Corriere della Sera, 27 ottobre 2016
Se Banksy si compra in una galleria londinese (investimento da Brexit)
Un Banksy in salotto? Ora è più facile sognare di possedere un’opera dell’artista più ricercato al mondo. O profanarla, se siete dei puristi della street art, convinti che il luogo più giusto per godere di quest’arte urbana sia la strada, non un museo o una galleria. La rivista «Time Out» ha dato la notizia del primo spazio permanente dedicato al misterioso writer inglese, il «Banksy Bunker», alla Hang Up Gallery di Londra. Grande eccitazione per i fan che avranno a disposizione un canale per far incontrare la domanda (alta) e l’offerta (bassa) delle opere dell’artista dall’identità misteriosa e dai messaggi di satira anticapitalistica. Opere che hanno vita pubblica spesso breve: disseminate in incognito sui muri delle città in tutto il mondo, vengono poi «autenticate» tramite sito (banksy.co.uk) o social network. Ma senza protezioni, come una teca di plexiglass, rischiano di venire trafugate o, peggio, cancellate da zelanti netturbini. Emblematico il caso di New York, dove Banksy è stato nel 2013 per una «residenza» (il titolo era tutto un programma «Better Out Than In») e ha realizzato opere che sono state rimosse o cancellate (le tracce sono restate su alcune mappe online): qualcuno, fortunato, ha potuto acquistare alcune tele dell’artista da un baldacchino vicino a Central Park: a 60 dollari, ora valgono migliaia di dollari. Nel 2015 Banksy ha stupito tutti con un parco a tema apocalittico, Dismaland (vicino a Bristol), che faceva il verso a Disneyland. La fame di Banksy cresce ovunque, con le mostre del 2016 a Roma e Melbourne. Il mercato si adegua. La galleria londinese è dal 2008 specializzata nel recuperare e vendere opere di Banksy, che in tre o quattro anni possono quadruplicare il loro valore. Sono un ottimo investimento, scrive la galleria sul sito. Conveniente ora che la sterlina è giù, a causa della Brexit.