Corriere della Sera, 31 ottobre 2016
I Windsor formato tv
Quando Elisabetta venne incoronata nel giugno del 1953, a Westminster Abbey, chiese che il momento dell’unzione, come futura sovrana, restasse tabù per le telecamere. Così il mondo vide in tv la cerimonia secondo un rito antico di secoli, ma non gli istanti più sacri dell’investitura.
Tra pochi giorni, dal 4 novembre, una nuova serie che sarà trasmessa da Netflix, «The Crown», non avrà tabù. Accenderà i riflettori sulla regina, su Filippo e su quell’incoronazione del 1953 senza fare sconti. Senza timori di violare alcunché, senza paura di dipingere Elisabetta alle prime armi come una giovane ragazza british come tante (anzi, intimorita dal ruolo), senza paura di guardare fin dentro alle stanze private, al rapporto più intimo ed emotivo con Filippo. In fondo, dopo novant’anni di vita, Sua maestà doveva aspettarselo. Un mondo è cambiato, anzi è irriconoscibile a guardarlo con gli occhi di una ragazza che vide Londra sotto i bombardamenti della Seconda guerra mondiale e quando mosse i primi passi a Buckingham Palace i messaggi correvano ancora su vassoi d’argento portati da solerti maggiordomi. E fu Filippo a convincere la Royal Household a «osare» l’aereo per i viaggi della regina. Fino ad allora solo la nave era considerata «appropriata». Dai vassoi ai social 2016. Una rivoluzione, che solo una donna che ha saputo costruirsi un personaggio più inscalfibile di un diamante, poteva attraversare. Ma la nuova serie diretta da Stephen Daldry, nella quale la regina sarà interpretata da Claire Foy (mentre Matt Smith sarà Filippo e John Lithgow sarà Churchill) si fermerà, prima, a metà anni 50. Per ora. Altre 6 serie di 10 episodi ciascuna sarebbero già in produzione. Netflix ha già investito 100 milioni di sterline. E il fatto che a trasmettere il colossal a puntate sia un servizio di streaming via Internet come Netflix, non una tv pubblica, è indicativo di un altro cambio di stagione, che ha già sollevato qualche sopracciglio Oltremanica.
«We must not let daylight in upon the magic», la luce del sole non deve spezzare la magia (del trono), diceva Walter Bagehot, autore di «The English Constitution» (1867) che resta la summa sulla Corona britannica. «Oggi però la regina non può più scegliere di sfuggire la luce del giorno. I sovrani moderni vivono in un mondo fatto di paparazzi e permeato di cultura delle celebrity, di docu-drama sulla famiglia reale che vincono l’Oscar», concorda oggi Daniel Franklin, dell’ Economist.
Così «The Crown» squarcerà il velo della sacralità della Corona e aprirà un varco nell’intimità della vita dei Royals. Un’intimità che le nuove generazioni, Kate Middleton ora Duchessa di Cambridge in testa, hanno deciso di condividere. Postando sui social le foto scattate ai figli George e Charlotte, vestendo non solo Alexander McQueen o Alice Temperley, ma anche capi da poche centinaia di sterline come molte inglesi del 2016. A proposito di abiti, quello che Claire Foy indosserà per la scena delle nozze del 1947 con Filippo sarà una replica perfetta del capo disegnato da Norman Hartnell. E chissà se in quello dell’incoronazione tv, come in quello vero di Hartnell, ci sarà il quadrifoglio che a insaputa di Elisabetta il sarto inserì come porte-bonheur?