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 2016  ottobre 22 Sabato calendario

Israele: che cosa dice la risoluzione delle polemiche?

Dove nasce la vicenda Israele-Unesco?

Dalla controversa risoluzione dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) sulla «Palestina occupata». Approvata dal comitato esecutivo, è stata adottata il 18 ottobre. 

Di cosa parla la risoluzione?

Il documento ha per tema la questione dell’Haram al Sharif, la spianata delle moschee di Gerusalemme, da dove – secondo la tradizione islamica – Maometto è asceso al cielo. La questione della terminologia è centrale.

Chi ha presentato la risoluzione?

Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan.

Da chi è stata approvata?

I membri dell’Unesco sono 58: 24 hanno votato a favore (oltre ai presentatori anche Iran, Pakistan, Bangladesh, Russia, Cina, Brasile e Messico), 6 contro (Gran Bretagna, Germania, Olanda, Estonia, Lituania e Usa), 26 si sono astenuti (tra questi Francia, Spagna, Grecia, Svezia, Argentina e Giappone) mentre 2 erano assenti. 

Come ha votato l’Italia?

Si è astenuta. 

Perché la terminologia è così importante?

Chi ha scritto la risoluzione ha scelto la terminologia araba per indicare luoghi sacri anche agli ebrei e ai cristiani. In particolare quella di Al-Aqsa Moschea/Al-Haram Al-Sharif per il complesso della Spianata delle Moschee senza indicare la dizione ebraica di «Monte del Tempio» (Temple Mount in inglese). Oppure quella di Al-Buraq Plaza, citatando solo tra parentesi o virgolette il nome inglese di «Western Wall» (Piazza del Muro Occidentale) dove sorge il Muro del Pianto (bastione superstite del Tempio) che gli ebrei chiamano «Kotel». La scelta dei termini ha un valore politico: lega Gerusalemme all’Islam, escludendo le altre fedi monoteistiche.

Cos’altro dice la risoluzione?

Deplora «le irruzioni da parte di estremisti israeliani e dell’esercito nella moschea di Al Aqsa e nell’Haram al Sharif». Chiede a Israele, «potenza occupante» a Gerusalemme Est, di adottare «misure per prevenire provocazioni».

Quindi è una risoluzione contro la politica del governo israeliano?

L’Unesco denuncia gli scavi fatti e le infrastrutture costruite dalle autorità israeliane nel complesso che riguarda anche la Spianata delle Moschee, e «il crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la libertà di preghiera dei musulmani nei loro luoghi santi».

Si parla del Muro del Pianto?

No. Il documento non affronta in alcun passaggio la questione se il Muro del Pianto sia un luogo sacro per gli ebrei oppure no.

Quali sono le richieste che l’Unesco avanza a Israele?

Di accettare il rispetto pieno dello status quo, concordato tra lo Stato ebraico e la Giordania dopo la guerra del 1967. L’accordo garantisce tra l’altro agli ebrei ed ai cristiani la possibilità di visitare la spianata ma non di pregare e riserva ai musulmani questo diritto.

Come ha reagito Israele?

La risoluzione è stata denunciata da Israele e dalle comunità ebraiche (Italia compresa) perché ignorai legami millenari tra ebrei e Gerusalemme. 

Perché la vicenda è diventata un caso politico in Italia?

Perché ieri Renzi ha definito il voto «allucinante» parlando di risoluzione «inaccettabile» che va «contro Israele». Il premier avrebbe voluto un voto contrario da parte dell’Italia.