Corriere della Sera, 30 ottobre 2016
Danieli di Venezia, il pignoramento «a cinque stelle»
È stato pignorato l’Hotel Danieli di Venezia, uno dei 5 stelle lusso italiani più noti al mondo, gettonatissimo dalle star di Hollywood. Il motivo è quasi ordinario: il proprietario non ha pagato diverse rate del mutuo e infine non ha risposto all’intimazione delle banche di saldare il debito «entro dieci giorni». Solo che i soggetti (e il prestito) non sono ordinari. Il padrone del Danieli è l’imprenditore degli immobili Giuseppe Statuto che possiede anche altre strutture superlusso come l’Hotel Four Season e il Mandarin di Milano e ha appena acquisito il San Domenico di Taormina. In un portafoglio così ricco l’anello debole è Venezia e potrebbe essere il sintomo di una «sofferenza» di più ampio raggio. Fonti del gruppo, però, sostengono che Statuto è pronto a saldare. La cifra in gioco sul Danieli, che continua regolarmente la sua attività, è altissima: 160 milioni ma il pignoramento è complessivamente per un valore di 242 milioni, cioè quanto pagato dieci anni fa per acquistare il lussuoso albergo dalla Starwood.
Tre palazzi storici veneziani «combinati» in un hotel che ha fatto anche da set di un film, The tourist, con Angelina Jolie e Johnny Deep, e ha accolto capi di Stato e celebrità di tutto il mondo, da Walt Disney a Wolfgang Goethe. Ma soprattutto turisti benestanti, in grado di spendere fino a 13 mila euro a notte per le migliori suite. Le banche che hanno avviato la procedura forzata sono Mps, Banco di Sardegna (Pop Emilia) e la tedesca Aareal Bank. Dopo rate insolute per una ventina di milioni, solleciti e intimazioni, sono passati alle vie di fatto e hanno ottenuto che l’ufficiale giudiziario, addetto all’«Ufficio notifiche, esecuzioni e protesti» della Corte d’appello di Roma, andasse a pignorare le quote della società romana del gruppo Statuto che gestisce l’attività alberghiera e la ristorazione del Danieli. Ma su tutto l’arco di garanzie, compreso il pegno sulle quote della società proprietaria dell’immobile, vi sarebbero in corso atti esecutivi. Il finanziamento originario di 145 milioni è del 2006. Eppure emergono aspetti contraddittori. Le rate sono scadute da mesi, forse da anni, durante i quali, però, l’immobiliarista campano ha acquistato, finanziandolo con un bond, un palazzo romano ex sede Bnl per farne un hotel di lusso. Poi ha avviato l’onerosa realizzazione a Milano di un altro albergo top e quest’estate è volato in Sicilia a soffiare agli arabi una perla a 5 stelle, il San Domenico di Taormina. Da una parte non pagava le rate dei mutui, dall’altra procedeva ad acquisizioni. Ora la durissima azione legale sul Danieli da parte delle banche che di fatto potrebbero acquisirne il controllo, anche se Statuto si è opposto in tribunale. Lui non parla ma secondo fonti del gruppo a fine 2015 era stato raggiunto un accordo con le banche per rimborsare 152 milioni entro maggio 2016. Poi evidentemente la scadenza è stata «tirata» fino a settembre quando nel frattempo era già entrato in campo l’ufficiale giudiziario. A settembre, riferiscono le medesime fonti, Statuto era pronto a rimborsare i 152 milioni e l’avrebbe più volte comunicato a Mps (da ultimo con una raccomandata mercoledì scorso) senza ottenere risposta.