Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  ottobre 24 Lunedì calendario

Ecommerce, ciao password, ora pago col selfie

Da Kim Kardashian a MasterCard. Passando per i vocabolari e la consacrazione, nel 2013, a parola dell’anno proprio da parte dell’Oxford English Dictionary. Il selfie, l’autoritratto fotografico nato nel 2010 con la diffusione della camera frontale negli smartphone e assurto a pratica quotidiana grazie all’uso e abuso sui social network, in pochi anni è passato da essere una moda da star a fenomeno globale, entrando nei vocabolari come termine di uso comune. E a breve potrebbe diventare anche un comune strumento di pagamento.
A ottobre, infatti, MasterCard ha annunciato il lancio di quello che è già stato ribattezzato come Selfie Pay, un nuovo metodo per completare gli acquisti online che si basa proprio su questo tipo di fotografia. Al momento di dare l’ok ad un pagamento da fare tramite Internet, il possessore della carta di credito deve inquadrarsi: un software basato sul riconoscimento facciale confronta il volto con quello memorizzato (un primo selfie viene richiesto quando si aderisce al servizio). E se non lo riconosce, blocca il pagamento proprio come finora è successo con le password tradizionali. Il nuovo sistema, che si chiama Identity Check Mobile, testato negli Usa e in Canada, è approdato a inizio ottobre in Europa dove ha coinvolto, per ora, una manciata di paesi. Saranno solo i primi: MasterCard intende introdurre il nuovo servizio su larga scala entro breve. Italia compresa, dove per ora il servizio non è a disposizione.
Gli altriLa società di istituti di credito non è l’unica a puntare sui selfie. Finora impugnare il proprio smartphone, sorridere alla camera e premere il pulsante dello scatto era considerata più una moda narcisista che altro. Ma da diverso tempo molte aziende, nella Silicon Valley e non solo, stanno lavorando a progetti che sfruttano la nostra abitudine di scattarci autoritratti per semplificare i servizi che ci offrono. Lo fa, per esempio, la società di noleggio auto con autista Uber. In questo caso, il selfie non riguarda l’utente ma il guidatore: quando accetta una corsa deve autenticarsi tramite autoscatto passando per l’app del servizio. La foto viene messa a confronto con le altre già scattate in passato per riconoscere il guidatore e offrire uno strumento di sicurezza in più all’utente. Il servizio è stato lanciato da poco ma Uber ha già fatto sapere che ritiene di poter identificare, grazie a questo nuovo metodo, il 99% dei suoi autisti. Il grande vantaggio dei selfie, infatti, è proprio quello di ridurre al minimo il rischio di furto dei dati: un password si può rubare e violare, un viso invece non si può riprodurre.
Il metodo
Così non stupisce il fatto che i più interessati al sistema siano quelli che si occupano di ecommerce. In prima fila ci sono Amazon e il rivale cinese Alibaba, entrambi con un sistema ad hoc che servirà per confermare gli acquisti effettuati sulle piattaforme. Il brevetto registrato da Amazon risale all’anno scorso e sul sistema non si conoscono molti dettagli se non il funzionamento a grandi linee: si baserà su riconoscimento facciale, servirà a dare l’ok ad un ordine sbloccandone di fatto il pagamento. Il sistema di Alibaba, ancora in fase di test, potrebbe forse essere più sofisticato: l’utente per dare l’ok non dovrà solo inquadrarsi ma anche sorridere (per questo motivo pare che il nome sarà Smile to Pay ).
Per ora, però, a battere i colossi sul tempo sono stati gli istituti di credito. In prima fila c’è MasterCard, che ha già dichiarato che i sondaggi interni suggeriscono che il 92% degli utenti sono a favore di sistemi biometrici al posto delle vecchie password. Ma anche l’inglese Hsbc il mese scorso ha lanciato un servizio che consente di aprire un conto scattandosi un selfie: la procedura di identificazione verrà completata dopo aver inviato alla banca, sempre tramite app, la foto della patente o della carta d’identità. A proposito di soldi: le agenzie di riscossione di Alabama e Georgia sta invece provando a autenticare il pagamento delle imposte proprio usando i selfie.
Il metodo sembra sicuro, forse più delle password. Ma non inscalfibile: hacker a parte, il modo più semplice di aggirare il sistema potrebbe essere quello di caricare la foto di qualcun altro al momento di pagare, spacciandosi per lui. Per questo Alibaba punta sul sorriso e anche Amazon, più che sulle foto, sembra stia pensando a brevi video: così barare sarà ancora più difficile.