalmente (senza interventi elettronici) su grandi fogli di acetato; questi ultimi vengono poi rilevati dagli studi Klasky Csupo per l’animazione vera e propria dove cinquanta cartoonist producono duemila disegni individuali; il materiale viene quindi inviato ai tre produttori (Groening, Brooks, Simon) che visionano, approvano e infine spediscono il tutto in Corea del Sud dove i prezzi si ammortizzano rispetto agli Stati Uniti e dove avviene la cosiddetta animazione intermedia composta da quattordicimila disegni. Nello stadio finale i disegni di ritorno negli Usa vengono raddoppiati a ogni episodio per ottimizzare al massimo il risultato sul movimento. Occorre ricordarsi che per avvicinarsi maggiormente alla realtà nei gesti e nelle azioni vanno approntati venticinque fotogrammi (corrispondenti ad altrettanti disegni) per ogni minuto secondo. Ma il numero degli acetati va moltiplicato ancora di più sulla base della somma dei personaggi in quadro e del rapporto tra figura e sfondo".
• «Il postmoderno simpsoniano rappresenta una specie eccelsa di ipermanierismo ludico in cui non manca mai il gusto pastiche e della citazione, della parafrasi e del remake, che diventa un coacervo di esperienze; viaggio reticolare, percorsi implosi, rifrazioni poliedriche quasi all’infinito».
• Herbet Powell, ricchissimo, la sua ricchezza comincia a scemare quando si rende conto di essere un Simpson.
• Piccola Pwagmattasquarmsettport. «Località turistica dal nome pellerossa al centro dell’episodio dei Simpson "Un mare di amici».
• «Oh papino, se non sei contento di te puoi fare qualcos’altro» (Marge Simpson).
• Simpson, cognome di origine irlandese, forse «figlio della smorfia».
• Frase preferita di Bart Simpson: «Non sono stato io!».
• Homer Simpson, vedendo i figli disegnati realisticamente, grida: «Orribili mostri con la pelle rosa e cinque dita per mano!».
• «Quando, nella sigla d’apertura dei Simpson, la piccola Maggie viene mescolata alla spesa del supermercato, viene valutata alla cassa 847,63 dollari, che è l’effettiva cifra alla quale corrisponde il costo medio pro-capite di un bambino americano all’epoca della prima serie dei cartoon (1989)».
• La piccola Maggie Simpson, alla domanda: ami di più il fratello Bart o la sorella Lisa?, corre a stringere affettuosamente il televisore.
• «Tutte le creature grandi ed economiche» (negozio di animali di Springfield, nella serie dei Simpson).
• Tra le passioni di Lisa Simpson, scrivere il proprio nome.
• Secondo la maestra Edna Krapapall, a Bart Simpson non si aprono che due strade: o spogliarellista o primo giudice della contea.
• Italiauno non rispetta le dissolvenze in nero create dagli autori per l’inserimento degli spot durante i Simpson.
• Il creatore dei Simpson Matt Groenig, figlio di un cartoonist, nato a Portland nell’Oregon il 15/2/1954. Mancino. Dopo la laurea (1977) vuol diventare scrittore e si trasferisce a Los Angeles. Crea il coniglietto Buinkly, che nel 1989 esce sul LA Times e ora su 240 tra riviste e quotidiani. «Chiamato nel 1987 dal produttore James L. Brooks, che è interessato a produrre cartoon all’interno di un programma di successo, Groening fa anticamera negli uffici della Fox: qualcuno per caso lo avverte che i capi aspettano qualcosa di nuovo e originale da lui; tira fuori la penna e il bloc-notes e in pochi minuti abbozza una famiglia media americana di cinque persone; appena ricevuto mostra gli schizzi; un dirigente chiede: "Ma che mestiere fa il padre?"; preso alla sprovvista Matt inventa: "Lavora in una centrale nucleare". Risata generale e il progetto va in porto».
• Il giallo dei Simpson è il giallo primario della quadricromia, anche se con qualche sfumatura tendente al giallo limone, al giallo cadmio chiaro, al giallo cromo chiaro.
• Interni dei Simpson, tipici del genere sit-com.
• Matt Groening disegna le immagini, James L. Brooks - con lo studio Klasky-Csupo - le mette in movimento. La casa di produzione che ha realizzato i Simpson per la Fox è la Gracie Films.
• «Se volete che i vostri figli la smettano di comportarsi come Bart, smettetela di comportarvi come Homer» (Matt Groening, creatore dei Simpson).
• Un titolo da non dimenticare. «Due macchine in ogni garage, tre occhi in ogni pesce» (della serie dei Simpson)
• In Oceania misero effettivamente in commercio la birra Duff (quella preferita da Homer Simpson) e la Fox dovette intervenire per bloccarla dato che non avevano pagato il copyright.
• Bart Simpson a Lisa: «Ehi, Lisa, siamo personaggi di un cartone animato!» Lisa: «Che umiliazione!»
• Bart Simpson a Lisa: «Sorellina, se smetterò di amare la violenza, sparami».
• Homer Simpson, che s’è dimenticato del compleanno della moglie, rimedia all’ultimo e le porta in dono una palla da bowling. Marge: «Guarda che sopra c’è scritto il tuo nome». «Uhm, è perché tu ti possa ricordare di me».
