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 2016  novembre 01 Martedì calendario

La scomparsa dell’Urss. Un funerale senza lacrime

Ricordo ancora la nebulosità degli eventi che rappresentarono l’inizio della dissoluzione dell’Urss, del Comecon e del patto di Varsavia. Come mai a Mosca non ebbe luogo una Tienanmen? E, più tardi, il fallimento del putsch fu forse dovuto a carenze e/o interferenze nelle telecomunicazioni?
Carlo Ravagnan 

Caro Ravagnan,
L a disintegrazione della Unione Sovietica non fu provocata da moti di popolo. Vi furono malumori alla periferia dello Stato, soprattutto in Lituania e in Armenia, dove il terremoto del 1988 aveva provocato una forte rinascita del sentimento nazionale. Ma la crisi del sistema si consumò al vertice dello Stato, nel gruppo dirigente del partito.
Il primo contrasto fu quello che opponeva Michail Gorbaciov, segretario del partito e presidente dell’Urss, a Boris Eltsin, presidente eletto della Repubblica federativa russa. Ma i due rivali avrebbero forse trovato un compromesso se un gruppo di otto conservatori, fra i quali vi era il presidente del Comitato di Stato per la sicurezza (il potente Kgb) non avesse deciso di eliminare Gorbaciov. Lo isolarono in Crimea, dove era in vacanza, e dettero ordine alle forze armate di garantire il cambio della guardia. Erano convinti che tutte le leve del potere sovietico avrebbero obbedito e che la macchina del partito, in particolare, avrebbe assecondato la transizione. Dopo tutto, fra i congiurati vi erano il primo ministro, il ministro degli Interni e quello della Difesa: persone che erano già installate al vertice dello Stato e ne conoscevano i meccanismi.
Con grande sorpresa della maggior parte degli osservatori internazionali, accadde esattamente il contrario. Boris Eltsin si asserragliò nella Casa Bianca (la sede del Soviet Supremo della Repubblica russa) e ne uscì soltanto per salire su un carro armato, cortesemente offerto dalle forze armate, e invitare i cittadini alla resistenza. Ma la grande massa popolare stette alla finestra. I membri della congiura perdettero la partita perché l’enorme popolo sovietico si astenne dal prendere posizione. In questo vuoto politico e istituzionale, il nuovo leader fu molto rapido. Costrinse Gorbaciov a firmare una ordinanza, di fronte alle telecamere, che scioglieva il partito e colpiva in questo modo il cuore dello Stato sovietico. Di lì a poco avrebbe creato con l’Ucraina e la Bielorussia la Comunità degli Stati indipendenti e avrebbe scalzato Gorbaciov dal Cremlino per prenderne il posto.