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 2016  novembre 05 Sabato calendario

In Cina il cinema punta su giovani e famiglie

Il film Kung Fu Panda 3 ha incassato 153 milioni di dollari (137,5 mln di euro) al botteghino del mercato cinese, circa 10 milioni di dollari (9 milioni di euro) in più rispetto al box office statunitense. Questo semplice dato spiega da solo come sta evolvendo il business cinematografico nel paese asiatico: necessario puntare su prodotti per un pubblico giovane (l’età media dei frequentatori delle sale cinesi è già scesa da 27 a 24 anni in poco tempo), una audience che già adesso compra sempre più biglietti usando la piattaforma Wechat, con operazioni che durano non più di dieci secondi; portare in sala titoli che sappiano attrarre pure il target delle famiglie, molto importante in Cina come un po’ ovunque; offrire film più complessi, vivaci, interessanti, diversi rispetto alla tipica produzione cinese.

Il pubblico, infatti, sta affinando i suoi gusti e negli ultimi mesi ha mostrato una certa stanchezza per le trame tradizionali dei film di produzione nazionale. Cercano esperienze e contenuti nuovi, che potranno arrivare solo attraverso una semplificazione delle co-produzioni tra studios cinesi con quelli di altre nazioni.
Anche perché il mercato cinese, soprattutto grazie alle sue oltre 200 città di medie dimensioni con più di 2 milioni di abitanti (ovvero quelle che vanno oltre il modello delle megalopoli Beijing, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen, Tianjin, Chongqing, Chengdu, Wuhan, e Xiamen), rappresenta per l’industria cinematografica mondiale una straordinaria opportunità: si pensi solo che al momento la media in Cina è di un biglietto cinematografico consumato a testa in un anno, contro i 3,8 biglietti a testa negli Stati Uniti.
Intanto il sistema distributivo cinese diventa sempre più capillare: e gli schermi per il pubblico saliranno a 40 mila alla fine del 2016, con un incremento del 25% rispetto al 2015.