Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 01 Martedì calendario

Ieri consiglio dei ministri straordinario, dedicato al terremoto e preceduto da una riunione tra Renzi, i presidenti di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, e il sottosegretario Claudio De Vincenti

Ieri consiglio dei ministri straordinario, dedicato al terremoto e preceduto da una riunione tra Renzi, i presidenti di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, e il sottosegretario Claudio De Vincenti.

Che cosa hanno deciso?
Finito il consiglio dei ministri, allargato ai quattro presidenti delle Regioni, Renzi ha spiegato ai giornalisti che la ricostruzione avverrà in quattro fasi. Prima fase: si chiede ai cittadini, che sono in grado di lasciare i territori dissestati perché possono andare ad abitare da qualche altra parte, di spostarsi per qualche settimana. Secondo: attrezzare le zone terremotate con dei container, perché col freddo in arrivo le tende, secondo il governo, sono sconsigliabili (una tesi che alcuni cittadini di Norcia rimasti senza casa hanno contestato, «nelle tende di oggi c’è il riscaldamento» ecc.). Terzo: tra Natale e la primavera si costruiscono delle casette di legno, un’ipotesi che ancora domenica era stata esclusa tassativamente, quella degli alberghi sembrava la soluzione più saggia (ma devono esserci state resistenze degli albergatori, e anche gli sfollati non erano sempre felicissimi di questa soluzione). Quarta fase: la ricostruzione vera e propria, «da eseguirsi a regola d’arte».  

Chi può credere alla «regola d’arte» in Italia? Col terremoto del 24 agosto edifici che sembravano sicuri e avevano tanto di certificati, sono venuti giù lo stesso, perché non solo il costruttore è corrotto e risparmia sui materiali (in genere per rifarsi delle mazzette che ha dovuto sborsare per avere il lavoro), ma anche i cosiddetti tecnici arrivano e certificano che è tutto a posto, che tutto è stato eseguito a regola d’arte, e poi si scopre che non è vero niente, si son fatti dare la bustarella anche loro. Sono tutti tranquillizzati da questo pensiero: ma un terremoto che smaschera le nostre malefatte deve arrivare proprio qui?
Che le devo dire, lei ha ragione, ma Renzi che cosa dovrebbe promettere se non: la ricostruzione sarà fatta a regola d’arte? Si darà da fare pure lui per trovare procedure che garantiscano tutti. Il procuratore Pignatone, in un’intervista dell’altro giorno, e il commissario anti-corruzione in un’altra intervista rilasciata anche prima, hanno spiegato che la corruzione è ormai sistemica, e addirittura (questa l’ha detta Ielo), che il sistema seleziona ormai i funzionari non sulla base della loro capacità ma sulla loro propensione a intascare mazzette e farsi corrompere. Quindi alle sue osservazioni, piuttosto inoppugnabili purtroppo, non so che cosa rispondere.  

Sento dire anche che il terremoto, politicamente parlando, ha reso Renzi più forte nei confronti della Ue.
È un punto su cui il premier per ora non dice niente. Ha parlato al posto suo Gentiloni, il ministro degli Esteri, invocando «comprensione» dall’Unione Europea. Voglio precisare che la parola «comprensione» mi piace poco, è adatta a un paese pitocco quale non vorrei che fossimo. In ogni caso, da Bruxelles, per ora, arrivano risposte concilianti. È chiaro che Renzi vuole sfondare anche la soglia del 2,4% del rapporto deficit/Pil. Si parla di tirar fuori 8-10 miliardi, mettendo tutte le spese per la ricostruzione fuori dai calcoli del deficit.  

Quanti sono alla fine gli sfollati? Questo numero, «centomila», che girava ieri...
Oltre cinquecento senza casa sono accolti in strutture alberghiere nell’area del lago Trasimeno e oltre quattromila sono stati sistemati negli alberghi sulla costa adriatica. A questi si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altre settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1.100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive. Nel Teramano le persone fuori casa sono 3.261, un numero che comprende sia gli sfollati propriamente detti sia quelli che non osano rientrare a casa finché non saranno compiute delle verifiche. Titti Postiglione, dell’ufficio emergenza della Protezione civile, ha detto che per le scosse del 24 agosto bisognò rispondere a 70 mila richieste di verifiche. Prevede che stavolta ce ne saranno molte di più. Altri duemila sfollati stanno a Montorio al Vomano.  

La terra ha smesso di tremare?
No, nella notte tra domenica e lunedì la terra non ha mai smesso di tremare. Dal primo terremoto di domenica mattina alle 7.40 si sono registrate oltre 700 scosse. La piu forte, alle 4.27, di magnitudo 4,2 a 11 chilometri di profondità e a soli 3 chilometri da Norcia. A Ussita il sindaco Marco Rinaldi è rimasto con soli 14 concittadini. Dice: «Dormire? Qui è tutto un dondolio, che ti vuoi dormire? Stanotte ha pure gelato».