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 2016  ottobre 25 Martedì calendario

Intervista a Lorella Cuccarini. «Mi chiesero di candidarmi ma io faccio politica da anni»

Jeans, maglietta bianca e spolverino fucsia. Non un filo di trucco sul volto di Lorella Cuccarini. 
Con Heather Parisi sarà protagonista di Nemica Amatissima suRaiuno il 2 e 3 dicembre. 
Perché questo titolo? 
«Descrive il rapporto tra me e Heather: la rivalità più spesso descritta dalla stampa che vissuta da noi l’ammirazione che provavo per lei quando, seduta sul divano, sognavo di fare questo lavoro. Non era né amica né nemica, solo amatissima». 
Cosa vedremo? 
«L’incontro tra due mondi: diversi ma con qualcosa in comune. Abbiamo attraversato 30 anni di storia dell’Italia: il costume e lo spettacolo. Mettiamo insieme tutto, con una leggerezza che magari a 20 anni non avremmo avuto». 
È vero che ci sarà un ring? 
«Giocheremo sulla rivalità, in modo divertente. Faremo tornare il pubblico agli anni Ottanta, senza nostalgia. Ci sarà anche un corpo di ballo». 
Ecco: non se ne vedono più... 
«Colpa della spending review. Il corpo di ballo è tra le voci più cospicue». 
Avrete degli ospiti? 
«Sì, chi è legato alla nostra storia o ne ha fatto parte». 
Anche Raffaella Carrà? 
«Al momento non è previsto e non perché io serbi rancore per passate vicende felicemente superate». 
Quando e chi le ha proposto di fare Nemica Amatissima? 
«È stato il mio manager, che è anche il produttore del programma, Lucio Presta. Ho subito manifestato entusiasmo. Da quando la Rai ha dimenticato i grandi spettacoli, ho provato a ritrovarne l’essenza a teatro con soddisfazione». 
Che cosa si aspetta dalle due serate? 
«Che si possa tornare al varietà. Pochi eventi ma buoni. Non mi capitava da tempo che mi battesse così tanto il cuore per un programma televisivo. Dopo le serate su Raiuno, con Heather saremo impegnate in un mini tour nelle principali città italiane». 
Negli ultimi anni l’abbiamo vista poco in video. Una scelta? 
«Sono arrivate proposte che ho declinato. Non voglio essere come il prezzemolo, voglio sentirmi un valore aggiunto». 
Le hanno mai proposto un reality? 
«Sarebbe difficile la conduzione, impossibile la partecipazione come concorrente». 
È stata giudice a Ti lascio una canzone. No ai reality, sì ai talent? 
«Ti lascio una canzone è quasi un varietà. Il meccanismo è simile ai talent ma si prepara uno spettacolo vero. Con Antonella (Clerici, ndr) farei un programma anche domani: siamo amiche». 
Esiste la solidarietà femminile nel mondo della tv? 
«Raramente ma esiste». 
Avrebbe fatto un talent da concorrente? 
«Non credo. Se oggi avessi 20 anni andrei all’estero. I talent non sono la chiave per avere successo. Regalano visibilità ma non un percorso di crescita». 
Era meglio il tempo dei talent scout? 
«Il talent scout ti sceglieva per il talento, ti proteggeva. Quando mi chiedono: “Non c’è una nuova Cuccarini?” rispondo che ci sono
tanti ragazzi bravi
che non sempre riescono
a raggiungere il successo». 
Baudo l’ha notata alla convention dell’Algida e l’ha portata a Fantastico. Si può ancora fare carriera così? 
«Credo di sì, il problema sono le occasioni. In Italia si parla tanto di fuga dei cervelli ma c’è anche una fuga di talenti: dovremmo riportarli a casa». 
Felice del ritorno di Baudo in Rai? 
«Molto. Il nostro Paese ha poca memoria. Baudo ha ancora tanto da dare. Ha un entusiasmo che mi fa ben sperare per il futuro visti i miei 50 e oltre (ride, ndr)». 
Il ricordo più bello che la lega a
 Baudo? 
