Corriere della Sera, 6 novembre 2016
Melania e Bill: quando il coniuge è irrilevante
Campagne diverse quelle di Hillary e Donald, ma almeno un elemento comune c’è: l’irrilevanza, se non addirittura un ruolo negativo, dei loro coniugi. Melania Trump è stata una non entità nella campagna elettorale. Silenziosa, poi obbligata a tenere un paio di discorsi solo per ritrovarsi alle prese con l’imbarazzante accusa di aver copiato un pezzo di uno speech di Michelle Obama. Ma la vera sorpresa è stata la totale scomparsa di Bill Clinton dal palcoscenico elettorale. Quattro anni fa era toccato a lui, tuttora il leader più popolare tra i democratici, risollevare le sorti di un Barack Obama in debito d’ossigeno. Stavolta, invece, Hillary si è fatta trainare proprio dal presidente e da Michelle. Ci sono buoni motivi per l’eclisse di Bill: intanto i molti sospetti di uso improprio di una parte delle risorse della fondazione filantropica di famiglia. Poi la provenienza imbarazzante di alcuni finanziamenti dati da regimi dittatoriali stranieri o da uomini d’affari che speravano di ottenere favori. E la Clinton Foundation è stata creata e gestita in primo luogo proprio da Bill. Che è stato tenuto in disparte anche per il rischio di una recrudescenza degli scaldali sessuali che hanno punteggiato la vita dell’ex presidente. Meglio tenerlo in naftalina per schivare, per quanto possibile, i fendenti tirati da Trump dopo che sono venute fuori le registrazioni sulle sue frasi sessiste. Ma Bill non ha avuto un ruolo da mattatore in questa campagna elettorale anche perché non è ancora ben chiaro a nessuno quale sarà il ruolo del «first husband» nella Casa Bianca di Hillary.