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 2016  ottobre 19 Mercoledì calendario

Gli italiani di Bolzano e i due giornali perduti

«Un segno del crepuscolo per il gruppo italiano in Alto Adige, che non è stato in grado di salvaguardare un suo quotidiano di riferimento». «Non è un buon segnale per gli italiani: non sono riusciti a difendere un pezzo importante della loro presenza». «È vero: è un brutto colpo per gli italiani, un bruttissimo colpo». Tutto potevano immaginare, quelli che un po’ conoscono la storia locale, tranne che vedere concordi (o quasi) Florian Kronbichler, Luis Durnwalder e Giorgio Holzmann. Tutti col cognome tedesco ma diversissimi: il primo deputato a Roma del gruppo Sel-Verdi, il secondo presidente per 25 anni della Provincia autonoma per la Svp, il terzo combattivo esponente a dispetto del cognome (Silvius Magnago al contrario ce l’aveva italiano ma si sentiva «tedeschissimo»: scherzi di una terra mista), della destra italianista e due volte parlamentare pdl. Eppure tutti d’accordo: l’acquisto del quotidiano bolzanino Alto Adige e del cugino Il Trentino da parte del Dolomiten della famiglia di Michl Ebner (già Bundesmajor degli Schützen negli anni della manifestazione a Innsbruck con la corona di spine, già deputato quattro volte a Roma e tre a Bruxelles e oggi potente presidente della Camera di Commercio altoatesina) marca un passaggio amaro per la comunità italiana. Comunità che conserva ancora a Bolzano il 73% ma è in calo, se non in rotta, nelle valli della provincia. Tanto da essere precipitata dal 34,4% del 1961 al 26,06% di oggi. Una frana. Basti dire che dal 1988 a oggi i consiglieri provinciali italiani sono scesi da 12 a 5. Con il rischio concreto che scendano ancora. In un contesto così, al di là del «quasi monopolio» degli Ebner segnalato dal consigliere regionale Riccardo Dello Sbarba («detiene a Bolzano i due maggiori quotidiani, cinque periodici, le due più importanti radio private attraverso una fiduciaria, cinque giornali di comprensorio in lingua tedesca, sette giornali gratuiti in lingua italiana, i tre maggiori portali Internet di informazione»), è chiaro che il cambio di proprietà di quello che storicamente era il «giornale degli italiani» schieratissimo su battaglie come la difesa della toponomastica bilingue, la dice lunga sul peso politico dei «nostri». Dicono tutto le parole di Luis Durnwalder: «Cosa sarebbe successo se fosse stato l’Alto Adige del gruppo Espresso-Finegil a comprare il Dolomiten? Impossibile. Avremmo dato battaglia: noi, alla nostra identità, ci teniamo davvero».