Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 02 Mercoledì calendario

Europa unita e solidale. Perché è sempre necessaria

EUROPAX

Poiché mi è comunque piaciuta la sua proposta di fare del 25 marzo la festa dell’Europa in ricordo della firma dei trattati di Roma del 25 marzo 1957, mi piacerebbe avere da lei l’indicazione delle due o tre motivazioni per cui ancora oggi l’idea dei fondatori dell’Europa unita è ancora valida.
Giancarlo Cunial

Caro Cunial,All’origine dei movimenti europeisti del secondo Dopoguerra vi sono almeno due grandi motivazioni: combattere i nazionalismi e i loro ricorrenti conflitti con il progetto di una grande federazione; combattere i protezionismi con la creazione di un grande mercato. I vantaggi sembravano allora evidenti. La morte dei nazionalismi avrebbe messo fine alle guerre suicide che gli europei avevano ininterrottamente combattuto sino alla metà del XX secolo. La fine dei protezionismi e il mercato unico avrebbero avuto effetti comparabili a quelli del grande mercato continentale nordamericano per i cittadini degli Stati Uniti.Non credo che queste motivazioni abbiano smesso di esistere. La pace e la crescita economica sono valori a cui nessuno in Europa può essere indifferente. Ma è necessario constatare che si è progressivamente ridotto, nel corso degli ultimi anni, un fattore indispensabile del processo unitario: la solidarietà. Anche quando non rimettono in discussione i trattati europei, i membri dell’Ue sembrano essere spesso riluttanti ad assumere obblighi e impegni che una parte del loro elettorato non vuole accettare. Il timore di perdere il potere alla prossima tornata elettorale rende la classe politica molto meno «europea» di quanto fosse nella fase particolarmente costruttiva degli anni Novanta del secolo scorso. Fioriscono, in questo nuovo clima, i vecchi partiti del «sacro egoismo», i nuovi protezionismi, le prese di posizione leghiste e campaniliste come quella della Vallonia, ostile per qualche giorno alla firma di un trattato fra l’Ue e il Canada.Sappiamo che questi malumori sono in buona parte dovuti agli effetti negativi della globalizzazione. Ma non credo possibile chiudere le porte a un fenomeno che offre grandi possibilità di sviluppo ed è strettamente collegato con la grande rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. Dobbiamo tuttavia regolarlo con grandi trattati che tengano conto degli equilibri sociali. Ma queste regole saranno eque e utili soltanto se gli interessi degli europei saranno rappresentati da un solo negoziatore. Una trattativa con gli Stati Uniti o la Cina in cui gli europei fossero dispersi e litigiosi, sarebbe catastrofica. Come vede, caro Cunial, esistono ancora nuove e buone ragioni per credere nella unità dell’ Europa.