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 2016  novembre 01 Martedì calendario

Il Nobel a Bob Dylan e l’arroganza d’autore

Lo snervante silenzio di Bob Dylan dopo l’assegnazione del premio Nobel ha suggerito agli accademici di Stoccolma un aggettivo che da tempo non aveva dignità pubblica: «maleducato» in coppia con un altro aggettivo desueto, «arrogante». Sono passati 15 giorni perché il cantautore rispondesse al telefono della segreteria svedese pronunciando due aggettivi decisamente indegni della sua grandezza poetica: «Emozionante e incredibile». Tutti e due banali e per di più intempestivi. La scelta poteva suonargli emozionante e incredibile il giorno stesso, ma a due settimane di distanza… Avrebbe potuto pensarci su ancora un paio di giorni per farsi venire un’idea più originale. «Apprezzo molto l’onore ricevuto», ha aggiunto, precisando: «A Stoccolma andrò se potrò». Come se potrò? Non gli sarebbe bastato consultare l’agendina per sapere se il 10 dicembre 2016 aveva già fissato un appuntamento con il dentista, e dunque per rispondere: «Mi spiace, purtroppo ho già un altro impegno cui non posso rinunciare…».
Dunque, tutti sulle spine ancora per qualche settimana: andrà, non andrà, andrà ma senza preavviso, non andrà ma manderà il suo cavallo… Manco fosse Nanni Moretti: mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Chissà quante volte gli spericolati professori scandinavi, dopo aver bussato inutilmente alle porte del cielo dylaniano, si saranno pentiti di non aver scelto un altro Montale qualunque che almeno, pur non avendo scritto Mr. Tambourine Man ma solo La casa dei doganieri, sarebbe partito anche a piedi. Montale, infatti, nel 1975 prima ringraziò, poi si presentò a Stoccolma senza fare tante storie, come prima e dopo di lui fecero Kipling, Mann, Pirandello, Eliot, Faulkner, Beckett, Hemingway, Camus, tanto per fare alcuni nomi. Se fossi un accademico del Nobel, proporrei di ritirarglielo a Dylan, il premio, per grave infrazione al codice (minimo) della buona educazione e soprattutto per offesa postuma ai suoi ben più grandi (e più umili) predecessori: Sartre compreso che pure nel 1964 rifiutò il Nobel con una lettera gentile. È eccessivo temere che la cafonaggine di Dylan, molto più delle sue canzoni, sia l’esatto segno dei tempi? In questo, il vecchio Bob è perfettamente in linea con la gran parte dei suoi contemporanei che pur essendo sempre connessi non si degnano di rispondere neanche alle mail, figurarsi a una lettera.