ItaliaOggi, 19 ottobre 2016
Che ci faceva Fabrizio Corona al Bar Radetzky?
Il Radetsky Cafè, tra largo La Foppa e corso Garibaldi a Milano, nasce nel 1988 su iniziativa di Vincenzo Iannetti che ne è tuttora il padrone. Esiste, perciò, già da quasi un ventennio quando largo La Foppa, tra il 2006 e il 2007, diventa il regno incontrastato di Fabrizio Corona, Nina Moric, Lele Mora, i suoi boys e le sue girls.Era quindi una istituzione milanese già da prima, con il culto dell’aperitivo, del Negroni sbagliato e poi dell’Aperol o Campari spritz che scandisce i ritmi del capoluogo lombardo. Un importante giornalista di una altrettanto importante testata, ad esempio, incontrava segretamente la sua amante che abitava proprio dalle parti di largo La Foppa. Saliva nel suo appartamento e mandava la poveretta a prendere un gin tonic o un black russian da asporto al Radetsky, perché lui non poteva fare a meno di quei cocktail ma non voleva farsi vedere in giro con lei.
Il cafè diventa un posto un po’ cafonal, come si diceva, nella prima metà degli anni 2000, ma rimane tuttora uno dei locali più frequentati di Milano, dove puoi incontrare il professionista o l’ex calciatore, il tamarro di periferia e la modella, giornalisti, manager della comunicazione e turisti da fashion week o Salone del mobile, pur con la concorrenza agguerrita di caffetterie e spirits bar che si è scatenata attorno.In questi giorni il Radetsky è tornato alla ribalta delle cronache sempre a seguito delle vicende di Corona, che proprio fuori dall’amatissimo bar avrebbe avuto, in estate, un diverbio, sfociato in una collutazione, con persone calabresi. Un fatto che, secondo gli inquirenti, potrebbe avere a che fare con i milioni di euro trovati in contanti nella casa di una collaboratrice di Corona e con il successivo arresto dell’«imprenditore del nulla». Un imprenditore che, a suo dire, avrebbe messo da parte almeno 2,5 milioni di euro in contanti per i pagamenti in nero delle sue ospitate nel corso degli ultimi 12 mesi.
Il Radetsky, divenuto suo malgrado simbolo di una certa «coronitudine», va invece avanti dal 1988 con lo stesso proprietario: da 28 anni Vincenzo Iannetti (62enne) tira su la saracinesca, controllando come amministratore unico il 90% della La Foppa srl (l’altro 10% è di Marzio Fumagalli), e consente a 24 persone (dato del primo semestre 2016) di guadagnarsi da vivere come suoi dipendenti nei 222 metri quadri dell’esercizio commerciale milanese, spendendo 603 mila euro all’anno per costi del personale. Nel 2015 i ricavi sono cresciuti dell’8% a quota 2.190.000 euro, ovvero 182 mila euro al mese. Gli utili del 2015, certo, non sono un granchè: 33 mila euro. Quello che Corona si prenderebbe in un fine settimana per inaugurare due pizzerie e una discoteca.