Libero, 19 ottobre 2016
«Erode era una brava persona». Come rivalutare un infanticida
«Lui? L’ho incontrato molto più tardi. La mia prima esperienza con Israele è del 1989. Mi occupavo di crociati, anche per le testimonianze della presenza in Italia dell’ordine cavalleresco di Jacques de Molay. Mi muovevo ai confini con il Libano, con una cartina del 1300. Molte cose erano cambiate: a San Giovanni d’Acri le chiese presenti sulla mappa le avevano abbattute i musulmani. Mi è stato proposto dalle Università di Freiburg e Tel Aviv di occuparmi del pavimento di un palazzo reale rinvenuto nella grande città di Tel Kabri, 1700 a.C., decorato con lastre di pietra gialla e altre dipinte con gigli azzurri, propri della cultura minoica. Un mese di tempo per consolidare, pulire, rendere visibili i dipinti. Ce l’ho fatta, e bene». Il professor Maurizio Tagliapietra, veronese, restauratore, già docente all’Università di Malta, si schermisce. «Da cosa nasce cosa, fino all’incarico per il restauro degli affreschi della fortezza di Masada, Nella Giudea sud-orientale, a 100 km da Gerusalemme. Lui l’ho incontrato lì». «Lui» è nella lista dei più cattivi di sempre. Ai tempi del catechismo, faceva paura solo a nominarlo. Neonati presi per i piedi e sgozzati. «Sapevo ciò che tutti credono di sapere: Erode il Grande re di Giudea dal 37 a.C. al 4 d.C. autore presunto della strage dei bambini di Betlemme. Cito un resoconto di viaggio di pellegrini del 1450: “Siamo andati nei luoghi dove lui ha ucciso gli innocenti...”».
E oggi?
«Oggi i preti dicono: “Masada? Lasciamo perdere, sono quattro pietre di quel cattivo di Erode”. Come se non fosse stato un lavoro colossale,quello affidato a Ygael Yadin, con William Albright uno dei principali esperti di archeologia biblica: 18 mila volontari impegnati nello scavo di un quinquennio».
Ha toccato con mano, professore, ha visto.
«Sulla terrazza di Masada, dove ho lavorato dal 2003 al 2012, mi sono chiesto chi fosse Erode, quell’uomo capace di tanta grandezza. Masada viene distrutta nel 70 d.C. dai romani di Lucio Flavio Silva,: trovano il silenzio. Zeloti e la loro frangia estremista, i Sicarii, tutti suicidi per non essere catturati. Per Erode, Masada è solo una fortezza che ha ricostruito in cinque anni partendo da quanto eretto da suo padre Idomeneo. La completa per proteggere la famiglia mentre è assente da Israele. La sua abitazione, quella del comandante e delle guardie sono affrescate. Come a Pompei, come a Roma, è il trompe l’oeil. E poi, migliaia di metri quadri di pareti martellate per impermeabilizzare la malta delle cisterne costruite da Erode e il reticolo di canali che la convogliavano...».
C’è molto altro, vero?
«La sua furia costruttiva ha creato Cesarea Marittima, a nord. Israele aveva due porti, Gaza e Acri, quest’ultimo inutilizzabile d’inverno per i venti. Erode utilizza i migliori ingegneri e costruisce porto e città, dedicata a Cesare Ottaviano Augusto che l’ha nominato re, sulla costa mediterranea. La tecnica costruttiva è geniale: migliaia di cassoni, riempiti di ghiaia e malta e affondati, formano i frangiflutti. Duemila anni dopo, gli americani utilizzeranno un identico sistema per lo sbarco in Normandia. Attracchi per mille navi, quattrocento statue, colonnati... e la città è non è da meno: ha quattro ippodromi, piscine, giardini. L’edificazione prosegue fino a Luigi IX, re di Francia morto nel 1270. Le carovaniere venivano dall’Arabia e la maggior parte passava da lì. Erode incassava i dazi e costruiva. Lo storico Giuseppe Flavio dice: Erode va visto come uomo del suo tempo. E riporta che Erode ordina alla sorella di imprigionare i capi tribù a Cesarea e, alla sua morte, di ammazzarli tutti, così che abbiano qualcosa per cui piangere. Fa uccidere la moglie Mariamne, i cognati Aristobulo e Costobar, il suocero Ircano II, i figli Alessandro e Aristobulo, e, cinque giorni prima di morire, un altro figlio, Antipatro. Era ossessionato dal sospetto di un complotto».
Ma il massacro dei bambini è tutt’altro che un fatto storico. Creato il mostro, tutto consegue.
«Betlemme aveva circa 1.500 abitanti. Quanti potevano essere i bimbi di meno di due anni? 20-25. Non c’è un solo documento ufficiale che parli della strage».
L’urgenza di far coincidere nei Vangeli i fatti salienti della vita di Gesù con le profezie è stata condizionante. Per Vicente Balaguer ne dà notizia solo Matteo, ma non gli annali romani e rimarca che «testis unus, testis nullus»: un’unica fonte è inattendibile. Dunque?
«Gli ebrei lo mal sopportavano: era di stirpe beduina, forse nero di pelle, e uomo di Roma. Il tempio di Salomone fu distrutto dai Persiani nel 587 a.C.; gli ebrei, rientrati a Gerusalemme dall’esilio babilonese, avevano eretto un piccolo tempio. Il Muro del Pianto, il Kotel, è frammento della gigantesca opera di Erode; i lavori durarono dal 19 a.C. al 64 d.C.. Gli abitanti di Gerusalemme erano 250.000, 180.000 ebrei; le costruzioni di Erode erano la prima fonte di lavoro. Tito rade al suolo la città sei anni dopo, muta l’orografia del luogo».
Come?
«Colmando con le macerie gli avvallamenti. Tabula rasa. Il Muro del Pianto è quel che resta della cinta occidentale del tempio. Il luogo più sacro dell’ebraismo. Erode possiede una villa meravigliosa all’interno della fortezza Antonia».
Un visionario, capace di guardare la Luna e non il dito.
«Certo. Abitava a Gerico, ora in territorio palestinese, come l’Herodium, in Cisgiordania a sud di Gerusalemme, altra sua straordinaria realizzazione. Due anni fa, vi abbiamo fatto una grande scoperta: le pareti in alzato con i paesaggi dipinti all’interno, capitelli a foglia d’oro e decorazioni a lapislazzulo. Erode muore a Gerico. Il sepolcro fu distrutto intorno al 70 d.C. dagli ebrei ribelli che lo odiavano. Si pensa ora a lui come a un bipolare. Visse gli ultimi anni in perpetuo sospetto, causa anche la sindrome di Fournier che l’uccide con ventre e parti intime in cancrena. Terribile, per un uomo del suo senso estetico».