• Dialoghi. Il vecchio Burns ringrazia Marge Simpson che l’ha ritratto nudo: «Grazie per non aver ridicolizzato i miei genitali». Marge: «Credevo di averlo fatto».
• Fortuna dei Simpson. «La fortuna dei Simpson è stata decretata in tutto il mondo proprio da quella categoria di persone che normalmente non guarda mai la tv».
• Gli inconvenienti della bellezza. «La serie deve avere disegni chiari e semplici. Stiamo parlando di uno show su gente semplice e l’animazione dovrebbe accordarsi con quest’idea. Nessuno dovrebbe poter dire che i disegni sono belli» (David Silvermann, animatore dei Simpson).
• «Dio possiede una dentatura perfetta» (Homer Simpson).
• «Come ben sai, Bart, un giorno il tuo curriculum professionale ti precluderà qualsiasi lavoro» (la maestra Edna Krapapall a Bart Simpson).
• «Io non volevo diventare un criminale. Mi accontentavo di essere un piccolo teppista» (Bart Simpson).
• Tra le scuse accampate da Bart Simpson per non aver fatto i compiti a casa: «Li ha mangiati il mio cane»; «Li ha mangiati mio padre"; "Non ho dimenticato di farli. Soffro di amnesie»; «Li ho fatti, ma non li ho scritti», ecc.
• Montaggio stretto. "Noi non consideriamo i Simpson un disegno animato. Quelle sono persone reali. Più importante ancora, ciò che ho scoperto in questo spettacolo è che il montaggio è molto più stretto che in un tipico show drammatico. E’ difficile trovare uno spazio adeguato per inserirvi la musica. Le storie sono dettagliate e il montaggio è stretto. Talvolta ho soltanto uno, due o tre secondi per eseguire qualcosa di triste prima che si cambi registro e si vada da qualche altra parte" (Alf Clausen, musicista).
• Musica. Alf Clausen, l’autore della musica dei Simpson, viene talvolta chiamato dagli autori del programma. "Ehi Alf. Sappiamo che ci dovrebbe essere della musica qui. Fa’ qualcosa".
• Martedì 1° ottobre 1991: data della prima messa in onda in Italia dei Simpson, all’interno di "Paperissima".
• L’attore Joe Mantegna è apparso cinque volte nella serie dei Simpson.
• Tra le malefatte di Bart Simpson: ricavare un lassativo dalla sintesi di carote e piselli; scrivere sulle proprie chiappe in bella calligrafia; evitare il bagnetto per sette mesi; addestrare un criceto a pilotare un aereo in miniatura.
• Precedenti fumettistico-letterari di Bart Simpson, il ragazzo cattivo (bad boy): nel 1895 Yellow Kid, o Ragazzo giallo, primo esemplare assoluto del genere, disegnato da Richard Outcoult per il supplemento del New York Herald (quello voluto da Joseph Pulitzer). Tra quelli venuti dopo: nel 1923 i Just Kods di Ad Carter (malefatte di un intero gruppo di ragazzi di periferia); nel 1932 Henry, bambino scontroso solitario surreale, inventato da Carl Anderson; nel 1938 Nancy e Sluggo, disegnati da Ernie Bushmiller e tradotti in italiano come Arturo e Zoe (forte soprattutto l’analogia tra Lisa e Zoe); nel 1942 Barnaby ”fanciullo irrisolto in perenne disequilibrio tra una sua realtà fiabesca e l’avvio raggelante del quotidiano e della famiglia”, ecc.
• Capelli. La testa merlata di Bart Simpson, ispirata all’autore Matt Groening in età di dieci anni. La pettinatura da modernariato di Marge, color blu oltremare e di forma allungata a mo’ di parallelipedo o ananas o grattacielo, "cespuglio incantato al cui interno viene imboscata, parcheggiata, abbandonata un’infinità di oggetti tra i più impensati". La testa aguzza di Homer, "la cui alopecia è risolta graficamente da un lato con i due peli posti sul capo a mo’ di stringhe o spaghetti; e dall’altro con la barba incolta simile a un grosso labbrone verdastro".
• Sequenze Simpson. Bart che chiama in Australia per sapere se da quelle parti l’acqua gira in senso antiorario; Bart che precipita all’inferno per il semplice fatto che, dopo essere asceso al cielo sulla scala mobile, guarda verso il basso e sputa nonostante la voce divina glielo vieti espressamente; Bart che, fingendosi uno spasimante, scrive alla maestra: "Il mio nome è Woodrow. Mi piace tenersi per mano e cenare a lume di candela. Ah, dimenticavo, odio gli yo-yo"; la barca parlante che risolve casi giudiziari, nel serial ”Barca paladina”, un cult di Springfield; la visita in biblioteca per trovare una bibliografia su come battere i vicini di casa a minigolf; Krusty che grida "Ehi, ragazzi, comprate il cerume delle mie orecchie"; Homer che adopera i soldi che servirebbero all’assicurazione sulla casa per comprare fagioli messicani saltellanti; Burns che oscura il sole per guadagnare di più con la centrale nucleare, ecc.
• «Ho una famiglia e un lavoro a tempo pieno. Ma trovo ancora il tempo di allenarmi otto ore al giorno davanti alla tv» (Homer Simpson).
• Doppiatori dei Simpson. Homer Simpson = Tonino Accolla; Liù Bosisio= Marge Simpson; Ilaria Stagni = Bart Simpson; Monica Ward = Lisa Simpson.