«Pochi giorni prima della conferenza di Fantastico avevamo organizzato una cena per festeggiare. Al ritorno, in macchina ho avuto un incidente: 30 punti di sutura in fronte. Ho ancora la cicatrice: il segno del debutto (ride, ndr). Pensavo di essermi giocata la chance della mia vita. Pippo mi ha fatto una lavata di capo, ma non mi ha cacciata. È stato un padre». 
Un altro uomo simbolo della sua carriera è Antonio Ricci... 
«È un uomo divertente. Quando mi ha chiamato per Odiens voleva fare un “controvarietà”: sono stata la vittima sacrificale di Ezio Greggio e Gianfranco D’Angelo. Mi sono divertita». 
Ricci voleva smontare il mito della soubrette. Lo aveva intuito? 
«Non all’inizio. Tant’è che a un certo punto ha capito che mi divertivo sul serio, così ha cambiato rotta e ha costruito il personaggio dell’antisoubrette su di me. È stata la seconda stagione importante della mia carriera». 
È una donna autoironica, non se l’è presa quando il presidente Berlusconi ha detto «È bravissima ma è senza tette»? 
«Ha detto la verità. Non incarnavo i canoni della donna formosa e sinuosa, quella del Drive In per intenderci. Non ho tette ma ho molte altre qualità (ride, ndr)». 
L’innovazione della tv moderna è legata ai grandi ritorni: perché? 
«Siamo passati dagli anni Ottanta in cui avevamo una televisione simbolo, a una tv che si nutre di format importati dall’estero non sempre giusti per noi. La nostra peculiarità è quella di avere dei grandi autori, artigiani, che scrivevano programmi ad hoc: dovremmo mixare le due cose». 
Dagli anni Duemila in poi è diventata un volto della Rai. Cos’è il servizio pubblico? 
«La Rai fa servizio pubblico. A volte bene altre meno. In Viale Mazzini bisogna coniugare l’onere dei numeri con l’importante mission». 
Come si fa a fare carriera e a rimanere sulla cresta dell’onda per così tanto senza «sporcarsi»? 
«Per fare carriera bisogna essere sporchi? Se si rincorre il successo per qualche stagione forse sì, ma l’elisir di lunga vita sono i valori che si mettono in campo. Non credo di essere migliore delle altre». 
Una cosa che non rifarebbe? 
«Tutto quello che ho avuto me lo sono sudato, senza padrini o tessere di partito». 
Le hanno mai chiesto di fare politica? 
«Anni fa la Democrazia Cristiana mi propose di candidarmi. Dissi di no. Credo si possa fare politica in tanti modi: 21 anni di Trenta ore per la vita sono stati il mio modo per farla». 
Nemica Amatissima andrà in onda nei giorni prima del referendum costituzionale... 
«Quindi dovremo stare attente a quante volte diciamo sì e no (ride, ndr)». 
Vive a Roma, città di Virginia Raggi. Pensa che possa fare bene? 
«Perché no? È presto per fare un bilancio». 
È sposata da anni con Silvio Testi, cosa rara nel mondo dello spettacolo. Come si fa a «non perdere la testa»? 
«Tenendo fede a quella promessa. Cerchiamo di onorarla tutti i giorni. Non è facile ma ne vale la pena». 
Dal punto di vista professionale, che cosa le ha dato e che cosa le ha tolto essere moglie e madre? 
«Tolto nulla. Sono felice così. Il mio compagno è stato un valore aggiunto: come scrive lui le sigle dei programmi non le scrive nessuno. Farà anche quella di Nemica Amatissima». 
Se i suoi figli avessero aspirazioni televisive? 
«Solo Giorgio sembra aver ereditato la passione del padre per la musica: compone». 
A breve uscirà il suo primo libro «Ogni giorno il sole», edito da Piemme. 
«Il titolo incarna la mia filosofia di vita, del bicchiere mezzo pieno. È un’autobiografia ma non in senso autoreferenziale». 
A 51 anni ha ancora un sogno nel cassetto? 
«Ne ho cento o mille: andare a correre la maratona di New York, fare un film con Baz Luhrmann, tornare a Bora Bora con mio marito».