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 2016  ottobre 25 Martedì calendario

Chi assolve Hillary fa quattrini

NEW YORK Dacci oggi il nostro scandalo quotidiano, Hillary, che tanto ci pensano i media di regime a proteggerti parlandone poco o nulla, e lasciando il massimo spazio al Trump «porcaccione». La storia è clamorosa e la puzza di corruzione ammorbante: un alleato politico della Clinton ha aiutato finanziariamente, per farla eleggere senatrice, la moglie del vice-direttore dell’Fbi responsabile dell’inchiesta sul server privato di Hillary, sulle email classificate non protette, sull’ostruzione alla giustizia e sulla distruzione delle prove. E la Clinton non è stata incriminata. 
Questi i dettagli esposti dal Wall Street Journal. L’organizzazione politica di Terry McAuliffe, governatore della Virginia e tra i massimi compari politici dei Clinton da una vita, ha dato nel 2015 complessivamente 675 mila dollari alla campagna per la elezione a senatrice, nel suo stesso Stato, di Jill McCabe. La signora è sposata a Andrew McCabe, che ora è il vicedirettore dell’Fbi e che ai tempi dei contributi era il responsabile dell’Ufficio Fbi del Distretto della Columbia, quello che aveva in carico le indagini sul delicatissimo caso. Se l’agenzia investigativa federale avesse deciso di portare 
in tribunale le prove raccolte, più che sufficienti secondo tanti analisti giudiziari, sarebbe stata la fine politica di Hillary, a prescindere dal verdetto della corte. La sua campagna, semplicemente, si sarebbe fermata lì. 
Quando il direttore dell’Fbi James Comey, in luglio, annunciò l’assoluzione malgrado «l’estrema irresponsabilità» con la quale la segretaria di Stato aveva trattato le informazioni segrete nel computer privato lasciandole a rischio di hackers, tutti pensarono che era stato Obama, con il suo ministero della Giustizia, a imporla. Vero, ovviamente, ma adesso si sa che il clan clintoniano non si era affidato solo alla Casa Bianca per sopravvivere, seguendo pure la pista del condizionamento diretto orchestrato da McAuliffe. Melius abundare. 
Così, il comitato politico del governatore ha dato 467.500 dollari alla campagna di Jill McCabe, e il partito Democratico statale, controllato dallo stesso McAuliffe, ha aggiunto 207.778 dollari di valore in materiale propagandistico, secondo dati della commissione elettorale. Insieme, gli oltre 675mila dollari costituiscono più di un terzo dell’intera raccolta di fondi della democratica, che alla fine ha perso contro il repubblicano Dick Black, che ha mantenuto il suo seggio. 
Il governatore e Jill McCabe si erano incontrati nel marzo 2015, quando concordarono la candidatura. L’Fbi, in un comunicato, ha detto che, durante la campagna della moglie, l’allora assistente vice direttore dell’Agenzia «non giocò alcun ruolo di supporto elettorale». Finita la campagna di Jill, Andrew diventò vice direttore e supervisore dell’indagine. La sua difesa è che non c’è stato conflitto di interesse perché ha trattato il caso Hillary dopo che sua moglie aveva perso le elezioni, quindi senza condizionamenti. E chi ci crede vince il concorso «Pinocchio nel campo dei miracoli».