Corriere della Sera, 27 ottobre 2016
Il trasloco degli Obama (in 24 mosse)
NEW YORK I camion sono partiti da Washington nel pomeriggio di ieri. Carichi di scatoloni e di casse con i documenti, gli appunti, i libri di Barack Obama. Un viaggio di 1.126 chilometri: destinazione Chicago. Il trasloco è cominciato. Il primo presidente afroamericano della storia si prepara ad abbandonare lo Studio Ovale, dopo otto anni di governo. In realtà Barack, Michelle e le figlie Sasha e Malia lasceranno la Casa Bianca solo il 20 gennaio, giorno in cui Hillary Clinton o Donald Trump giureranno solennemente, prima di assumere l’incarico di presidente.
Gli Obama, come stabilito da tempo, si trasferiranno a soli 3 chilometri dalla White House, in una villa con 9 camere e 8 bagni, affittata per 22 mila dollari al mese nel quartiere di Kalorama, il più ricercato di Washington.
Ci resteranno almeno fino al 2018, quando Sasha avrà terminato le superiori nell’istituto Sidwell Friends.
Per il momento, invece, una squadra di 24 militari si sta occupando del lavoro più impegnativo. Caricare la massa enorme di materiale, finora custodita dai «National Archives», e trasportarla in un deposito che conteneva mobili, nella Hoffman Estates di Chicago. Lì sono attesi da 40 marinai della Naval Station Great Lakes, che penseranno a scaricare.
L’operazione è coordinata dalla responsabile della logistica, il colonnello Vianesa Vargas, dal 2009 in servizio alla Casa Bianca, anche se non ha mai avuto occasione di scambiare due parole con Obama. Vianesa, che ha compiuto missioni anche in Iraq, naturalmente ha organizzato tutto con la maniacale precisione dell’esercito americano. Sono a disposizione 53 autotreni che faranno 24 viaggi: metà entro Natale, metà entro febbraio. Gli ultimi oggetti verranno portati via in aereo, mentre lo Studio Ovale sarà sgomberato per ultimo, entro le 12.00 del 20 gennaio.
Agli inizi di marzo, invece, si metteranno all’opera gli archivisti di Chicago. Classificheranno le carte e i file digitali. Tutto dovrà essere pronto e ordinato per il 2021, quando è prevista l’apertura della Library presidenziale in Jacskon Park, nella zona Sud di Chicago, il luogo dove il giovane Barack è cresciuto, ha conosciuto Michelle e ha vissuto con la famiglia. Tra qualche mese Obama dovrà ricominciare. Che cosa farà? Quasi certamente scriverà dei libri: per lui sarebbero già pronti contratti con un valore compreso tra i 25 e i 40 milioni di dollari.
Un’altra pista porta alla Silicon Valley. «Io sono un nerd», un appassionato di tecnologia, ha detto spesso il presidente, sorridendo. Il New York Times ha pubblicato la mappa dei suoi ex collaboratori ora ai vertici delle aziende più innovative: David Plouffe, è a Uber, l’ex portavoce Jay Carney ad Amazon, Dan Pfeiffer a GoFundMe e infine Lisa Jackson ad Apple. Altro indizio: in un saggio pubblicato dalla rivista Wired Obama ha chiesto alla Silicon Valley di usare l’innovazione per «contrastare le ineguaglianze e favorire la partecipazione dei cittadini».