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 2016  ottobre 31 Lunedì calendario

«Grandi potenzialità. Con me diventeranno 
calciatori veri». 3 domande a Marco Materazzi

«L’esercito di Marco – non siamo venuti a vincere, siamo venuti a conquistare!», dice un grande striscione sventolato dai tifosi dei Chennaiyin, squadra di calcio che la scorsa stagione ha vinto il campionato indiano Isl grazie al suo allenatore, quel Marco Materazzi, ex difensore dell’Inter con cui ha vinto 5 scudetti, nonché campione del mondo nel 2006. Terza stagione da allenatore e per suggellare la sua fedeltà, sull’interno della caviglia sinistra s’è fatto incidere un nuovo tatuaggio: quelli del logo dei Chennaiyin, un demone con canini aguzzi e lingua in fuori, per spaventare i nemici. È un simbolo che racconta bene lo stile duro che Matrix ha impresso nei suoi giocatori. 

Il primo impatto con l’India non è mai facile, è così?

«È un mondo totalmente diverso. C’è molta povertà e la gente ti sorride con un pezzo di pane. All’inizio questo ti ferisce: 90 persone su 100 sono scalze. E non per scelta. Non credo che gli piaccia camminare scalzi sul catrame fresco».

Che potenzialità ci sono?

«Incredibili, fisicamente sono fortissimi. E infatti voglio creare un’accademia innovativa dove puoi capire se un giocatore si adatta meglio in Spagna, in Italia o in Inghilterra. Oppure in India, per scalare la classifica Fifa. Per questo ci vuole un coordinatore nazionale: sto creando giocatori veri, per costruire un buon calcio. E per aiutare gli indiani a capire che hanno un’opportunità».

Si diceva che il vegetarianismo rendesse difficile sviluppare il potenziale calcistico di centinaia di milioni di ragazzi. È vero?

«Balle. Hanno un fisico incredibile. Tengono eccome, lo vedrete».