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 2016  ottobre 21 Venerdì calendario

La frontiera dei call center

Oltre 2.500 licenziamenti tra Roma e Napoli e quasi 400 persone trasferite da Palermo a Rende, in Calabria. Sono i numeri della crisi di Almaviva Contact, società attiva nei call center che rappresenta in questi giorni la situazione in cui versa il settore. In Italia sono quasi una decina le società in crisi conclamata e di queste almeno tre hanno attivato gli ammortizzatori sociali. I sindacati lanciano l’allarme: 70-80 mila posti a rischio. A Palermo, Almaviva Contact ha perso la commessa Enel vinta da Exprivia e ha deciso di trasferire 400 dei 3.500 lavoratori in Calabria. Gli operatori mercoledì hanno occupato la sede di via Marcellini e indetto due giorni di sciopero. Oggi si presenteranno alla visita del premier Matteo Renzi per chiedere di regolamentare il settore.
Al ministero dello Sviluppo economico ieri si è tenuto un altro appuntamento del tavolo gestito dal viceministro Teresa Bellanova tra Almaviva e i sindacati. Per Palermo, le condizioni proposte dal nuovo committente di Enel secondo i sindacati «sono inaccettabili perché chiedono al lavoratore di dimezzarsi l’orario e perdere tutte le tutele, fra le quali l’anzianità di servizio», dice Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl. Exprivia, a fronte degli stessi volumi di Almaviva, dichiara un fabbisogno di risorse dimezzato.
I nodi del settore sono due. Il primo: molti hanno i call center all’estero (la stessa Almaviva ha appena aperto una sede in Romania) perché il lavoro costa meno. Il secondo: le gare al massimo ribasso, in cui vincono le società che non applicano il contratto collettivo che prevede un salario orario di 17 euro lordi. Il governo sta studiando una stretta sulle regole generali. Arriverà una «black list», un elenco delle aziende, sia private sia a controllo pubblico, che assegnano appalti a un costo inferiore dei minimi contrattuali. Una pratica che porta alla successiva delocalizzazione. «Non è un atteggiamento corretto per le aziende – dice il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda —, che devono essere sempre attente alla loro responsabilità sociale». Due novità saranno inserite nel disegno di legge di Bilancio: il rafforzamento degli obblighi, in particolare sulla privacy, per le società che spostano i call center fuori dall’Ue e l’estensione della cassa integrazione per i lavoratori del settore.