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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

In margine a un testo implicito

• Intelligenza. «L’uomo intelligente non vive mai in ambiente mediocri».
• Secoli. «Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni».
• Inizi. «La maturità dello spirito comincia non appena smettiamo di sentirci incaricati del mondo».
• Vittorie. «Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto».
• Periferie. «Lo psicologo abita i sobborghi dell’anima, come il sociologo la periferia della società».
• Spiegazioni. «Dopo ogni rivoluzione il rivoluzionario ci spiega che la vera rivoluzione sarà la rivoluzione di domani».
• Anfiteatri e recinti. «I parlamenti democratici non sono anfiteatri in cui si discute, ma recinti in cui l’assolutismo popolare registra i suoi editti».
• Fatti. «I marxisti definiscono la borghesia in chiave economica per nascondere il fatto che vi appartengono».
• Colpe. «Il socialismo è la filosofia della colpa altrui».
• Meriti. «Il militante comunista prima della sua vittoria merita il massimo rispetto».
• Mete. «L’uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse».
• Crescite. «Man mano che cresce lo Stato decresce l’individuo».
• Alimentazioni. «Il popolo non si ribella mai al dispotismo ma alla cattiva alimentazione».
• Bestie. «Rifiutare di stupirsi è il contrassegno della bestia».
• Succedanei. «Non c’è alcun succedaneo nobile all’assenza di speranza».
• Perversioni. «Dopo aver screditato la virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi. Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali».
• Maschere. «Il tempo è temibile non tanto perché uccide, quanto perché smaschera».
• Successi. «Aver ragione è una ragione in più per non aver successo».
• Nascite. «La religione non è nata dall’esigenza di assicurare solidarietà sociale, come le cattedrali non sono nate per incentivare il turismo».
• Futuri. «C’è solo una cosa più ripugnante del futuro che i progressisti senza volerlo preparano: il futuro che sognano».
• Cause. «Solo delle cause perse si può essere partigiani irriducibili».
• Problemi. «La storia seppellisce, senza risolverli, i problemi che pone».
• Spalle. «Chi non volta le spalle al mondo attuale si disonora».
• Premi. «La società premia le virtù appariscenti e i vizi discreti».
• Idee. «Idee confuse e acque torbide sembrano profonde».
• Inchiostri. «Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall’ala di un arcangelo».
• Indici. «Le contorsioni tecniche dei romanzieri contemporanei, paragonate alla spontaneità narrativa dei romanzieri del passato, sono un chiaro indice dell’agonia del romanzo».
• Contatti. «Non è il possesso prolungato che ingenera il tedio, ma il contatto fugace con innumerevoli oggetti».
• Autofagie. «Le arti stanno morendo di autofagia».
• Affinamenti. «Solo se ci contraddiciamo possiamo affinare le nostre idee».
• Letterature. «Per il lettore che sa leggere tutta la letteratura è contemporanea».
• Monosillabi. «Ci sono persone i cui monosillabi sono verbosi».
• Timori. «Quando si è giovani si teme di passare per stupidi; nell’età matura si teme di esserlo».
• Meno e più. «Chi si ostina a voler capire più di quel che c’è da capire capisce meno di tutti».
• Cariche. «Civiltà è quel che i vecchi riescono a salvare dalla carica dei giovani idealisti».
• Autonomie. «Dipendere solo dalla volontà di Dio è la nostra vera autonomia».
• Certezze. «Alla mente da lei prescelta l’intelligenza dona tutto, tranne la certezza di essere intelligente».
• Paradisi. «Chi non teme che il più banale dei suoi momenti diventi in futuro un paradiso perduto? »
• Futuri. «La società del futuro: una schiavitù senza padroni».
• Misteri. «Il mistero è meno inquietante del fatuo tentativo di eliminarlo attraverso spiegazioni stupide».
• Verità. «Al cospetto di ogni verità un’angoscia segreta ci pervade».
• Notti. «Nessuna città rivela la sua bellezza quando il suo torrente diurno l’attraversa».
• Arti. «Che il termine ”abitudinario” sia oggi un insulto la dice lunga sulla nostra ignoranza nell’arte di vivere».
• Salvezze. «Quand’anche non ci salvasse dall’inferno, l’umiltà ci salva almeno dal ridicolo».
• Purulenze. «Lo sguardo disinfettante dell’intelligenza è l’unica profilassi contro le purulenze della vita».
• Cementi. «L’incensarsi reciproco è il cemento della società».
• Dubbi. «Chi non dubita non grida».
• Virtù. «Senza virtù militari questa società marcisce, con le virtù militari si suicida».
• Industria. «Forse altre epoche sono state volgari quanto la nostra, ma in nessun’altra la volgarità è stata così inesorabilmente amplificata da quella straordinaria cassa di risonanza che è l’industria moderna».
• Redenzioni. «Tutto ciò che esalta redime».
• Giudizi. «Solo da una lettura ininterrotta, ratificata da un seconda lettura, può nascere un giudizio assennato su un libro».
• Sazietà. «Forse il futuro prossimo porterà catastrofi inimmaginabili. Ma ciò che di sicuro minaccia il mondo non è tanto la violenza di moltitudini fameliche quanto la sazietà di masse annoiate».
• Miserie. «Dignitas, gravitas, ecc. – nessun dubbio che la pompa romana camuffi la nostra miseria; ma la sincerità moderna accondiscende a ogni bassezza con troppa disinvoltura».
• Posti. « il rango del nostro avversario ad assegnarci il posto: vincere o perdere è secondario».
• Campi. «Lo stupido istruito ha un campo più vasto per praticare la sua stupidità».
• Scienza. «La scienza non risolve i problemi che l’uomo le pone ma quelli che essa stessa si pone».
• Aria. «La tradizione pesa sullo spirito come l’aria sulle ali dell’aereo».
• Palafitte. «Una convinzione che non poggi su palafitte scettiche sprofonda».
• Costruzioni. «A dispetto della società di Joseph de Maistre, secondo la quale il demonio si limiterebbe a distruggere, la storia successiva dimostra che è capace anche di costruire».
• Tesi. «Il filosofo che vediamo incapace di subire la seduzione della tesi che confuta lo riteniamo un filosofo minore».
• Credenze.«Essere aristocratico è non credere che tutto dipenda dalla volontà».
• Nomi. «Società totalitaria è il nome volgare di quella specie sociale la cui denominazione scientifica è società industriale».
• Imperi. «Senza la virulenza nazionalista, in Europa e nel mondo regnerebbe già un impero tecnico, razionale, uniforme» (Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, Adelphi).
• Nazionalismo. «Dobbiamo al nazionalismo perlomeno due secoli di spontaneità spirituale, di libera espressione dell’anima razionale, di ricca diversità storica».
• Nicolás Gómez Dávila figlio di ricchi possidenti colombiani, formatosi nella Parigi anni Venti, Gómez Dávila è tornato a Bogotá, dove si è ritirato nella solitudine della sua biblioteca, raccogliendovi, giorno per giorno, un grande numero di aforismi, di riflessioni filosofiche in forma breve. morto nel 1994, a 81 anni. In margine a un testo implicito è un succedersi serrato di frasi lapidarie. Sono, suggerisce l’autore stesso, come pietruzze gettate nello stagno dell’anima del lettore.