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 1968  settembre calendario

Esce

Kundera: «Ho cominciato a scrivere “Lo scherzo” verso il 1961, più o meno sicuro che sarebbe stato pubblicato. Durante gli anni sessanta, molto tempo prima della Primavera di Praga, il realismo socialista e tutta l’ideologia ufficiale erano
già morti, avevano ormai solo una funzione di facciata che nessuno prendeva più sul serio. Terminato nel dicembre del 1965, il manoscritto rimase circa un anno negli uffici della censura che, alla fine, non pretese nessun cambiamento. Il romanzo fu pubblicato nella primavera del 1967 ed ebbe in rapida successione tre edizioni che raggiunsero globalmente una tiratura di 117.000 copie. Nella primavera del 1968 il libro ottenne il premio dell’Unione degli scrittori cecoslovacchi. Dal romanzo ricavai in seguito una sceneggiatura per il mio amico Jaromil Jireš, il quale ne fece un film che non ho mai smesso d’amare. La critica letteraria si occupò poco dell’aspetto politico del libro, mettendo in evidenza invece la sua matrice esistenziale (…). Come vedi, agli inizi del mio percorso di romanziere mi sono sentito perfettamente compreso in patria. Ma fu un momento di breve durata. Un anno dopo, nel 1968, l’invasione russa instaurò di nuovo uno stalinismo antidiluviano e intellettualmente oppressivo. Fu allora che Lo scherzo sparì dalle librerie e dalle biblioteche [...]

Lo scherzo uscì i primi giorni di settembre del 1968, cioè esattamente tre settimane dopo l’invasione russa della Cecoslovacchia! Fu sotto lo choc provocato da quell’avvenimento che Aragon, probabilmente di getto e all’ultimo momento, scrisse la sua prefazione al romanzo, diventata poi celebre».
In Francia l’accoglienza del libro fu straordinaria. Il momento di grande comprensione che avevi vissuto l’anno prima a Praga si rinnovò, quindi, anche a Parigi?
«Mia moglie mi prende spesso in giro: “Tu sei arrivato a Parigi come un vincitore sui carri armati russi”. In quelle settimane di settembre del 1968 i giornali, in effetti, non parlavano d’altro che dei carri armati russi a Praga e il romanzo di un ceco attirò automaticamente la simpatia dei lettori e delle grandi firme della critica. Per tutti io ero soprattutto un soldato giunto a bordo di un carro armato e tutti elogiavano il coraggio con il quale avevo lottato contro il totalitarismo. Ma quando stavo scrivendo Lo scherzo io non mi sono mai sentito particolarmente coraggioso. La mia sfida non era politica, ma esclusivamente estetica» (Milan Kundera a Massimo Rizzante).