Corriere della Sera, 9 novembre 2016
Raggi vara i divieti per le slot: «Via dal centro»
ROMA «Raggi dichiara guerra al gioco d’azzardo.#Romanoslot». La sindaca di Roma sceglie ancora il blog Cinque Stelle di Beppe Grillo per lanciare una nuova campagna: basta all’effetto Las Vegas, via le slot machine dal centro della capitale, arrivano nuove regole.
Il post dà conto di un iter amministrativo già cominciato: la delibera è passata da ufficio protocollo e segreteria generale, nei prossimi giorni sarà sottoposta al vaglio dei quindici Municipi romani per un parere calibrato sulle esigenze del territorio e quindi, entro due settimane, arriverà in Consiglio comunale, dove la maggioranza Cinque Stelle provvederà alla ratifica prima della traduzione in ordinanza da parte della sindaca. È deciso, insomma. «Il centro storico sarà off limits alle slot machine – si legge nel post firmato Virginia Raggi e i consiglieri M5S —. Abbiamo depositato la scorsa settimana una delibera di iniziativa consiliare sul regolamento delle sale slot a Roma. Un’importante iniziativa targata M5S per tutelare la salute dei nostri cittadini con conseguenti effetti sulla sicurezza della città, la viabilità, l’inquinamento acustico, il decoro urbano e la quiete pubblica».
La decisione è subito criticata dal Pd, ma incassa il plauso della Caritas di Roma. Il regolamento, nuovo per la Capitale, prevede l’introduzione di «limiti di distanza di 500 metri dai luoghi “sensibili” come scuole, centri sportivi, chiese, caserme e sportelli bancomat – scrive Raggi —. Limiti che puntano a garantire migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute e dell’ordine pubblico e a prevenire il rischio di utilizzo da parte di minorenni». Le slot machine saranno quindi vietate «nei perimetri del centro», visto che la presenza di così tanti luoghi sensibili rende la zona interdetta di fatto alle slot; ma il divieto vale «per tutte le aree pedonali», spiega la sindaca che dà anche indicazione sugli orari di esercizio in tutta la città: «Sarà possibile l’utilizzo di new slot e Videolottery dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 mentre nei festivi non sarà consentito». Le sanzioni, aggiungendosi a quelle esistenti, prevedono in caso di violazioni reiterate, sospensioni o, in casi gravi, revoche delle licenze da parte del Comune.
Divieto integrale di giocare la domenica, quindi. Secondo una direttiva che sembra essere ispirata dalla sintonia del M5S col Movimento dei Focolarini, una vicinanza che ha portato il Campidoglio a istituire degli sportelli d’ascolto e a sostenere una campagna contro il gioco d’azzardo patologico. L’altra coordinata la dà la Caritas, appunto. «È un primo passo perché l’amministrazione se ne fa carico – ha detto il direttore, monsignor Enrico Feroci, a Radio Vaticana – poi non è tanto importante la distanza dalle scuole, è importante la proposta degli orari d’apertura per tutto l’azzardo». Per mettere nero su bianco le regole è bastato dare una sbirciata a come Milano aveva affrontato la questione: prima la legge della Regione Lombardia del 2013, poi il ritocco nel 2015 per fissare i limiti di spazio e tempo che, con differenze minime, Roma ha deciso di adottare per riorganizzare le 294 sale da gioco e la distribuzione delle 50 mila slot machine – il 12% del totale in Italia – presenti in città. Altro segnale di collegamento con Milano, dove opera la Casaleggio e associati.
Ed è forse questo l’elemento che ha scatenato la polemica politica. Il Pd ha attaccato la sindaca per un provvedimento giudicato «sfasato» in relazione ai reali problemi di Roma: «Il vero dramma sociale del gioco d’azzardo nella Capitale si consuma in periferia, certamente non nel centro storico», così la capogruppo dem in Campidoglio, Michela De Biase. E anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha mosso lo stesso rilievo: «Qualcuno spieghi alla Raggi che le slot dilagano nelle periferie, dove la gente è disperata». La risposta è arrivata da Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Assemblea capitolina: «Il regolamento riguarderà tutta la città». Molto più duro il senatore M5s Giovanni Endrizzi: «Raggi ha fatto in quattro mesi quello che Alemanno, Rutelli e Veltroni non hanno fatto in vent’anni. Ricordiamo che società dell’azzardo hanno finanziato Alemanno, Gianni Cuperlo e tantissimi altri politici».