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 2016  novembre 07 Lunedì calendario

Una sera all’asilo così i bimbi regalano la libertà ai genitori

MILANO APERTI una volta al mese, per qualche ora, di sera: il tempo giusto, per i genitori, di andare a cena o al cinema in coppia, di bere una birra con qualche amico, di restare a casa nel silenzio, da soli. Tempo per sé, certo, ma anche una esperienza diversa per i bambini: in molte città, negli ultimi anni, aumentano le sperimentazioni di asili nido, pubblici e privati, aperti di sera.
Un servizio diverso da quello notturno – pensato e messo in pratica, tra polemiche – pensando soprattutto ai genitori che lavorano di notte e non hanno una rete familiare a cui affidare il bambino. Tre, quattro ore al massimo, in un giorno prestabilito, a volte con le stesse educatrici che già durante il giorno si prendono cura dei bimbi. E che trasformano quella serata in una festa a tema, con attività diverse da quelle dell’orario normale. A Milano è stata una consigliera comunale di sinistra, Anita Pirovano, a lanciare la proposta in campagna elettorale e a rinnovarla adesso, con altre consigliere Pd. “Se potessi avere un venerdì sera al mese”, l’aveva intitolata, «perché il benessere della famiglia passa anche dal benessere di coppia: i genitori riprendono quasi subito a lavorare, dopo la nascita di un figlio, ma aspettano anni per ricominciare ad avere una vita sociale».
La sua proposta, racconta, è stata criticata non soltanto dai sindacati, preoccupati dei costi e delle ricadute sulle educatrici, ma anche da chi vede, in questa richiesta, un gesto di egoismo. «Ai genitori cerchiamo di far capire che non devono sentirsi in colpa se hanno bisogno di staccare ogni tanto, perché il messaggio che si trasmette al proprio figlio, altrimenti, è che diventare genitori vuol dire annullarsi. Alcune mamme mi raccontano che non escono di sera da quando è nato il loro bimbo, e magari sono passati quattro anni»: Cinzia D’Alessandro è la titolare e coordinatrice pedagogica della Locomotiva di Momo, un nido e scuola d’infanzia bilingue che già da qualche anno, due sabato al mese («ma se fosse per la richiesta lo faremmo ogni settimana») riapre dalle 19 alle 22,30 per i bimbi dai 3 ai 6 anni.
«Le serate si chiamano “Free from adults night”, i bambini le vivono come occasioni pensate per loro, anche se poi servono anche ai genitori», spiega D’Alessandro. Si cucina assieme, si gioca (ma senza far scatenare troppo i bambini), si aspetta da svegli che tornino mamma e papà, che spesso sono al cinema lì vicino. La scelta, in questo caso, è di non accogliere i bimbi troppo piccoli, ma altrove non è così. Undici nidi comunali della zona della Brianza e di Lecco hanno iniziato – alcuni già da un anno – a proporre le aperture serali anche per i piccolissimi. «Tutto è nato dalla richiesta dei genitori, ma di certo è determinante la disponibilità delle nostre educatrici», racconta Loana Trevisol, della Cooperativa sociale Cometa.
I pigiama party sono un venerdì al mese, al costo di 15 euro, con la possibilità di portare anche fratelli più grandi. Si mangia la pizza – i piccoli hanno le loro pappe o il biberon – e si gioca. I genitori che utilizzano il servizio non sono solo giovani e single che non possono permettersi una babysitter, ma anche coppie adulte: perché se nelle grandi città come Milano o Roma – dove funziona il servizio serale e notturno del nido Buonanotte Fiorellino – spesso i nonni e gli zii vivono altrove, anche nei centri più piccoli la richiesta c’è, perché si preferisce lasciare i bimbi con i loro compagni. A Campobasso l’asilo I pulcini è aperto ogni giorno fino alle 21,45 ma, su prenotazione, anche di notte.
A Salerno era stato il Comune, nel 2012, a fare da apripista, lanciando il progetto “Genitori in libertà”, per i bimbi fino a tre anni, due sere a settimana fino a mezzanotte.
Una novità per il servizio pubblico, che copiava quello che accade da anni in altri Paesi. La sperimentazione è durata due anni ma, per i cronici problemi di fondi della scuola pubblica, non è stata ripetuta.