Libero, 1 novembre 2016
«Dio non ci ama proprio. Qui servono 4 miliardi». Intervista a Vittorio Sgarbi
ROMA Dio non ci ama. O, per lo meno, ultimamente non dimostra grande simpatia per il genere umano. Vittorio Sgarbi vede nei terremoti degli ultimi giorni un intervento dell’Altissimo. Anzi, come spiega a Radio Cusano Campus, un disinteresse divino: «Se uno non crede se ne fa una ragione. Ma se uno crede, si chiede che ca**o di patrono abbia, se non è capace neanche di tenere in piedi la propria chiesa. Vuol dire», tuona il critico d’arte, «che Dio si fa i ca**i suoi». Lo Stato pensi a ricostruire i paesi distrutti «invece di fare nuvole del ca**o». Interpellato da Libero, Sgarbi articola più ampiamente la sua teoria: «Non so se c’è ira divina verso di noi o verso il Papa»: questa, ricorda, è la teoria del «vice ministro israeliano Kara», che ha parlato del terremoto come «una punizione» del Sommo.
Come stanno le cose?
«Io dico che le chiese servono a proteggere gli uomini, non devono essere gli uomini a proteggere le chiese. Faccio una considerazione generale sul fatto che il terremoto è un’espressione purissima di Dio, della natura e della condizione di sudditanza dell’uomo».
L’Eterno non ci ama?
«Dio non ce l’ha con nessuno, ma non mostra particolare misericordia per gli uomini».
Lei ha visitato le zone terremotate. Che idea s’è fatto?
«Si tratta di un terremoto insidioso che da più di tre mesi avanza e ha dato il colpo di coda (e speriamo che sia di coda) negli ultimi giorni distruggendo paesi e paesi. Ad agosto furono solo Accumoli, Arquata e Amatrice. Ora le aree interessate si estendono a Norcia, a Preci, Camerino, San Severino, Tolentino. Il sisma ha investito parte delle Marche con diversi effetti, ma con una determinazione mai vista. E questa pervicacia fa appunto pensare che, siccome buona parte dei monumenti lesionati sono chiese, Dio abbia avuto poca attenzione per il suo patrimonio ecclesiastico».
Ha idea di quanti soldi ci vorranno per la ricostruzione?
«Ci vorranno
4 miliardi di eu
ro. Se ci fossimo fermati al sisma
di agosto, un miliardo forse pote-
va bastare. Ma adesso, con l’estensione a tutti
gli altri paesi, mi
pare abbastanza chiaro che serviranno molti più soldi».
È solo il terremoto ad aver fatto danni o c’è la mano dell’uomo che non ha degnamente conservato i luoghi?
«Se anche ci fosse stata manutenzione, il terremoto è stato così potente che si sarebbe fatto beffe di sicurezze e prevenzioni».
A suo giudizio quali sono i danni più gravi al patrimonio artistico e monumentale?
«Direi sicuramente la Chiesa di San Salvatore a Campi, in prossimità di Norcia, che è quasi del tutto rasa al suolo e l’Abbazia di Sant’Eutizio, vicino a Preci».
Per ricostruire tutto ci vorranno anni.
«Il governo ha preso un impegno e occorrerà che rimetta in piedi tutto. I soldi che lo Stato darà serviranno per restituire l’idea di nazione. Una nazione che ha patito una ferita, ma la ripara».