ItaliaOggi, 20 ottobre 2016
Marinella, da Napoli all’Iran
È riuscito a far indossare la cravatta anche all’artista Maurizio Cattelan, e a segnare una crescita di fatturato a due cifre, il 14%, a Napoli: il cavaliere del lavoro Maurizio Marinella ha portato a Roma la collezione «Archivio», formata dalle cravatte realizzate con le fantasie ideate dal 1930 al 1980, per raccontare le esperienze vissute e preparare il futuro.
Un tuffo nel passato, nelle radici della storica boutique napoletana, che vanta 102 anni di vita: ecco così il recupero dei materiali e la realizzazione di veri e propri oggetti da collezione. Marinella ha scelto una fantasia per singolo anno, partendo dagli anni 30 e arrivando agli 80, ristampandole sulla stessa tipologia di seta di allora, quella più delicata da 18 o 22 once, a differenza di quella da 36 once utilizzata oggi. Stampate su seta poi lavorata a mano per la realizzazione delle cravatte, le fantasie sono state rinvenute da Marinella in uno dei suoi viaggi nel cuore dell’Inghilterra, dove dal 1914 suo nonno Eugenio e poi suo padre Luigi si recavano personalmente per scegliere le fantasie con cui sono realizzate le camicie e le cravatte. Per Marinella «è stato commovente trovare questo tesoro nascosto, una testimonianza tangibile della nostra lunga tradizione. Non ho potuto fare altro che utilizzare queste fantasie per dar vita a una collezione unica e irripetibile, un vero must per gli amanti della moda e del vintage.
La cravatta diventa testimonianza tangibile per noi e per chi la indossa del legame tra passato e futuro».
Marinella scommette sul futuro: un negozio a Roma, e una fondazione. A ItaliaOggi, lo stilista dice che «la grande forza del brand è unita a quella di Napoli. Sono appena tornato dal Giappone, luogo dove nei due negozi, con personale giapponese, impazziscono per Napoli e l’Italia. La Malesia sta emergendo come mercato, e adesso punteremo sull’Iran». Il futuro è fatto di «più innovazione, conservando l’identità artigianale, senza perdere di vista Napoli, con una politica di piccoli passi»: per questi obiettivi è in cantiere anche «una fondazione, da intitolare alla mamma, per rendere infinito questo compito di promozione della sapienza degli artigiani, innanzitutto».
Oltre alla collezione di cravatte, Marinella ha puntato sulla Festa del Cinema, con il film Naples ’44 di Francesco Patierno, grazie al tax credit: Clio e Giorgio Napolitano sono stati tra i primi spettatori. Marinella ricorda che «sul finire della seconda guerra mondiale il giovane ufficiale inglese Norman Lewis arriva in città con gli Alleati e viene assegnato al quartier generale nel palazzo del Principe di Satriano alla Riviera di Chiaia accanto al negozio Marinella. Mi è sembrata una coincidenza straordinaria, oltre che un film dal valore storico inestimabile al quale è stato un onore prendere parte».
Marinella ha il cuore a Napoli, che si conferma sempre il quartier generale del gruppo: «Il negozio in piazza Vittoria è ancora un luogo in cui cortesia e rispetto vengono prima di ogni altra cosa, dove ogni mattina alle 6.30 si alzano le saracinesche per accogliere le persone con una tazza di caffè, sfogliatelle e un sorriso sulle labbra».
Una tradizione che si coniuga con uno spirito imprenditoriale che ha attirato il re Juan Carlos di Spagna e il principe Alberto di Monaco, presidenti degli Stati Uniti tra i quali John Fitzgerald Kennedy e Bill Clinton. Il sogno nel cassetto rimane sempre uno: far indossare una cravatta al papa. Ma l’abbigliamento del pontefice non la prevede.